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Cori razzisti al Pala Dal Lago a Novara: partita di hockey finisce nel caos

L’Azzurra Novara segnala l’episodio alla Federazione e raccoglie prove audio-video per identificare i responsabili

Cori razzisti al Pala Dal Lago a Novara

Cori razzisti al Pala Dal Lago a Novara: partita di hockey finisce nel caos (foto di repertorio)

Doveva essere una serata di sport, di scoperta e di entusiasmo per i più piccoli. Invece, al Pala Dal Lago di Novara, la partita di sabato sera si è trasformata nell’ennesima dimostrazione di quanto il razzismo continui ad avvelenare gli impianti sportivi italiani. Nel momento in cui l’Azzurra aveva deciso di aprire le porte a decine di bambini delle scuole elementari per avvicinarli al mondo dell’hockey, un gruppo di tifosi dell’Amatori Lodi ha rovinato tutto con cori indirizzati al giocatore azzurro Bruno Dinis.

L’episodio è avvenuto alla fine del primo tempo, nel pieno di un clima che avrebbe dovuto essere di festa. Ma invece delle voci dei bambini, si sono alzati insulti definiti dalla società come “cori allucinanti e di chiaro sfondo razziale”. Un attacco rivolto a un atleta conosciuto per sportività, correttezza e professionalità, come sottolinea il club nel comunicato diffuso subito dopo la gara. Una pagina nera resa ancora più grave proprio dalla presenza di piccoli spettatori di sei e sette anni, molti dei quali alla loro prima esperienza in un palazzetto.

Il progetto dell’Azzurra era semplice: far scoprire ai bambini uno sport diverso, insegnare il valore dell’impegno, del rispetto, della competizione leale. Il risultato, invece, è stato quello opposto. Genitori e insegnanti hanno assistito a una scena che contraddice ogni messaggio educativo. È il tipo di episodio che lascia un segno, perché mette in luce il divario tra lo sport che si vorrebbe insegnare e quello che talvolta si manifesta sugli spalti.

La società novarese non ha perso tempo: l’accaduto è stato segnalato immediatamente alla Federazione, con la richiesta di interventi tangibili contro chi continua a usare le competizioni come terreno di scontro ideologico e verbale. Nel comunicato, l’Azzurra ribadisce come fatti simili “nell’anno 2025 non possano più essere tollerati” e informa di essere al lavoro per raccogliere materiale audio e video utile a identificare i responsabili e formalizzare la denuncia.

Il messaggio del club è netto: non bastano le condanne rituali o le frasi di circostanza. Servono sanzioni, decisioni che interrompano la spirale di impunità che permette a certi comportamenti di ripetersi. L’Azzurra rivendica la propria identità di società fondata su rispetto, inclusione e cultura sportiva, ribadendo la propria posizione senza ambiguità: “uno sport serio e civile dice no al razzismo”.

Per i tanti bambini invitati, quella partita non resterà nella memoria per un gol o per un’azione spettacolare. L’immagine che porteranno con sé è quella di adulti incapaci di dare l’esempio. È un monito per tutti: società sportive, istituzioni, federazioni. Perché episodi come questo, nei palazzetti come negli stadi, mostrano con crudezza quanto lavoro ci sia ancora da fare per proteggere lo sport – e chi lo ama – dai comportamenti più indegni.

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