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Qualità della vita, Cuneo guida il Piemonte. Torino risale ma resta penalizzata da microcriminalità

L’indagine del Sole 24 Ore ridisegna la geografia del benessere piemontese: la Granda vola, Asti e Biella arretrano, Torino paga furti, danneggiamenti e salubrità dell’aria

Qualità della vita

Qualità della vita, Cuneo guida il Piemonte. Torino risale ma resta penalizzata da microcriminalità (foto di repertorio)

Nel nuovo mosaico della Qualità della vita firmato dal Sole 24 Ore, il Piemonte cambia volto e gerarchie. La fotografia scattata dall’indagine — 90 indicatori, sei macro-aree, 107 province — premia Cuneo, che diventa la prima tra le piemontesi con un balzo di dieci posizioni rispetto al 2024 e conquista il 27esimo posto nazionale. In coda, invece, c’è Alessandria, mentre Torino, pur risalendo di un gradino, continua a scontare criticità profonde legate a sicurezza e ambiente. È un quadro contrastato, che racconta un Piemonte a due velocità, dove dinamismo economico e qualità dell’aria, flussi migratori e fragilità sociali convivono in equilibri fragili.

A guidare la regione è Cuneo, stabilmente una delle province italiane più solide sul piano socioeconomico. La Granda si piazza terza per basso numero di imprese in fallimento e terza anche per qualità della vita dei giovani, confermando un tessuto sociale coeso e una capacità superiore alla media di creare opportunità. L’unica ombra arriva dal capitale umano: è 99esima per quota di laureati tra i 25 e i 39 anni, un segnale di stagnazione che pesa sulle prospettive di medio periodo.

Alle sue spalle c’è Asti, che scivola al 54esimo posto, perdendo cinque posizioni. Qui il punto di forza resta la presenza capillare degli sportelli bancari, segno di un’economia ancora ancorata alla rete fisica. In negativo, Asti paga un dato drammatico: è l’ultima in Italia per mortalità stradale extraurbana e terzultima per “indice del clima”, che misura stabilità atmosferica, precipitazioni, ondate di calore e altri fattori ambientali.

Biella segue a ruota, 55esima, anche lei in calo. Brilla per la spesa delle famiglie in beni durevoli e per la quota di pensionati con redditi molto bassi — un indicatore che racconta una popolazione fragile ma paradossalmente “protetta” da integrazioni e trasferimenti. Le criticità? Biella è ultima per numero di pensioni di vecchiaia in rapporto alla popolazione e per indice di dipendenza anziani, un dato che sintetizza l’invecchiamento accelerato del territorio. È anche penultima per ore di cassa integrazione, che segnalano un mercato del lavoro intermittente e vulnerabile.

Arriviamo così a Torino, che sale al 57esimo posto (+1) ma resta lontana dagli equilibri del Nord-Ovest. Il capoluogo piemontese svetta nella diffusione dell’home e corporate banking, segno di un ecosistema digitale maturo. Ma l’altra faccia della medaglia è pesantissima: Torino è ultima in Italia per numero di danneggiamenti denunciati, ultima per indice di salubrità dell’aria, penultima per truffe e frodi informatiche, terzultima per furti con strappo. Un quadro che unisce degrado urbano, inquinamento strutturale e microcriminalità diffusa, rendendo Torino una provincia ambivalente: avanzata nei servizi, troppo fragile nella sicurezza.

Più staccata c’è Vercelli, al 60esimo posto, che migliora di tre posizioni grazie alla seconda migliore durata dei procedimenti civili del Paese, ma crolla nella categoria demografica: è terzultima per quota di pensioni di vecchiaia, segno di una popolazione sempre più anziana.

Subito dietro compare il Verbano-Cusio-Ossola (61esimo), provincia che alterna primati e lacune clamorose. È prima in Italia per basso tasso di infortuni sul lavoro e brilla per la ridotta disoccupazione giovanile. Ma è ultima per numero di startup innovative — zero registrate, unico caso in Italia — e per rischio frane, a conferma di una fragilità territoriale che pesa sulla competitività.

Chiude la fila piemontese Alessandria, 70esima, in calo di sei posizioni. Si distingue per il saldo migratorio positivo, segno di una provincia che attrae nuovi residenti, ma scivola nella capacità di rinnovare la propria classe dirigente: è terzultima per numero di amministratori comunali under 40.

L’indagine del Sole 24 Ore mette così a nudo un Piemonte che oscilla tra eccellenze e criticità, con territori che corrono e altri che faticano a mantenere il passo. A fare la differenza, ancora una volta, sono tre elementi chiave: demografia, sicurezza e qualità ambientale. Dove questi fattori reggono, la qualità della vita cresce. Dove cedono, le classifiche diventano un campanello d’allarme.

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