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Il Canavesano imbruttito

Bombardano, mentono e comandano: l’Occidente applaude mentre il mondo brucia

Dalle bombe “democratiche” sul Venezuela alla guerra permanente spacciata per pace, passando per censura, ipocrisia e sudditanza politica: quando a colpire sono gli Stati Uniti tutto è permesso, tutto è giusto, tutto è silenziosamente accettato

Bombardano, mentono e comandano: l’Occidente applaude mentre il mondo brucia

Nicolas Maduro

Cadono, anzi, sono già cadute le prime bombe a stelle e strisce sulla testa dei venezuelani e pare che a tutti, in tutto l'Occidente, vada bene così. Quando sono i nipotini dello Zio Sam a uccidere la cosa è ritenuta buona e giusta. Nessuno interviene, nessuna condanna politica e anche la Chiesa fa spallucce.

Gli “americani”, brava gente, hanno sempre un motivo valido per uccidere, la “narrazione ufficiale” gli ha perdonato il più grande genocidio della storia del mondo, più 100 milioni di Nativi sterminati in nome del progresso e della lotta al paganesimo, quindi, cosa sarà mai un piccolo avvertimento che, affidato a bombe non troppo intelligenti, ha distrutto qualche casa e, forse, ammazzato poche decine di persone innocenti, ma in fondo venezuelane.

In ballo c’è la lotta al narcotraffico, mica cosa da niente, poi, cosa conta se, secondo il rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga, oltre il 60% degli stupefacenti prodotti nel mondo, derivati dell’oppio e della coca, vengono consumati dagli statunitensi. Cosa conta se nel 2001, quando iniziò l’invasione americana e della N.A.T.O., in Afghanistan vi erano 8.000 ettari di terra coltivati a papavero da oppio e se sotto il dominio americano si arrivò sino a 224.000 ettari. Cosa conta se nei “civili” e “democratici” Stati Uniti d’America ogni anno, per overdose di droghe, di farmaci e per abuso di alcol, muoiono ormai quasi 300.000 persone. Quella è brava gente e noi dobbiamo imparare da loro, un popolo inebetito non si fa domande, si alza al mattino, si fa la dose quotidiana, se ha un lavoro, va lavorare, diversamente, cerca di sbarcare il lunario come può ma sempre con l’obiettivo di non farsi mancare la dose quotidiana di droga, farmaci o alcol.

Pensate, negli States c’è un’aspettativa di vita, pur non avendo guerre in casa, non dovendo subire bombardamenti quotidiani come ad esempio capita a tutti gli Stati vicini di Israele, che è fra le più basse al mondo, circa 76 anni, non a caso un’esempio che si vuole importare nell’arretrata Europa, costretta a pagare pensioni a ultraottantenni che, dopo una vita di lavoro, non si decidono a schiattare. Pensate quanti soldi da spendere in armi se non ci fossero i pensionati. 

E’ così che in Italia, “bombardati” h24 da film e telefilm che vedono i nostri amici yankee impegnati a salvare il mondo da spie e terroristi russi, nord coreani e arabi, gli americani sono sempre i buoni e tutti coloro che vi si oppongono sono sempre i cattivi. 

E’ così che nessuno parla più di “aggredito” e “aggressore” quando i “nipotini dello Zio Sam” bombardano il Venezuelae intimano per bocca di Donad Trump al Presidente venezuelano democraticamente eletto, Nicolas Maduro, di dimettersi e lasciare il proprio Paese. Gli Stati Uniti non sono mai aggressori, loro possono solo essere “liberatori”, “esportatori di civiltà e democrazia”, “sceriffi che combattono il narcotraffico”, “ripristinatori dell’ordine”, “cavalieri senza macchia che si battono per annientare la corruzione” o “supereroi che si lanciano a difesa dei più deboli”, ma sia chiaro, loro non sono mai aggressori, infatti, ci hanno anche liberato dai nazifascisti che, solo per caso, eravamo anche noi.

I distinguo valgono meno di niente, soprattutto quando si parla di liberazione dai nazi-fascisti. Forse perché la mia famiglia ne fu toccata direttamente, ma sentire sproloquiare di fascismo e antifascismo mi ha sempre dato il voltastomaco. Mio nonno materno fu l’unico nel suo comune a non piegarsi all’iscrizione “volontaria” al partito fascista e gli bruciarono due volte la casa, a guardare c’erano in tanti, ma fino alla fine della guerra di antifascisti nemmeno l’ombra. Il fuorilegge era lui come più recentemente, quando in ballo c’era “l’estinzione della specie umana” aggredita dal “mortale” virus “covid19”, i fuorilegge erano quelli che avevano l’ardire  di volere andare a lavorare e vivere liberamente senza sottoporsi alla vaccinazione “volontaria”, che gli avrebbe consegnato il “green pass”: la tessera dei diritti, quella che permetteva di vivere “liberi” di lavorare, di studiare, di uscire di casa, di usufruire di cure mediche, di fare sport e quant’altro. 

