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03 Dicembre 2025 - 11:49
«Convocazione dalla Polizia»: la nuova truffa via mail che spaventa gli utenti
Una nuova truffa informatica sta circolando via email e sta generando preoccupazione tra gli utenti italiani. Si tratta di un messaggio fraudolento che simula una convocazione ufficiale della Polizia di Stato, apparentemente firmata dal Capo della Polizia Vittorio Pisani. Il documento, dall’aspetto formale e corredato di loghi istituzionali, timbri e riferimenti alla cybersicurezza nazionale, è in realtà un falso costruito con l’intento di intimidire e indurre la vittima a compiere azioni impulsive, come cliccare su link malevoli o fornire dati personali.
Il testo della comunicazione è allarmante: si parla di un presunto ordine del tribunale a carico del destinatario, accusato di reati gravissimi come pornografia infantile, molestie sessuali, tratta di esseri umani a fini sessuali, pornografia informatica e spaccio di droga. L’email sostiene che il Dipartimento Investigativo della Polizia opera attraverso un’Unità Speciale Crimini Informatici dotata di strumenti forensi avanzati, capaci di estrarre dati cancellati da dispositivi digitali e di tracciare ogni attività online. Viene persino citato l’articolo 615 ter del Codice Penale Italiano, relativo all’accesso abusivo a sistemi informatici, per dare maggiore credibilità al messaggio.
Il tono è intimidatorio e perentorio: “Le assicuriamo che saranno intraprese severe azioni legali nei Suoi confronti qualora non dovesse rispondere alla presente comunicazione”, si legge nel documento. Inoltre, viene indicato che ulteriori informazioni sull’ordinanza del tribunale saranno rese disponibili entro 24 ore dalla risposta del destinatario, spingendo così la vittima a reagire in fretta, senza riflettere.

Secondo gli esperti di cybersicurezza, si tratta di un classico esempio di phishing, una tecnica fraudolenta che sfrutta l’inganno e la pressione psicologica per ottenere informazioni sensibili o installare malware. Il messaggio è costruito per sembrare autentico, ma presenta diversi indizi che ne rivelano la natura ingannevole: l’uso di un linguaggio generico, l’assenza di riferimenti precisi al destinatario, la presenza di accuse infondate e la richiesta di una risposta urgente.
La Polizia di Stato ha più volte ribadito che non invia convocazioni via email per reati di questo tipo, né utilizza toni minacciosi o comunicazioni non personalizzate. Le indagini e le notifiche ufficiali avvengono sempre tramite canali istituzionali e con modalità tracciabili. In caso di ricezione di messaggi simili, è fondamentale non cliccare su alcun link, non rispondere e non scaricare eventuali allegati. È consigliabile segnalare immediatamente l’email alle autorità competenti, come la Polizia Postale, e cancellarla dal proprio account.
La truffa, che sfrutta il timore di essere coinvolti in procedimenti penali, è particolarmente insidiosa perché colpisce la sfera emotiva e la reputazione personale. Alcuni utenti, spaventati dalle accuse, potrebbero agire d’impulso e cadere nella trappola. Per questo motivo, è importante diffondere consapevolezza e informare il pubblico sui rischi legati al phishing e alle false comunicazioni istituzionali.
La cybersicurezza resta una priorità, soprattutto in un’epoca in cui le truffe digitali si fanno sempre più sofisticate. La prudenza, la verifica delle fonti e il ricorso alle autorità sono gli strumenti più efficaci per difendersi da queste minacce. Come sempre, se qualcosa sembra troppo grave o urgente per essere vero, è il caso di fermarsi, riflettere e chiedere aiuto.
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