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03 Dicembre 2025 - 09:51
La miglior scuola d’Italia non è in una grande città: il Ferrari di Este travolge le metropoli e domina Eduscopio 2025
La nuova edizione di Eduscopio 2025, il progetto firmato dalla Fondazione Agnelli che ogni anno misura l’efficacia delle scuole superiori italiane attraverso gli esiti universitari dei diplomati, ridisegna ancora una volta la mappa della qualità formativa nazionale. Al vertice c’è un istituto che conferma una tendenza ormai stabile: la provincia, più delle grandi metropoli, sembra essere il terreno fertile dove gli istituti superiori riescono a raggiungere i risultati più alti. Quest’anno il miglior liceo italiano è il Giovanni Battista Ferrari di Este, in provincia di Padova, un liceo scientifico delle scienze applicate che ha conquistato un punteggio sorprendente, 94.45 centesimi, collocandosi davanti a tutte le altre scuole monitorate sul territorio nazionale.
Il Ferrari rappresenta un caso emblematico della trasformazione della formazione scientifica in Italia. L’indirizzo delle scienze applicate, privo di latino e con un rafforzamento dell’area informatica, intercetta meglio di altri la domanda crescente di competenze tecniche e digitali. Una chiave di lettura che spiega, almeno in parte, le performance elevate degli studenti all’università e nei percorsi post-diploma. Ma c’è soprattutto un altro elemento su cui riflettono gli esperti: la capacità delle scuole di provincia di stabilire un rapporto più diretto con gli studenti, con una continuità didattica spesso più solida e un clima scolastico meno dispersivo rispetto alle grandi città.
Non è un caso che alle spalle del Ferrari compaiano altri istituti lontani dalle aree metropolitane. Spicca il liceo scientifico Giovenale Ancina di Fossano, in provincia di Cuneo, che raggiunge quota 93.18, confermandosi tra le eccellenze del Nord-Ovest. Molto alto anche il punteggio del Giorgio Dal Piaz di Feltre, in Veneto, che si colloca a 92.65, a ulteriore conferma della forza del tessuto scolastico veneto e piemontese, territori che da anni mostrano livelli di rendimento particolarmente elevati.

Nelle grandi città il quadro è più articolato e riflette dinamiche diverse, spesso legate alla forte competizione tra istituti storici. A Milano, nel campo dei licei classici, il Berchet torna davanti ai rivali dopo un periodo di alternanza in testa alla graduatoria, mentre lo scientifico Volta consolida un primato che da anni lo vede nelle posizioni più alte del ranking nazionale. A Bologna, il podio è occupato dal Galvani e dal Copernico, entrambi considerati punti di riferimento per la città. A Firenze, si confermano i grandi nomi: il classico Galileo e il Machiavelli restano istituti di eccellenza sia per tradizione sia per continuità di risultati.
Il panorama del Sud offre un dato in controtendenza: a Napoli, il Convitto Vittorio Emanuele II domina sia tra i classici sia tra gli scientifici, una doppia affermazione che evidenzia la solidità di un’istituzione capace di mantenere standard elevati in un contesto complesso come quello metropolitano partenopeo.
A Torino, come spesso accade, la sfida per il primato resta serrata. Per i classici, il Camillo Benso di Cavour supera il Gioberti, mentre tra gli scientifici emerge il paritario Edoardo Agnelli, un istituto che negli ultimi anni ha scalato costantemente le classifiche offrendosi come alternativa solida alle scuole pubbliche. A Roma, invece, tutto resta immutato: per l’ottavo anno consecutivo il miglior liceo scientifico è l’Augusto Righi, mentre tra i classici trionfa ancora una volta il Visconti, seguito dal Mamiani e dal Tasso, tre istituti che rappresentano un pezzo di storia della capitale e che continuano a garantire performance di alto livello.
Il valore di Eduscopio sta soprattutto nella vastità del campione analizzato. Per questa edizione, il gruppo di lavoro della Fondazione Agnelli coordinato da Martino Bernardi ha esaminato i risultati di 1.355.000 diplomati provenienti da 8.150 scuole italiane, distribuiti in tre anni scolastici: 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022. Un database imponente, che consente non solo di misurare il rendimento delle scuole, ma anche di monitorare costantemente l’evoluzione del sistema educativo.
Il criterio scelto per valutare le scuole privilegia la capacità degli istituti di fornire una preparazione adeguata al percorso universitario intrapreso dai diplomati. Si osservano, tra gli altri indicatori, la media dei voti ottenuti nei primi anni di università e la regolarità del percorso di studi, elementi considerati più efficaci dei semplici dati sugli esiti della maturità. L’obiettivo non è stilare una classifica fine a sé stessa, ma fornire alle famiglie uno strumento di orientamento basato su risultati concreti e verificabili.
Il quadro complessivo restituito da Eduscopio 2025 conferma una tendenza che ormai si ripete da anni: l’Italia è un Paese in cui la qualità delle scuole non è necessariamente legata alla dimensione urbana o al prestigio storico dell’istituto, ma a una serie di fattori che includono stabilità del corpo docente, attenzione allo studente e capacità di mantenere una didattica coerente. Le grandi città offrono eccellenze spesso riconosciute a livello nazionale, ma la provincia continua a sorprendere e a rappresentare una parte vitale del sistema scolastico.
Mentre il dibattito politico sulla scuola si concentra su riforme, organici e investimenti, Eduscopio offre un punto di vista concreto, basato sui risultati reali degli studenti. E ancora una volta ricorda che la qualità formativa non è un’etichetta, ma un percorso misurabile.
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