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06 Dicembre 2025 - 12:18
Il Circolo PD del Gassinese attacca Lega e Fratelli d'Italia: “Destra populista e demagogico/fascista” (foto: De Martino, Salvini e Meloni)
La politica locale, talvolta, offre uno spaccato più nitido delle tensioni che attraversano l’intero Paese. È ciò che è accaduto nella notte tra venerdì e sabato, quando il segretario del Circolo PD del Gassinese, Gianluigi De Martino, ha pubblicato su Facebook una lunga lettera aperta indirizzata agli iscritti. Un testo che nasce come riflessione interna al partito, come invito alla partecipazione e come ringraziamento per il confronto avvenuto nell’assemblea di mercoledì sera, ma che finisce per assumere un peso politico ben più ampio a causa di un passaggio preciso: un attacco diretto, senza attenuanti, alla destra italiana.
La lettera si apre con toni quasi intimi. De Martino scrive di voler condividere pensieri che “arrivano più dal cuore che dalla mente”, ringrazia chi ha partecipato al direttivo, valorizza la qualità degli interventi, rivendica la necessità di confrontarsi sempre, e non soltanto nelle fasi congressuali. È il preludio a un discorso più ampio sul ruolo dei circoli territoriali, che per il segretario devono tornare a essere un punto di aggregazione politica e un laboratorio di idee. La partecipazione, sottolinea, non può essere episodica: «Le elezioni si vincono partecipando dal primo giorno dopo quelle precedenti».
Eppure, già da queste prime righe, si percepisce un’urgenza. De Martino non parla a un circolo in pace con sé stesso, ma a un gruppo politico che cerca un’identità più forte. Ed è da questa esigenza interna che si sviluppa il resto della lettera, che diventa un appello alla militanza attiva, al coinvolgimento dei giovani, alla lotta contro l’astensionismo considerato la “vera maggioranza” del Paese. Un richiamo che riprende retoriche del passato della sinistra italiana, ma declinate nel presente: un invito a ricostruire un tessuto politico lacerato e spesso incapace di intercettare i nuovi elettori.
Il passaggio più polemico, però, arriva poco dopo, quando De Martino afferma che il circolo può vincere “solo unito”, e individua l’avversario politico con una formula che non lascia margini d’interpretazione: definisce la destra come «populista e demagogico/fascista», riferendosi, senza equivoci, a Fratelli d’Italia e Lega. È un attacco frontale, ben più esplicito delle critiche che solitamente si leggono nelle comunicazioni dei circoli locali. E proprio per questo ha sollevato attenzione.
Negli ultimi anni, diversi sono stati infatti gli episodi hanno alimentato un dibattito ricorrente: quali sono, oggi, le radici culturali della destra italiana? La questione è esplosa più volte sui media e nelle sedi istituzionali, e non solo per il peso politico assunto da Fratelli d’Italia con la vittoria alle ultime elezioni nazionali.
È riemersa, ad esempio, con i saluti romani nella sede di Gioventù Nazionale a Parma, un episodio che ha segnato profondamente il dibattito pubblico; così come con la foto di Galeazzo Bignami, attuale capogruppo FdI alla Camera dei Deputati, ritratto in gioventù a un carnevale vestito da nazista, un travestimento decisamente singolare. Un’immagine che lui stesso definì “un errore giovanile”, ma che per mesi mobilitò i commenti politici.

Galeazzo Bignami (a sinistra) e un altro uomo non identificato
Nel 2023 il libro-inchiesta “Fratelli di Chat” (Paper First editore) ha rivelato linguaggi, comportamenti e contenuti circolati all’interno di gruppi del partito erede del MSI, tra cui riferimenti nostalgici al Ventennio, ordini dell'attuale premier a non parlare mai di "antifascismo" e immagini che hanno rilanciato il tema del rapporto tra la destra istituzionale e i residui del neofascismo italiano. Un materiale che ha alimentato uno scontro politico durissimo, con il centrosinistra convinto che certi episodi mostrino un’assenza di rottura netta con il passato, e la destra, invece, impegnata a liquidarli come deviazioni individuali, estranee alla linea del partito.
È in questo contesto nazionale che s’inserisce la frase di De Martino. Non come detonatore locale, ma come sintomo di un clima politico ben più ampio e complesso. La lettera non elenca esplicitamente questi episodi, ma le parole utilizzate non possono essere isolate dal discorso pubblico degli ultimi anni. Quando definisce la destra “fascista”, il segretario riprende una narrazione già diffusa a livello nazionale, che vede in FdI un partito culturalmente legato — anche solo per retaggi storici — all’esperienza del Movimento Sociale Italiano, e in Lega un soggetto politico che, pur avendo cambiato pelle da partito “del Nord” a forza nazionale sovranista, continua a muoversi in un terreno di identità fragile e instabile.
Il resto della lettera, però, è tutt’altro che un comizio. De Martino parla della vita interna del circolo, ringrazia chi dedica tempo al partito, chi non usa il PD come “ascensore sociale”, chi crede nella politica fatta di presenza e sacrificio, non di personalismi. Rilancia il tema del coinvolgimento dei giovani, parlando di un “patto transgenerazionale” senza il quale qualunque futuro sarebbe compromesso. E denuncia la tendenza — secondo lui troppo diffusa — di lasciare le nuove generazioni a bordo campo, “a portar borracce ai dinosauri”.
La parte conclusiva, pur carica di idealismo, si chiude con un’immagine precisa: «Anche nei piccoli circoli possono nascere idee e azioni che contribuiranno a cambiare il mondo». È una visione che richiama la tradizione politica della sinistra italiana, quella che ha trovato nei circoli, nelle sezioni e nelle case del popolo la propria forza storica.
Il valore della lettera sta però nel suo doppio registro. Da una parte, un messaggio interno, rivolto a un gruppo militante che De Martino vuole più presente, più attivo, più coeso; dall’altra, un attacco pubblico e diretto che riporta al centro la questione — mai davvero conclusa — delle radici politiche della "destra-destra" (o "destra-centro") italiana. La destra respinge da anni queste etichette, rivendica la propria legittimazione democratica, e sostiene di essersi definitivamente emancipata dal passato post-fascista, mentre la Lega difende la propria trasformazione da partito regionale a soggetto nazionale.
È un confronto che attraversa Parlamento, Regioni, social network e ora anche i circoli locali, come dimostra il caso gassinese. La lettera di De Martino, per toni e contenuti, apre un fronte politico che difficilmente si chiuderà in fretta. Ma resta, in definitiva, un documento di parte: un messaggio che racconta molto del PD e dei suoi nodi irrisolti, ma che non cancella la complessità di un quadro politico in cui destra e sinistra continuano a sfidarsi anche sul terreno della memoria e dell’identità.
Uno scenario che, inevitabilmente, riguarda anche Gassino Torinese, dove la dialettica politica locale — pur distante dai riflettori nazionali — finisce per riflettere tensioni che attraversano l’intero Paese.
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