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Cronaca

Corruzione negli appalti Anas: quattro indagati tra Novara e Milano

Perquisizioni, denaro nascosto e arredi pagati da privati: la Procura ricostruisce il presunto sistema di favori tra Anas Cameri e uno studio milanese

Corruzione negli appalti Anas: quattro indagati tra Novara e Milano

Corruzione negli appalti Anas: quattro indagati tra Novara e Milano

La fotografia investigativa è racchiusa in una busta con 2.090 euro trovata sotto un letto, in una serie di fatture pagate da privati per arredi di valore, e in pratiche amministrative che — secondo l’ipotesi accusatoria — sarebbero state “velocizzate” in cambio di denaro o regalie. Nel Novarese si allarga l’indagine per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, coordinata dalla Procura di Novara ed eseguita dal Nucleo Investigativo dei carabinieri.

Quattro persone risultano indagate. Sono figure chiave nel circuito degli appalti e dello sviluppo urbanistico di un’area strategica del Piemonte orientale: un ingegnere e due geometri della Sezione Anas di Cameri, oltre a un architetto di uno studio professionale con sede a Milano, specializzato in logistica e progetti di data center. La Procura procede per verificare un possibile meccanismo di scambi illeciti tra funzione pubblica e soggetti privati con incarichi sui territori di Novara, Trecate e Cameri.

Sulla base delle prime ricostruzioni, i funzionari pubblici avrebbero agevolato l’iter di pratiche urbanistiche seguite dallo studio milanese. In cambio, secondo l’ipotesi degli inquirenti, si sarebbero visti corrispondere denaro contante o il pagamento di beni, come arredi di pregio destinati a uno degli indagati. Al momento, le contestazioni restano tutte da verificare in sede giudiziaria. Alla luce della normativa vigente, tutti gli indagati godono della presunzione di innocenza.

Le perquisizioni dei carabinieri, avvenute nei giorni scorsi, hanno portato al sequestro di smartphone, computer, appunti e supporti informatici. Gli accertamenti riguardano anche la tracciabilità dei 2.090 euro rinvenuti in una busta sotto il letto di uno dei funzionari: un elemento che gli investigatori dovranno collegare alle pratiche oggetto del fascicolo, per verificare se si tratti di una somma compatibile con l’ipotesi di scambi illeciti.

L’indagine solleva interrogativi delicati sul rapporto tra ente pubblico e privati in un settore, quello dei progetti infrastrutturali e logistici, dove tempi e autorizzazioni pesano in modo determinante sugli investimenti. Il rischio di “scorciatoie” burocratiche a pagamento, se confermato, minerebbe la fiducia della cittadinanza nei controlli e nella gestione delle opere in un momento in cui il territorio è chiamato a un salto di qualità sul piano della pianificazione.

Si attendono ora gli sviluppi dell’esame della documentazione sequestrata, che potrebbe portare a confermare l’impianto accusatorio o a ridisegnarlo. Gli inquirenti lavorano sulla corrispondenza tra i pagamenti, le prestazioni professionali e le tempistiche delle pratiche urbanistiche al centro dell’inchiesta. Le prossime settimane saranno decisive anche per stabilire se il perimetro del fascicolo debba essere ampliato, o se il presunto sistema si esaurisca nei quattro indagati attuali.

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