I distinguo valgono meno di niente e sono anche irritanti quando si ha un’intera classe politica capace di accettare di buon grado lo sterminio del popolo palestinese; quando si accanisce contro la politica nucleare iraniana, preoccupata per la sua potenziale deviazione verso usi militari e benedice Israele che di testate nucleari ne possiede ben 200; quando ritiene più importante foraggiare N.A.T.O., Unione Europea e Ucraina, piuttosto che prestare attenzione all’Italia che affonda in un mare di debiti; quando sfrontatamente accusa di fascismo Putin, unico ai giorni nostri a intervenire militarmente in Ucrainacontro il regime nazista e stragista di Zelensky; quando, distratta dal nulla, nel 2014 accoglieva come una buona novella l’ennesimo colpo di Stato organizzato dalla C.I.A., dopo i tanti in giro per il mondo, a danno del Presidente ucraino Viktor Fedorovyc Janukovic da poco regolarmente rieletto, o quando, come in questi giorni, nonostante sia emersa chiaramente una vera e propria “tangentopoli Ucraina” contornata da ville di lusso, prostitute, cocaina, cessi d’oro, traffico d’armi e valige di denaro sparite nei paradisi fiscali, il sig. Zelensky è stato accolto a Roma con baci, abbracci e promesse di ulteriori finanziamenti da Giorgia Meloni e persino da Papa Leone IV per gli immancabili “dialoghi di pace”.

Cosa ci volete fare, la storia è controversa e piena di strane sfaccettature, il compito che noi tutti abbiamo e al quale ci stiamo sottraendo, ritenendo più facile lasciar fare, fregarcene, ubbidire e far finta di niente, è quello di far sì che almeno i nostri figli non siano costretti a vivere in prima persona gli orrori di una guerra che, nonostante si annunci disastrosa come non mai, sembra impossibile da evitare. Anche gli americani, questa volta, ci vanno cauti. Pare siano gli unici ad aver capito che non è possibile aggredire la Russia senza che la Cina intervenga in suo aiuto contro gli stati aggressori. Sembra che gli americani siano gli unici ad aver capito che la Cina non potrà stare a guardare, perché un’eventuale sconfitta della Russia la lascerebbe sola in balia dei guerrafondai della N.A.T.O., dell’Unione Europea e delle lobby delle armi statunitensi che tanto potere hanno sul Congresso e sulla presidenza U.S.A.

Non solo, pare che nessuno dei fanatici, che presidiano i vertici N.A.T.O. si renda conto che centinaia di milioni di cinesi vivono e lavorano stabilmente in Occidente e che, in caso di guerra, credo non staranno certo a guardare, o qualcuno, qualche “buontempone” alla Calenda, alla disperata ricerca di tessere in divisa ucraina, pensa di poterli rinchiudere tutti in campi di concentramento, come fecero durante la seconda guerra mondiale gli americani con i loro connazionali di origine tedesca, italiana e giapponese?

Ad oggi si sentono parlare solo personaggi evidentemente disturbati, tanto disturbati da non rendersi conto che presto, fra “volenterosi”, corrotti, venditori di armi al mercato nero, aspiranti ladri di beni russi congelati e fanatici della guerra ai “cambiamenti climatici” a base di bombe, missili e carri armati, l’unico sbocco per l’Europa sarà la guerra contro la Russia.

Zelensky

Zelensky

Non è un caso che si proceda a colpi di censura, arrivando ad etichettare come traditore il professore e storico Angelo D’Orsi al quale, addirittura i Salesiani, in quel di Torino, hanno di recente vietato l’uso del Teatro Grande Valdocco per il quale si era già stipulato regolare contratto d’affitto. Evidentemente è stato ritenuto inopportuno parlare e discutere di  “Democrazia in tempo di guerra”, di come si stia facendo di tutto per “Disciplinare la cultura, la scienza” e “censurare l’informazione”. Evidentemente è ritenuto molto più opportuno dare spazio all’Alta rappresentante dell’U.E., la greca Kaja Kallas che, intervenuta alla plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, parlando di Ucraina e sicurezza europea, ha ribadito: “Finché la Russia perseguirà la sua guerra illegale, dobbiamo continuare a combattere. La guerra della Russia all’Ucraina rappresenta una minaccia esistenziale per l’Unione Europea”

Evidentemente sono ritenute più valide e rassicuranti le parole del Presidente della Commissione Europea, la tedesca Ursula Von der Leyen che ha sentenziato: “L'era della pace è finita, servono più armi, dobbiamo produrne come fatto con i vaccini”. Evidentemente sono ritenute più attendibili e degne d’ascolto le parole di nani politici come Calenda che è arrivato a dire: “La Russia è un posto guidato da spietati assassini, che non danno valore alla vita, cui bisogna rispondere dando la forza agli ucraini di combatterli sul campo”. Evidentemente sono ritenute più adeguate al momento le parole dell’Eurodeputato Stefano Bonacini, che orgoglioso ha fatto sapere: “Noi dem in Europa voteremo ancora per il sostegno a Kiev”. Evidentemente, mentre l’Ungheria di Orban ha denunciato Ursula Von der Leyen e tutta la Commissione Europea per strani favoritismi nella distribuzione di fondi U.E. destinati a società di consulenza in Germania riconducibili alla “Baronessa” Ursula; mentre la Slovacchia ha emanato una legge che pone le sue leggi nazionali al disopra di quelle europee; mentre ci tocca subire anche l’onta della presa per il culo dettata dalla Commissione Europea, che ha annunciato un programma di assistenza finanziaria per i Paesi Baltici che hanno subito impatti negativi a causa delle sanzioni contro la Russia e mentre è ormai acclarato che, se abbiamo un nemico spietato, questo si chiamaUnione Europea e non certo Russia, quello che manca e manca tanto, un pò a tutti i livelli della società, è la consapevolezza di ciò che inevitabilmente sarà continuando a fare l’impossibile per entrare in guerra.

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