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Verbania spende 450 mila euro per le luminarie ma interi quartieri restano al buio

Brezza parla di una città che investe sulle feste mentre residenti e automobilisti convivono con disservizi gravi e rischi quotidiani

Verbania spende 450 mila euro per le luminarie

Verbania spende 450 mila euro per le luminarie ma interi quartieri restano al buio

Verbania si illumina per il Natale, ma solo dove conviene. È questa l’accusa durissima del Partito Democratico, che per voce del capogruppo Riccardo Brezza denuncia un cortocircuito amministrativo che sta facendo discutere l’intera città: un investimento di 450 mila euro per luminarie ed eventi natalizi concentrati nelle aree centrali, mentre ampie zone urbane restano letteralmente al buio. Una contraddizione che Brezza definisce “una scelta che lascia senza parole” e che mette in discussione quella “svolta sull’illuminazione pubblica” annunciata dalla giunta un anno fa.

Il consigliere parla di disservizi quotidiani, segnalazioni continue dei cittadini e interi quartieri dove la mancanza di illuminazione non è più un problema tecnico ma un rischio concreto per la sicurezza. Il caso più emblematico è quello di corso Cairoli, oggi simbolo del malcontento: tre attraversamenti pedonali spenti, compreso quello davanti alla bocciofila, diventato secondo residenti, pedoni e automobilisti una zona ad alta pericolosità.

Brezza sostiene che non si tratti di episodi isolati ma di una condizione diffusa, frutto di scelte politiche che privilegiano le luminarie “da cartolina” rispetto ai bisogni essenziali delle periferie, dove la scarsa visibilità rende più difficile muoversi, attraversare la strada, percorrere a piedi tratti che di sera diventano terra di nessuno.

E mentre la città si prepara agli eventi natalizi, il Pd insiste su un punto: un piano di illuminazione pubblica che non illumina davvero è un fallimento, e la giunta – accusata di non aver garantito una manutenzione adeguata – ora deve assumersi la responsabilità di quartieri lasciati in penombra.

Il nodo politico resta la distanza tra estetica e sicurezza, tra immagine e servizi, tra investimenti celebrativi e manutenzioni rimandate. Una distanza che, secondo l’opposizione, si misura ogni sera quando intere vie rimangono invisibili e chi le percorre teme che, prima o poi, quel buio possa costare caro.

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