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Una panchina “smart” in corso Italia: Gassino aggiorna l’arredo urbano, ma restano dubbi sulle opere più grandi

La nuova panchina multimediale e i cestini finanziati dal Distretto del Commercio arrivano mentre proseguono i lavori, ma restano irrisolti i nodi su verde pubblico, priorità e futuro del centro storico

Una panchina “smart” in corso Italia: Gassino aggiorna l’arredo urbano, ma restano dubbi sulle opere più grandi

Una panchina “smart” in corso Italia: Gassino aggiorna l’arredo urbano, ma restano dubbi sulle opere più grandi

A Gassino Torinese l’arredo urbano cambia ancora volto. La comparsa della nuova panchina multimediale in corso Italia, installata il 5 dicembre davanti alla filiale UniCredit e dotata di prese USB, ricarica wireless e materiali resistenti, segna un altro tassello del piano di rinnovamento dell’arredo urbano grazie ai fondi del Distretto del Commercio. Insieme alla panchina sono arrivati anche i nuovi cestini, più moderni e coordinati con le finiture scelte per il centro. Nel frattempo, gli operai stanno posizionando fioriere lungo la via principale e completando una serie di piccoli interventi che stanno ridisegnando, passo dopo passo, l’aspetto del cuore cittadino.

Il cantiere ha comportato anche la rimozione degli alberelli lungo corso Italia, giudicati dall’amministrazione “datati” e cresciuti in modo irregolare rispetto alla sede stradale. La sostituzione avverrà nell’ambito del futuro rifacimento della pavimentazione del centro storico, un progetto già annunciato e che dovrebbe ridisegnare definitivamente l’area, anche se restano da chiarire tempi e modalità di realizzazione. Per ora, l’intervento procede per piccoli lotti: dettagli visibili che però non coincidono ancora con un disegno unitario compiuto.

La nuova "panchina multimediale" (in centro)

In questo clima di trasformazione graduale, non sfuma però la tensione politica sul tema delle manutenzioni. Nell’ultimo Consiglio comunale, i consiglieri di opposizione Andrea Morelli e Maurizio Gazzara hanno ribadito una critica già avanzata più volte: i piccoli interventi sono utili, ma non bastano a colmare quello che definiscono un arretrato strutturale. Entrambi hanno ricordato la presenza in città di strade logorate, marciapiedi sconnessi, transenne posizionate da mesi senza che si sia arrivati a una soluzione definitiva e un piano delle opere pubbliche per il 2026 che, nelle loro valutazioni, non presenta cantieri significativi. Per Morelli, la variazione di bilancio approvata nell’ultima seduta sarebbe la prova di una difficoltà oggettiva a concretizzare nuovi investimenti, mentre il DUP 2026–2028, arrivato in ritardo, è stato giudicato incompleto e contraddittorio. Anche Gazzara, poco prima del Consiglio, aveva parlato di “trascuratezza cronica” delle manutenzioni e di un decoro urbano che avrebbe bisogno di ben altro ritmo.

Le osservazioni della minoranza si inseriscono in un quadro più ampio, segnato da questioni che restano in sospeso: dalla piattaforma dell’ex-pesa di via Bussolino ai rinvii su opere considerate prioritarie come i marciapiedi del lato non commerciale di corso Italia o la nuova viabilità per l’ecocentro lungo la SP590, ora prevista non prima del 2027. Il tema, per l’opposizione, non riguarda la qualità degli interventi più piccoli — spesso apprezzati dai residenti e necessari a migliorare il quotidiano — ma la capacità di chiudere i cantieri più pesanti, dove la città continua ad attendere segnali di svolta.

È in questo contesto che l’arrivo della panchina “smart” assume un significato che va oltre il suo valore pratico. Da un lato indica la volontà dell’amministrazione di investire sull’immagine del centro e sull’accoglienza degli spazi pubblici, sfruttando risorse esterne al bilancio ordinario; dall’altro, offre l’occasione per interrogarsi sul rapporto tra rinnovamento estetico e funzionalità urbana: quanto pesano, nell’esperienza quotidiana dei cittadini, una nuova seduta multimediale o un cestino coordinato se, poco distante, restano problemi di accessibilità, barriere architettoniche e asfaltature che attendono da anni di essere rifatte?

Il centro di Gassino cambia, ma la sfida vera resta quella di far convivere estetica e concretezza, innovazione e manutenzione, progetti finanziati a bando e opere che dipendono direttamente dalla capacità amministrativa. Il nuovo arredo urbano è un passo visibile, ma non è ancora la risposta agli interrogativi più profondi che attraversano la città. I prossimi mesi diranno se questi piccoli tasselli sapranno dialogare con le scelte più strutturali, attese da tempo da residenti e commercianti.

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