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Presidio fermato all’ex Ilva, arrivano segnali di apertura dopo l’incontro con l’azienda

Accordo su manutenzioni e reparti, resta irrisolto il nodo politico dei tavoli nazionali

Presidio fermato all’ex Ilva

Presidio fermato all’ex Ilva, arrivano segnali di apertura dopo l’incontro con l’azienda (foto di repertorio)

Il presidio permanente al varco merci dell’ex Ilva di Novi Ligure viene sospeso. La decisione è arrivata dopo l’incontro tra azienda e rappresentanze sindacali Rsu Fim-Fiom-Uilm, che nelle ultime settimane avevano mantenuto una presenza costante davanti allo stabilimento per chiedere garanzie occupazionali e un confronto politico a livello nazionale.

Secondo quanto comunicato dalle sigle, l’azienda ha fornito risposte considerate migliorative rispetto al quadro precedente. Durante la fermata natalizia, infatti, saranno svolte le attività di manutenzione con il personale presente in stabilimento, evitando ulteriori rallentamenti produttivi. Sul capitolo ferie, è stato concordato un sistema di gestione che consenta di salvaguardare le festività e al tempo stesso di rispettare il monte ore disponibile per ciascun lavoratore.

Uno dei punti più rilevanti riguarda la ripresa del reparto di ricottura statica, finora fermo a tempo indeterminato. Alla ripartenza dello stabilimento, il reparto tornerà operativo, un risultato considerato importante dalle organizzazioni sindacali. Parallelamente, il numero massimo di dipendenti collocati in cassa integrazione verrà ridotto di dieci unità, un segnale positivo nel percorso di tenuta produttiva del sito.

L’azienda ha inoltre confermato l’avvio di corsi di formazione in presenza, destinati a rafforzare competenze e qualifiche interne, elemento ritenuto fondamentale per mantenere attivi i cicli produttivi esistenti e accompagnare eventuali sviluppi futuri.

Resta aperto il fronte politico. L’azienda si è impegnata a sollecitare l’incontro a Palazzo Chigi, richiesta che aveva motivato l’avvio del presidio. A gennaio è previsto un nuovo confronto con Acciaierie d’Italia per verificare il rispetto del programma stabilito e monitorare l’andamento delle attività.

In una nota, la Rsu di Novi Ligure ha espresso un ringraziamento diffuso ai lavoratori che «hanno partecipato attivamente alla lotta intrapresa per salvaguardare l’occupazione», alle persone esterne che hanno portato solidarietà durante i giorni del presidio e al sindaco Rocchino Muliere insieme all’amministrazione comunale, costantemente presenti. Un riconoscimento è stato rivolto anche alle segreterie sindacali nazionali, regionali e provinciali, oltre ai lavoratori della Roquette e alla Filctem, che hanno dato un contributo ritenuto significativo.

I sindacati, tuttavia, non abbassano la guardia. «Consapevoli che i problemi sul nostro futuro non sono finiti – dichiarano – continueremo a vigilare e, se necessario, riprenderemo la lotta in qualsiasi momento». Una frase che fotografa il clima che ancora attraversa lo stabilimento: cauto sollievo per i passi avanti ottenuti, ma determinazione nel mantenere alta l’attenzione su un sito industriale più volte finito al centro di crisi e riorganizzazioni.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se gli impegni assunti verranno confermati e se il tavolo politico potrà davvero riaprirsi. Intanto, a Novi Ligure si chiude una fase, ma non la mobilitazione: la sospensione del presidio è un segnale di apertura, non una resa.

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