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28 Novembre 2025 - 16:47
San Mauro dice sì alla Solar Valley, ma il Consiglio comunale si spacca (foto: Guazzora e Nicosia)
La delibera è passata, ma il prezzo politico è evidente. L’adesione del Comune di San Mauro Torinese alla comunità energetica rinnovabile Solar Valley — insieme a molti altri comuni della zona, tra cui Castiglione, Gassino e San Raffaele Cimena — è stata approvata dal Consiglio lo scorso mercoledì, ma la maggioranza ne esce visibilmente ammaccata: otto favorevoli, un voto contrario e ben sei astensioni, molte delle quali dai banchi che dovrebbero costituire l’asse portante dell’amministrazione.
Un progetto presentato come svolta ecologica e opportunità ambientale ed economica si è trasformato, nel corso della discussione, in una cartina di tornasole della fragilità politica e comunicativa interna alla maggioranza.
La sindaca Giulia Guazzora ha introdotto la delibera rivendicando il lungo lavoro tecnico e normativo portato avanti dal Comune, rimasto a lungo “alla finestra” in attesa di una cornice di legge chiara sulle comunità energetiche.
Nella parte più tecnica, Guazzora ha ricordato che l’impianto del ponte fotovoltaico — uno dei simboli delle politiche energetiche del Comune — sarà messo a disposizione della CER (Comunità Energetica Rinnovabile), con un ritorno economico oggi impossibile nei circuiti tradizionali.
«Lo Stato — ha fatto sapere — dà a disposizione un bonus che va tra i 12 e i 14 euro per kW di energia condivisa. Solar Valley presuppone un costo di adesione davvero minimo: dieci euro una tantum, poi due euro all’anno. I benefici sono per tutti: famiglie, aziende e Comune. Metteremo nella CER il nostro ponte fotovoltaico e alcuni POD che non rientrano nel project financing».

Giulia Guazzora
Una cornice, sulla carta, chiara. Ma il terreno si è subito rivelato molto più accidentato. Il consigliere Bongiovanni ha sollevato subito uno dei punti cruciali: quanti POD del Comune possono realmente entrare nella CER, visto che gran parte degli impianti sono in gestione a Enel X?
«San Mauro è in una condizione particolare», ha osservato. «La maggior parte dei nostri POD è in gestione a Enel X, quindi questi non rientrano nella CER. Rimane una piccola parte. E sul ponte fotovoltaico, l’energia ci vale solo 9.000 euro? È una cifra molto bassa».
È stato il vicesindaco Luca Rastelli — assessore ai Lavori pubblici — a spiegare in modo netto il problema del ponte fotovoltaico:
«Il ponte produce di giorno e l’energia viene usata solo di sera. L’intera produzione va quindi in rete e viene pagata pochissimo. Non più di 10.000 euro. È per questo che l’investimento non sta in piedi. In una CER, invece, sì».
Un chiarimento utile, ma che ha fatto emergere il divario tra il disegno politico e la percezione dei consiglieri, che non si ritengono sufficientemente coinvolti.
Dalla minoranza, Carosso ha sollevato tutti i dubbi tecnici sulla questione:
«È un argomento talmente tecnico che, se uno insiste con le domande, non ottiene risposte soddisfacenti. Sarebbe stato opportuno convocare i tecnici di Solar Valley in Commissione. Mi sarebbe piaciuto votare favorevole, ma mi astengo».
Un intervento asciutto, ma chirurgico: la critica non riguarda il progetto, ma il metodo.
Tra la maggioraza, si è fatto sentire il duro intervento della consigliera Dem Nicosia, che ha rivendicato anni di impegno sul tema delle CER, lamentando il totale mancato coinvolgimento dei consiglieri:
«Mai nulla è trasparito di questo accordo. Prima della commissione del 20 novembre, l’assessore ci ha presentato il progetto in modo particolarmente superficiale. Non si può chiedere ai consiglieri di votare senza un adeguato approfondimento tecnico».

Grazia Rita Nicosia
Nicosia ha annunciato l’astensione definendo la gestione del dossier «una scarsa considerazione del Consiglio comunale».
Si è anche astenuta Fratelli d'Italia, mentre il forzista Olivero ha votato contro la delibera: «Voto contro. Non al concetto, ma alla mancanza di sensibilità nei confronti del Consiglio comunale».
La delibera è quindi passata, ma con una tenuta politica minima e un evidente imbarazzo.
In un normale contesto amministrativo, una comunità energetica è un tema che unisce: sostenibilità, risparmio, progettualità di lungo periodo. A San Mauro, invece, la Solar Valley ha illuminato qualcos’altro: la crescente difficoltà della Giunta nel mantenere compatto il proprio fronte interno e nel gestire passaggi che richiedono trasparenza, coinvolgimento e condivisione.
Gli incontri pubblici promessi dalla sindaca arriveranno. Ma, dopo questa votazione, la vera partita non sarà solo quella dell’energia rinnovabile: sarà quella della coesione politica.
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