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La cittadinanza si impara a cinque anni: Castiglione Torinese sperimenta il Consiglio comunale dei piccoli

Al centro dell'attenzione il rispetto, la gentilezza e lo stare in gruppo, in un'età in cui contano molto di più i gesti concreti che le istituzioni

La cittadinanza si impara a cinque anni: Castiglione Torinese sperimenta il Consiglio comunale dei piccoli

La cittadinanza si impara a cinque anni: Castiglione Torinese sperimenta il Consiglio comunale dei piccoli (immagine di repertorio)

Castiglione Torinese non aspetta che i ragazzi crescano per parlare di cittadinanza, partecipazione e democrazia. Con una scelta che segna una differenza netta rispetto a molte esperienze già consolidate in altri Comuni, l’amministrazione castiglionese ha approvato la collaborazione al progetto “Consiglio comunale dei piccoli – Spazio alla gentilezza”, promosso dalla scuola dell’infanzia Pedaggio e destinato a una decina di bambini di cinque anni. Un’età in cui, di solito, la politica resta lontana e astratta. Qui, invece, diventa esperienza quotidiana.

Il progetto, sostenuto ufficialmente dalla Giunta comunale la scorsa settimana, nasce dall’adesione a un percorso fino a giugno 2026. Non una simulazione istituzionale in miniatura, ma un lavoro educativo che mette al centro le relazioni, le emozioni, il rispetto delle regole e il senso di appartenenza alla comunità.

L’idea di fondo è ambiziosa: prima ancora di imparare come funziona un Consiglio comunale, i bambini vengono accompagnati a scoprire cosa significa stare in un gruppo, ascoltare l’altro, decidere insieme. Nei primi mesi il percorso si concentra sullo sviluppo delle soft skills, sull’educazione emotiva, sulla comunicazione empatica e sulla cooperazione. Solo successivamente entra in gioco una forma prima di educazione civica attiva, pensata per l’età dei partecipanti e sotto forma di gioco: la conoscenza delle istituzioni locali, la visita in Comune, la costruzione di un piccolo gruppo portavoce.

Il passaggio più significativo arriva nella fase finale, quando il lavoro fatto in aula si traduce in un’azione concreta rivolta alla comunità. I bambini saranno coinvolti nell’ideazione e nella realizzazione di un gesto simbolico di gentilezza pubblica, con una restituzione che arriverà fino alla Giunta comunale. Non una recita, ma un momento di riconoscimento reale del loro ruolo, per quanto piccolo, nello spazio civico.

Il confronto con i Comuni limitrofi aiuta a capire meglio la portata della scelta. A San Mauro Torinese il Consiglio comunale dei ragazzi è attivo da una decina d’anni, ed è diventato uno strumento stabile di partecipazione per le scuole primarie e secondarie di primo grado. Settimo Torinese e Chivasso hanno sviluppato percorsi analoghi, più orientati alla rappresentanza, al confronto diretto con le amministrazioni e alla progettazione di proposte su temi urbani e sociali. Esperienze consolidate, che lavorano su una fascia d’età già in grado di leggere il funzionamento delle istituzioni.

Castiglione sceglie un’altra strada. Non migliore, ma diversa. Anticipa il discorso, spostandolo alla scuola dell’infanzia, dove la cittadinanza non passa ancora dalle regole scritte, ma dai comportamenti quotidiani. La gentilezza, in questo contesto, non è una parola rassicurante o decorativa, ma uno strumento educativo preciso, legato al benessere individuale e collettivo. È il linguaggio attraverso cui si impara che le decisioni non sono mai solo individuali e che far parte di una comunità implica responsabilità.

La Giunta comunale ha riconosciuto questo valore scegliendo di collaborare con la scuola nella realizzazione del progetto. Una scelta che va letta come investimento culturale di lungo periodo, non come iniziativa estemporanea. In un momento storico in cui la partecipazione viene spesso invocata quando è già in crisi, Castiglione prova a costruirla prima che diventi un problema.

Non si tratta di formare piccoli amministratori, ma cittadini consapevoli. E farlo partendo dai cinque anni significa scommettere su un’idea di educazione civica che non si limita a spiegare le istituzioni, ma insegna a viverle.

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