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Shade si sfoga sui social dopo l’esclusione da Sanremo 2026: «Mi sa che il problema è proprio averlo, il cervello. Scherzo»

Il 37enne Vito Ventura, fra i volti più noti della scena piemontese, reagisce con sarcasmo alla mancata convocazione di Carlo Conti: un flusso di rime, rabbia e orgoglio che diventa subito virale

Shade

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Il primo piemontese escluso eccellente di Sanremo 2026 ha un nome e un volto: Shade, al secolo Vito Ventura, torinese classe 1987, rapper amatissimo dal pubblico mainstream e penna affilata della scena hip hop. Dopo che Carlo Conti ha annunciato al TG1 i 30 Big del prossimo Festival, senza nemmeno un artista nato in Piemonte, Shade ha scelto di rispondere a modo suo: con un video pubblicato sui suoi profili social, un flusso di coscienza rap, ironico e amaro, che in poche ore sta facendo il giro del web.

Nel video, Ventura parte con una premessa che è già una stilettata: «Ah, accidenti, anche quest’anno non sono sulla lista. Mi vedono già lì, ho guardato il TG, e invece sono i Jalisse». Poi il ritmo accelera, e il rapper entra nel suo registro più riconoscibile: una miscela di sarcasmo, autoironia e amarezza. «Mi arrestano come Don Alì, solo così mi vedevo già lì… Sono la Juve quando va in Champions League», attacca, trasformando l’esclusione in una sequenza di immagini fulminanti.

Il tono resta leggero, ma non manca un riferimento agli stereotipi dell’industria musicale: «Oh, quanto cazzo performa Vito! Senza truccarsi come un ragazzo performativo, senza ripetere ogni due barre quanto sia ricco, figo, divo. Quante pollastre mi porto nel camerino». Frasi che suonano come una frecciata verso una scena che spesso premia estetica e narrazione più che scrittura e tecnica.

Ventura ironizza anche sull’età, sui compromessi e sui colleghi: «Non voglio stare a 50 anni ancora a fare un festino mentre c’è a casa la tua donna sola con il bambino. E rido perché entrambi avete l’età per il pannolino». Poi arriva il passaggio più amaro: «Forse non è il mio habitat. Capita. Se apro la classifica c’è odore di discarica. A me non paga i video l’etichetta discografica. Faccio da solo video. Etichetta discografica».

Il climax arriva sul finale, quando Shade si ferma e concede un istante di dubbio: «Forse il problema è che non ho cervello… No, non penso. Mi sa che il problema è proprio averlo. Scherzo». Una battuta, certo, ma anche un j’accuse nemmeno troppo velato.

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Shade non è un nome qualunque nella musica italiana. Nato e cresciuto a Torino, emerso giovanissimo tra Tecniche Perfette e 2theBeat, vincitore di MTV Spit, doppiatore, autore e uno dei pochi rapper capaci di costruire un ponte stabile tra rap e pop, grazie a hit esplose ben oltre il circuito urban: da Bene ma non benissimo (doppio platino) a Irraggiungibile, fino al successo sanremese del 2019 con Federica Carta (Senza farlo apposta, disco di platino).

L’esclusione da Sanremo 2026 ha un sapore particolare anche per un motivo geografico: nessun artista nato in Piemonte è stato selezionato quest’anno, un dato che non si vedeva da decenni. E per un torinese doc come Shade, legato alla sua città e alla sua scena, il colpo è arrivato doppio.

Il video sta correndo veloce su Instagram, TikTok e X: i fan lo applaudono, molti colleghi lo condividono, e non manca chi sottolinea il paradosso di una kermesse in cui l’ironia, la scrittura e la tecnica rap di Shade avrebbero potuto trovare posto.

Forse il rapper non ambiva davvero al palco dell’Ariston. O forse sì. Ma in un panorama sempre più dominato da dinamiche di mercato e strategie promozionali, il suo sfogo ha il merito di riportare al centro un tema vecchio ma ancora irrisolto: cosa conta davvero, oggi, per entrare nella lista dei “Big”?

Una cosa è certa: pur restando fuori da Sanremo, Shade è riuscito comunque a monopolizzare la conversazione. Senza ansia da prestazione. Senza autocelebrazione. Con il talento di sempre e un video che ha più “punchline” di molti brani in gara.

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