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13 Dicembre 2025 - 22:57
foto d'archivio
La stretta sulle giornate di pesca si ferma in sede europea. Il Consiglio Agrifish ha respinto la proposta della Commissione europea di ridurre del 64% l’attività delle imbarcazioni a strascico, evitando quel taglio di due terzi delle uscite in mare che, secondo il vicepresidente della Regione Liguria con delega alla Pesca, Alessandro Piana, avrebbe “messo in ginocchio centinaia di imprese ittiche e compromesso l’economia delle nostre marinerie”.
Il nodo era la misura più discussa del dossier: una drastica sforbiciata alle giornate di pesca per le flotte a strascico. L’esito del Consiglio Agrifish ha bloccato l’ipotesi di riduzione del 64%, salvaguardando nell’immediato la continuità operativa del comparto. Un passaggio che, nella lettura dei territori, vale più di un dato tecnico: significa tempo e margine per difendere una filiera che regge intere comunità costiere.
Piana rivendica il lavoro preparatorio svolto in regione. Dopo la convocazione del Tavolo Blu, la Liguria — sottolinea — è stata tra le prime ad accogliere gli allarmi delle Associazioni della Pesca, a chiedere con forza la convocazione urgente della Commissione Politiche Agricole, a coinvolgere le Regioni costiere e a sollecitare “un’azione immediata a tutela del comparto pesca e acquacoltura”. Un percorso che, nelle parole del vicepresidente, ha contribuito a portare a Bruxelles (in sede europea) una posizione compatta.
“Quando l’Italia fa sistema e porta in Europa una posizione unitaria, è possibile difendere concretamente i nostri settori produttivi”, afferma Piana, che ringrazia il ministro Francesco Lollobrigida e il Masaf per il lavoro svolto e rileva l’intesa con Spagna e Francia. Il messaggio politico è chiaro: coordinamento nazionale e asse tra grandi Paesi mediterranei rafforzano la capacità negoziale su dossier che incidono direttamente su economia reale e coesione sociale.
La pesca, ricorda Piana, “non è solo un’attività produttiva, ma un presidio economico, culturale e sociale per i nostri territori costieri che va assolutamente tutelato”. La bocciatura del taglio proposto evita l’impatto immediato su imprese e marinerie e conferma, per ora, la centralità del settore nelle politiche pubbliche. Resta, nella prospettiva evocata dalle istituzioni locali, l’esigenza di mantenere saldo quel “fronte comune” che ha consentito di ottenere il risultato in sede europea.

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