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La Juve perde il suo bomber: la lesione “di alto grado” di Vlahovic è un disastro annunciato

Il serbo fermato da un danno muscolo-tendineo serio: tempi lunghi, cure delicate e una ripresa tutta da valutare

La Juve perde il suo bomber

La Juve perde il suo bomber: la lesione “di alto grado” di Vlahovic è un disastro annunciato

La notizia che la Juventus temeva è arrivata nel primo pomeriggio, confermando sensazioni che già alla fine della partita con il Cagliari erano sembrate tutt’altro che rassicuranti. Gli esami strumentali eseguiti al J Medical hanno infatti diagnosticato a Dusan Vlahovic una lesione di alto grado della giunzione muscolo-tendinea dell’adduttore lungo sinistro. Un referto pesante, che obbliga lo staff sanitario bianconero a valutare con grande attenzione modalità e tempi del recupero. Il club, in una nota scarna ma chiara, parla di «ulteriori consulti medici» necessari per definire il percorso terapeutico più adeguato. Tradotto: l’entità del danno è importante e richiede massima prudenza.

Per capire la portata dell’infortunio bisogna partire proprio dalla definizione di “lesione di alto grado”. Nel linguaggio medico-sportivo indica uno strappo muscolare di secondo/terzo grado, con rottura estesa delle fibre e coinvolgimento della zona in cui il muscolo si inserisce sul tendine. La giunzione muscolo-tendinea è tra le aree più delicate per un calciatore: è qui che si concentra la forza del movimento, soprattutto nei cambi di direzione, nella corsa esplosiva e nei gesti tecnici rapidi. Quando questa zona si danneggia, il recupero diventa complesso perché occorre far cicatrizzare il tessuto e ristabilire la continuità strutturale senza creare rigidità o nuovi squilibri.

Una lesione di alto grado non è un semplice stiramento. Parliamo di un infortunio che, a seconda dell’entità precisa e della reazione del muscolo nelle prime settimane, può richiedere diversi mesi per una guarigione completa. I protocolli più moderni prevedono una fase iniziale di immobilizzazione e scarico, seguita da riabilitazione personalizzata, lavoro di rinforzo progressivo e, solo nelle ultime settimane, ritorno graduale al campo con attività specifiche per prevenire ricadute. Non sempre le terapie conservative bastano: per questo la Juventus parla esplicitamente di «consultazioni aggiuntive», perché anche l’opzione chirurgica – seppur meno frequente – in casi estremi viene valutata.

L’assenza del centravanti serbo pesa come un macigno in un momento cruciale della stagione bianconera. Vlahovic è il riferimento offensivo della squadra, non solo per i gol ma per il lavoro in profondità, la capacità di tenere il pallone e aprire spazi. Senza di lui, l’assetto offensivo dovrà cambiare radicalmente, con Allegri (o chi ne cura attualmente la gestione tecnica) costretto a ridisegnare movimenti, soluzioni e gerarchie interne.

La prudenza, ora, è l’unica strada. Lesioni di questo tipo non perdonano fretta né errori di valutazione: un rientro accelerato rischierebbe di portare a recidive ancora più lunghe e gravi. La Juventus aspetta, Vlahovic soffre, i tifosi trattengono il fiato. Il verdetto degli specialisti attesi nei prossimi giorni dirà se la stagione del numero 9 potrà ancora essere protagonista o se per rivederlo al massimo livello servirà molta più pazienza di quanto sperato.

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