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La denuncia dell’opposizione fa rimuovere il cantiere pericoloso, mentre il Comune continua a non spiegare

A Germagnano la sicurezza torna, la trasparenza resta fuori dal cantiere

La denuncia dell’opposizione fa rimuovere il cantiere pericoloso, mentre il Comune continua a non spiegare

A Germagnano la vicenda della rotatoria di via Celso Miglietti si chiude solo a metà. Il cantiere stradale giudicato pericoloso dall’opposizione è stato rimosso, ma la polemica politica, anziché spegnersi, si è allargata, trasformando quello che doveva essere un chiarimento tecnico in un nuovo fronte di scontro istituzionale. A dirlo apertamente sono gli stessi consiglieri comunali di minoranza, Francesco Airola, Mario Rossatto e Bruno Togliatto, che rivendicano l’esito della loro denuncia ma denunciano, allo stesso tempo, il silenzio e le risposte giudicate evasive dell’amministrazione guidata dalla sindaca Mirella Mantini.

Il punto di partenza è noto. La rotatoria in costruzione lungo la SP2, sul raccordo stradale delle Valli di Lanzo, aveva sollevato fin da subito dubbi e contestazioni. Un’opera sospesa da settimane, un cantiere lasciato aperto e, secondo la minoranza, privo dei requisiti minimi di sicurezza per pedoni, ciclisti e automobilisti. Da qui l’interrogazione formale presentata il 4 novembre, indirizzata non solo alla sindaca ma anche agli organi istituzionali e alle forze dell’ordine, con una richiesta chiara: spiegare perché i lavori fossero fermi e perché un’area potenzialmente pericolosa fosse rimasta esposta così a lungo.

La prima risposta concreta, però, non è arrivata dal Comune ma dalle autorità preposte, che hanno disposto la rimozione del cantiere. Un passaggio che l’opposizione rivendica senza mezzi termini, parlando apertamente di un intervento avvenuto a seguito della nostra denuncia. Un risultato politico e amministrativo che, per Airola, Rossatto e Togliatto, conferma la fondatezza delle segnalazioni fatte e delle preoccupazioni espresse nelle settimane precedenti.

Diverso, e molto più controverso, è il capitolo della risposta ufficiale della sindaca. Solo il 10 dicembre, a più di un mese dall’interrogazione, arriva una replica scritta che definisce la sospensione dei lavori come dovuta a semplici “motivi burocratici”. Una spiegazione che la minoranza giudica riduttiva e poco credibile. Nel comunicato diffuso l’11 dicembre, i consiglieri parlano apertamente di una risposta “omertosa”, che sembrerebbe voler nascondere problemi più profondi, non solo di natura amministrativa ma forse anche progettuale o legati all’affidamento dei lavori in assenza dei necessari permessi.

È qui che lo scontro si sposta dal piano della sicurezza stradale a quello della trasparenza amministrativa. Secondo l’opposizione, non chiarire fino in fondo le ragioni dello stop e limitarsi a una formula generica significa non solo ostacolare il diritto-dovere di controllo dei consiglieri, ma anche tenere all’oscuro la cittadinanza sulle reali difficoltà dell’opera. Una gestione che, sempre secondo Airola, Rossatto e Togliatto, trasmette l’immagine di un’amministrazione incapace di assumersi la responsabilità delle proprie scelte tecniche e politiche.

Nel mirino finisce anche una recente intervista della sindaca, nella quale Mantini avrebbe rivendicato un confronto con ingegneri e architetti qualificati. Un passaggio che l’opposizione non contesta nel merito delle competenze, ma sul piano formale e amministrativo: resta infatti da chiarire se a quei professionisti siano stati conferiti incarichi ufficiali e se abbiano avuto un ruolo nella progettazione o nella direzione dei lavori della rotatoria. Informazioni che, sottolineano i consiglieri, dovranno emergere attraverso gli atti e le comunicazioni obbligatorie.

Il comunicato della minoranza non risparmia nemmeno il tono politico dello scontro. Viene ricordata una frase pronunciata dalla sindaca, un proverbio giudicato “squallido e volgare”, usato per liquidare le critiche: “la volpe dice che l’uva è acerba se non riesce a prenderla”. Un’immagine che l’opposizione ribalta, rivendicando di occuparsi del fabbisogno reale dei cittadini e delle attività economiche del territorio, e invitando la prima cittadina a non trasformare la gestione della cosa pubblica in una contesa personale.

Sul fondo resta un nodo irrisolto, che va oltre il singolo cantiere. I consiglieri ricordano come, nonostante ripetute richieste, la sindaca abbia sempre respinto la proposta di trasmettere in streaming i Consigli comunali, uno strumento che – sottolineano – lo Stato ha già messo gratuitamente a disposizione del Comune proprio per garantire trasparenza e partecipazione. Anche su questo fronte, l’opposizione parla di un confronto pubblico sistematicamente evitato.

Così, mentre il cantiere di via Celso Miglietti non c’è più e il rischio immediato per la viabilità è stato rimosso, la vicenda lascia dietro di sé una scia di interrogativi. Perché i lavori sono stati davvero sospesi? Chi ha progettato e autorizzato l’opera? Perché un intervento così contestato è arrivato fino all’apertura del cantiere senza un dibattito pubblico più ampio? Domande che, come ricordano Airola, Rossatto e Togliatto, non riguardano solo Germagnano ma l’intero sistema viario delle Valli di Lanzo.

La denuncia-protesta, dunque, ha prodotto un effetto concreto, ma non ha chiuso il caso. Anzi, lo ha trasformato in un banco di prova politico per un’amministrazione chiamata ora a dimostrare, carte alla mano, che dietro la rimozione di un cantiere pericoloso non ci sia solo una toppa messa in fretta, ma una reale assunzione di responsabilità verso la comunità.

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