Cerca

I ragazzi danno lezioni di futuro: Ivrea vista con gli occhi di chi ci crede ancora

All’hackathon HEYIvrea oltre settanta studenti immaginano una città più viva, sostenibile e partecipata. Mentre gli adulti parlano di piani strategici, loro disegnano il domani con idee vere

I ragazzi danno lezioni di futuro: Ivrea vista con gli occhi di chi ci crede ancora

I ragazzi danno lezioni di futuro: Ivrea vista con gli occhi di chi ci crede ancora

Ivrea, città industriale del Novecento, capitale mondiale di una visione sociale che metteva il lavoratore al centro dell’impresa, si è ritrovata per un giorno nelle mani dei suoi ragazzi. E chissà che non sia la volta buona per ascoltarli davvero.

Più di settanta studenti dell’Istituto Camillo Olivetti e dei licei Carlo Botta e Antonio Gramsci si sono chiusi in un laboratorio di idee – pardon, un hackathon creativo, come si dice oggi – per immaginare cosa potrebbe diventare il sito Patrimonio Mondiale UNESCO “Ivrea, città industriale del XX secolo”. L’iniziativa, battezzata HEYIvrea!, è stata organizzata nell’ambito del progetto di community development curato dalla Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura insieme al Comune.

Divisi per gruppi, i ragazzi hanno lavorato su tre temi che, se li pronuncia un politico, suonano come slogan, ma se li raccontano loro tornano ad avere senso: Cultura, Comunità e Ambiente. Da lì sono nati i “Codici-Manifesto”, veri e propri collage di parole e simboli per raccontare la città che vorrebbero.

E il risultato? Meno chiacchiere e più sostanza.
I giovani di Ivrea hanno chiesto spazi di cultura aperta, dove la creatività non sia un lusso ma un diritto; luoghi di aggregazione veri, dove si possa stare insieme senza dover consumare; e una città più sostenibile, con meno cemento, più verde e più responsabilità ambientale. Idee semplici, che suonano quasi rivoluzionarie in tempi di piani strategici infiniti e convegni che finiscono sempre con un buffet.

“Le visioni dei giovani sul futuro della loro città dobbiamo recepirle e farle nostre”, ha detto Filippo Ghisi, Site Manager del sito UNESCO.
Più concreta Erica Meneghin, della Fondazione Santagata: “Coinvolgere i giovani significa costruire una visione condivisa dei valori di un sito Patrimonio Mondiale”. Tradotto: se non li ascoltiamo ora, tra vent’anni Ivrea sarà un museo a cielo aperto, ma disabitato.

La giornata è stata costruita come un vero laboratorio di Design Thinking, grazie ai Graphic Days®. Le parole di Ilaria Reposo e Fabio Guida suonano quasi come un monito: “Abbiamo fatto emergere bisogni e desideri della comunità che vive e interagisce con questa porzione urbana”. Quella “porzione” è poi la città intera, sospesa tra la gloria olivettiana e il rischio dell’autoreferenzialità culturale.

ivrea

E mentre gli adulti parlano di rigenerazione, i ragazzi l’hanno già fatta.
Nel loro immaginario Ivrea non è solo un sito UNESCO, ma una città che può tornare ad essere laboratorio di idee, luogo di incontro e di futuro.

Il progetto non finisce qui: la call for ideas “Olivetti Lab”, appena lanciata, invita scuole, associazioni e cittadini a proporre progetti innovativi per rendere il sito più vivo e condiviso. Le candidature resteranno aperte fino al 24 novembre 2025.

Insomma, mentre gli adulti discutono di piani e fondi, i ragazzi sono già passati alla fase due: immaginare, progettare, cambiare. E forse, in questa Ivrea che guarda indietro per paura di guardare avanti, non è poco.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori