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Medicina, primo esame del semestre “filtro”: tra entusiasmo, proteste e foto trapelate online che minacciano l’annullamento delle prove

Tra irregolarità da accertare e 55mila studenti in attesa del verdetto, il ministero conferma: il nuovo sistema “funziona”

Esame di Medicina, la riforma alla prova: il Paese si divide mentre passa solo un candidato su tre

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È stata una giornata tesa, affollata e decisiva per i 55mila aspiranti camici bianchi chiamati ad affrontare il primo vero banco di prova del nuovo semestre “filtro”, o “aperto”, introdotto a settembre. Per la prima volta, l’accesso a Medicina passa da un percorso interno alle Università e non più da un test nazionale selettivo. L’adesione è stata massiccia: l’87% di chi ha seguito le lezioni – in presenza, online o miste – si è iscritto all’esame, strutturato su tre materie cardine: Chimica, Fisica e Biologia.

La giornata, però, non è filata liscia. A fine prova, il Ministero ha confermato che sono circolate sui social alcune foto dei compiti, pubblicate quando l’esame era ancora in corso. Un episodio grave, tanto che il dicastero ha fatto sapere che tutte le immagini verranno inviate agli atenei tramite la Conferenza dei rettori affinché sia identificato il responsabile e applicata la procedura prevista: annullamento della prova esclusivamente per lo studente coinvolto, non per l’intero appello. La Crui ha ribadito la linea: “totale intransigenza”.

Ora tocca alle commissioni esaminatrici: nelle prossime ore partiranno le correzioni e, entro il 3 dicembre, gli esiti del primo appello saranno visibili sulla piattaforma Universitaly. Ogni partecipante avrà 48 ore per accettare o rifiutare il voto. Il secondo appello è già fissato per il 10 dicembre.

La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha scelto toni celebrativi: «Voglio congratularmi con tutte le studentesse e gli studenti che oggi hanno affrontato il primo appello del semestre aperto. Avete studiato, vi siete allenati, vi siete messi alla prova dentro l’Università: questo è il vero cambio di passo che volevamo introdurre, ed è già realtà. È stata una prova complessa, nuova, impegnativa, che il sistema universitario ha affrontato e superato con professionalità e serietà. Oggi abbiamo dimostrato che il semestre aperto funziona». Numeri alla mano, per l’anno accademico in corso uno studente su 2,7 potrà farcela: i posti sono passati da 17.228 a 19.757, che diventano 24.000 includendo gli Atenei non statali.

ANNA MARIA BERNINI

Dal fronte politico-studentesco, però, la lettura è ben diversa. Nel suo attacco mattutino, Bernini ha scritto sui social: «Chi ieri protestava contro i test d’ingresso a Medicina oggi si scaglia contro il semestre aperto: un sistema che forma dentro le Università, non fuori, che moltiplica le opportunità e garantisce a tutti una base di partenza davvero uguale. Non sarà la solita minoranza rumorosa a disturbare l’esame di 55mila ragazze e ragazzi che da mesi studiano con serietà e impegno». A replicare sono stati gli studenti di Uds, Cambiare Rotta e i sindacati della Flc Cgil, protagonisti di sit-in e flash mob. Secondo loro, il nuovo modello «nuoce alla salute del sistema formativo e degli studenti», aumentando «incertezza, stress e disuguaglianze». L’Unione degli studenti ha addirittura annunciato una diffida collettiva: chiedono che vengano ammessi tutti e di intervenire sulle «evidenti irregolarità» registrate.

Di segno opposto la valutazione della Conferenza dei rettori. La presidente Laura Ramaciotti ha commentato: «Il primo appello si è svolto regolarmente e gli atenei hanno dato prova di grande efficienza. La modalità con cui si sono tenute le prove conferma la validità della riforma dell’accesso, che supera un sistema farraginoso e introduce criteri capaci di valorizzare davvero il merito dei nostri ragazzi. Dai rettori ho ricevuto conferma del buon andamento in tutte le sedi».

La battaglia sull’accesso a Medicina, insomma, resta apertissima. E dopo la fuga di immagini diffusa oggi, la tensione non potrà che salire mentre migliaia di studenti aspettano un verdetto che, per molti, rappresenta il primo passo verso una carriera sognata da anni.

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