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Torino vibra: Vavassori-Bolelli fanno la storia nonostante lo stop, Sinner in campo e notte Alcaraz-Auger Aliassime

Doppio azzurro in semifinale, ora Sinner-De Minaur alle 14:30, Alcaraz-Auger Aliassime alle 20:30

Andrea Vavassori

Chi l’ha detto che un sogno finisce quando il tabellone recita 6-3, 6-4? A volte, nello sport, il punteggio è solo l’ultima riga di un romanzo che vale la pena leggere tutto. Sabato 15 novembre, all’Inalpi Arena di Torino, il pinerolese Andrea Vavassori e Simone Bolelli hanno dovuto ingoiare l’amaro calice della sconfitta in semifinale alle Atp Finals 2025 contro il finlandese Heliovaara e il britannico Pattern. Un’ora e 16 minuti di lotta, break pesanti come cartellini rossi e pochi millimetri che fanno la differenza: è finita 6-3, 6-4. Ma il campo, spesso crudele come una traversa all’ultimo minuto, oggi racconta anche altro. Racconta di un’impresa storica: Vavassori e Bolelli sono la prima coppia azzurra di sempre ad arrivare in semifinale alle Finals. E questo, signore e signori, è un record che brilla più del risultato.

Ci sono sconfitte che curvano le spalle e altre che allargano il petto. Quella di Andrea Vavassori, figlio di Pinerolo, e di Simone Bolelli appartiene alla seconda categoria. Il duo azzurro si è arreso a Heliovaara e Pattern con un doppio set 6-3, 6-4, in un match da un’ora e 16 minuti in cui l’inerzia è scivolata spesso nella metà campo avversaria, come una ripartenza ben orchestrata che non riesci a fermare nemmeno con il fallo tattico.

Poche chance al servizio avversario, qualche punto pesante sfuggito al fotofinish, e il pass per la finale è partito verso la Finlandia e la Gran Bretagna. Eppure, nella memoria collettiva, resterà soprattutto la fotografia di un traguardo che cambia la mappa del nostro doppio: semifinale alle Atp Finals 2025, prima coppia italiana nella storia a farcela. Non è una medaglietta di latta da appuntare alla bell’e meglio: è un mattone vero, da mettere nelle fondamenta di un movimento che aspettava da tempo una notte così. Che sapore ha avuto l’abbraccio del pubblico? Quello delle grandi giornate, quando la città spinge come una curva e ogni “vamos” diventa carburante. A Torino non si è persa una battuta: applausi, cori, rispetto. E il tennis, si sa, restituisce sempre a chi lo onora.

Simone Bolelli



Appena archiviato il doppio, l’Inalpi Arena non rallenta, anzi. Sta per alzarsi il sipario sulla semifinale dei sogni: Jannik Sinner contro De Minaur. Sinner - De Minaur si gioca sabato 15 novembre non prima delle 14:30, nella sessione pomeridiana, e vale un biglietto tutto d’un fiato per la finale. Altro che partitella del giovedì: qui ogni game pesa come un derby. Curioso, vero? Bastano poche ore e si passa dalla solidità di coppia alle scintille del singolare.

In un palazzetto che vibra, Sinner porta in campo la sua solita valigia fatta di timing, coraggio e braccio sciolto; dall’altra parte, De Minaur è il classico avversario che non molla un centimetro, uno che pressa alto su ogni palla, quasi avesse undici maglie addosso e la gamba per novanta minuti. La posta in palio è chiara e nitida: la finale. E per chi vuole gustarsela, c’è la copertura totale: diretta in chiaro su Rai 2, streaming gratuito su Raiplay, diretta su Sky Sport e streaming su Now. Il telecomando? Oggi vale come il miglior biglietto di tribuna.

La giornata, però, non finisce al tramonto. Nella sessione serale, non prima delle ore 20:30, si accendono altri riflettori: Carlos Alcaraz contro Felix Auger - Aliassime.

Il primo ha vinto il girone Connors da imbattuto e resterà numero 1 Atp fino a fine 2025. Un biglietto da visita che fa rumore, come entrare nello spogliatoio con la fascia di capitano e la coppa già in vetrina. Dall’altra parte, Auger - Aliassime arriva secondo nel girone Borg, spinto dalla vittoria contro Alexander Zverev nell’ultima giornata: il tipo di successo che ti mette la benzina a 100 ottani proprio quando il torneo entra nel rettilineo. Alcaraz - Aliassime sarà trasmessa in diretta su Sky e in streaming su Now.

La partita della notte: un contrasto di stili, temperamenti, letture. Sarà gara a scacchi o assalto alla baionetta? Lo diranno i primi turni di servizio, quei primi scambi in cui spesso si annusano le gerarchie del campo. Se Alcaraz tiene alto il ritmo con la naturalezza di chi ha vinto il girone Connors senza macchiare la camicia, Felix può infilarsi con le sue traiettorie pulite e il timing da orologiaio, sfruttando l’onda lunga del successo su Zverev. Un duello che profuma di dettagli, dove ogni palla break è un rigore in movimento.

Jannik Sinner



TORINO CAPITALE PER UN GIORNO: IL FILO ROSSO DI UNA FINALS VIVISSIMA

Torino, sabato 15 novembre, si prende la scena come una città che sa vestire il grande evento: calendario serrato, pubblico caldo, palcoscenico mondiale. Dal doppio amaro ma leggendario di Andrea Vavassori e Simone Bolelli al conto alla rovescia per Jannik Sinner - De Minaur, fino al prime time internazionale di Carlos Alcaraz contro Felix Auger - Aliassime.

Il torneo, oggi, somiglia a quelle partite in cui la squadra è corta, le linee strette e ogni ripartenza fa male: non c’è spazio per distrarsi, perché dietro l’angolo c’è sempre un break, un match point, una volata che scompiglia il copione. E allora, la domanda resta lì, sospesa come una palla corta ben mascherata: quanto pesa un traguardo storico se misurato accanto all’istante in cui il sogno si interrompe? Per Vavassori e Bolelli pesa tantissimo, perché il tennis è anche memoria, e Torino oggi ha aggiunto una pagina da tramandare.

Quanto pesa una semifinale in cui si gioca il lasciapassare per la storia? Per Sinner e De Minaur, pesa come una finale. E quanto pesa la notte in cui un giocatore imbattuto nel girone, Carlos Alcaraz, mette in palio il suo stato di grazia contro un Felix Auger - Aliassime carico dall’ultimo round contro Alexander Zverev? Pesa come quelle serate in cui la città non dorme e i polsi restano caldi fino all’ultimo dritto. Il bello delle Atp Finals 2025 è tutto qui: un giorno che sembra un torneo, un palazzetto che sembra un pianeta, e il tennis che non smette mai di assomigliare alla vita.

A volte si perde 6-3, 6-4 in un’ora e 16 minuti e si vince comunque un pezzo di futuro. A volte si entra in campo non prima delle 14:30 e ci si porta dietro una città. A volte si gioca non prima delle 20:30 e si sente, netto, il rumore del numero 1 Atp che scrive il suo tempo. Torino ascolta, applaude, trattiene il fiato. Perché oggi, più che mai, è il giorno in cui il tennis parla italiano, spagnolo, francese e, soprattutto, la lingua universale delle grandi storie.

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