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19 Dicembre 2025 - 11:12
Giuseppe Verdi
Sull’Osservatore Scolastico, Giornale d’Istruzione e di Educazione per le scuole elementari, tecniche e normali, premiato all’esposizione didattica di Torino del 1869, dell’Anno XXVII (1891-92), riporta un breve articolo dal titolo “Verdi e il generale Tournon” che in realtà si rifà ad un articolo apparso precedentemente: La Gazzetta Romagnola riferì tempo fa un grazioso aneddoto cui diè luogo un incontro tra il generale Ottone Secondo Tournon, comandante la Divisione militare di Ravenna, ed il grande maestro di Busseto.
«Il generale Tournon, reduce da un breve congedo, faceva ritorno a Ravenna, quando in treno si trovò con un vecchio, col quale si mise a discorrere ed in cui gli parve di notare un cultura non comune. Entrarono in discorso della musica italiana e tedesca. Il vecchio sosteneva che la tedesca aveva il primato sull’italiana, ed il generale opponeva con una certa vivacità il parere contrario. Ad un dato punto della discussione il generale Tournon, quasi scattando disse: “Senta Lei sostenga pure la sua opinione, ma per me vale più un atto del Rigoletto che tutte le opere tedesche”.
“Grazie della sua squisita cortesia, – replicò l’altro, – che accetto come un complimento; io sono il maestro Verdi”.»

Il Generale Ottone Tournon

Carlo Matteucci
L’aneddoto ci riporta alla polemica tra le “tifoserie” di Richard Wagner e quelle di Giuseppe Verdi al tempo del massimo trionfo dell’opera lirica in tutta Europa, verso la fine dell’Ottocento.
Verdi era amato per la forza della melodia, la chiarezza drammatica e l'impatto emotivo, incarnando gli ideali di libertà e patria e di conseguenza Wagnerveniva criticato dai “verdiani” per la complessità armonica, la mancanza di melodie chiare e il suo uso del leitmotiv, ma celebrato invece dai suoi sostenitori per la sua visione di fusione totale di musica, poesia e scena. Verdi divenne un simbolo del Risorgimento italiano la cui musica incarnava l’afflato di unità nazionale, mentre il controverso nazionalismo di Wagner, con tracce di antisemitismo – condannato da Friedrich Nietzsche – lo rese una figura complessa, amata nel mondo tedesco ma divisiva altrove, soprattutto in Italia, con dibattiti pubblici e articoli.
Nel corso del tempo la polemica si sgonfiò quando critica e sostenitori divennero concordi sul riconoscimento dei due grandi: entrambi rivoluzionarono l'opera, influenzando profondamente la musica successiva, con Verdi che perfezionò il melodramma e Wagner che aprì la strada alla musica moderna.
L’episodio tra Giuseppe Verdi e il generale, conte Ottone Secondo Tournon, ci permette di gettare una luce sul personaggio crescentinese, luogo ricco di realtà musicali e del canto.
Ottone Tournon nacque a Crescentino, il 14 novembre 1833 da Giovanni e Luigia Tadini. Ebbe un fratello, Adriano Tournon (Crescentino 1832 – Torino 1909), anch’egli generale, medaglia d’argento al valor militare, fece le tre guerre d’indipendenza e nel 1898 fu promosso tenente generale nella riserva. Ottone dopo la laurea in ingegneria idraulica e architettura civile all'università di Torino, nel 1855 si arruolò nell'esercito piemontese, entrando come sottotenente presso lo Stato maggiore del Genio militare.
Si sposò con Adele Camerana, la sorella di Giovanni Camerana, famoso scrittore e poeta, uno dei massimi esponenti della Scapigliatura, ed ebbero il figlio Adriano Tournon (Pavia 1883 – Torino 1978). Ottone raggiunse il grado di tenente generale nel 1891 e durante la sua carriera fece parte del 1º e del 2º Reggimento Zappatori e del 2º, 3º e 5º Reggimento del Genio. Comandò il 1º Reggimento del Genio, di cui fu anche Ispettore generale dal 1894, e la scuola militare di Modena.
Nel 1891, periodo in cui incontrò Giuseppe Verdi, aveva comandato le Divisioni di Ravenna e di Firenze. Aveva preso parte alla Seconda (1859) e alla Terza guerra d'Indipendenza (1866) e ricevette diversi encomi per i soccorsi prestati nel Polesine durante l'inondazione del 1872 e per l'organizzazione di grandi manovre militari all'estero. Comandò ancora i Corpi d’Armata di Bari, Roma e Verona.
Nel 1900, anno in cui organizzò i solenni funerali di Umberto I, assassinato a Monza, fu nominato Senatore del Regno e nel 1901 fu posto in posizione ausiliaria per poi passare alla riserva. Del crescentinese ne menzionò anche “Vamba”, al secolo Luigi Bertelli, penna critica del potere su Capitan Fracassa, Barbabianca, Don Chisciotte ed altri, fino a fondare O di Giotto, giornale che fustigava ironicamente i vizi civili dei personaggi politici, le spese militari eccessive, l’adesione alla Triplice Alleanza e altre questioni politiche.
Ebbe modo di citarlo ne La Vita Italiana, dell’agosto 1896, quindicinale romano, per la sua presenza ai Bagni di Montecatini Terme ove peraltro vi era presente Giuseppe Verdi.
Cuorgnè, 16 agosto 1915
Fu amico e collaboratore di Carlo Matteucci, fisico, elettro-fisiologo e uomo politico; si occupò anche di Telegrafia Elettrica. Già dal 1847, agli albori di questo nuovo sistema di tele-comunicazioni su filo, fu incaricato dal Granduca di Toscana per la realizzazione della linea poco più che sperimentale tra Livorno e Pisa, che portò a termine con successo. Subito dopo verrà nominato direttore generale dei telegrafi elettrici di Toscana. La velocità con cui decollò l’interesse per nuove linee telegrafiche sia in Italia che altrove è testimoniata anche da questo libro che, uscito in prima edizione nel 1850, già l’anno successivo vide la nascita di questa seconda edizione.
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