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23 Ottobre 2025 - 16:25
La frana tra Lauriano e San Sebastiano da Po
Cinque milioni che arrivano a valle, dopo mesi di fango e contabilità dei danni.
La Regione Piemonte ha sbloccato oggi, giovedì 23 ottobre, un nuovo pacchetto di aiuti da 5 milioni di euro destinato ai Comuni colpiti dall’alluvione del 15-17 aprile 2025. È l’ultimo tassello di un impegno preso a caldo, quando le valli erano isolate e i sindaci chiedevano aiuto con i telefoni scarichi. Allora, il presidente Alberto Cirio aveva promesso un contributo regionale “oltre le risorse statali”. Oggi quel oltre diventa un atto amministrativo, ma anche politico.
Dopo i 35,55 milioni di euro stanziati dal Governo con il riconoscimento dello stato di emergenza, la Regione aggiunge fondi propri per finanziare 42 interventi, molti dei quali già in corso. L’obiettivo dichiarato: rafforzare la sicurezza del territorio e premiare la rapidità dei Comuni che hanno agito subito. «La Regione ha mantenuto gli impegni», dichiara Cirio, «e garantisce un ulteriore supporto concreto». L’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi insiste sul metodo: «Sosteniamo chi ha reagito con responsabilità nei momenti più difficili».
La cifra complessiva destinata al ripristino e alla messa in sicurezza dei territori sale così a oltre 40,5 milioni di euro, in attesa dei fondi nazionali per gli interventi di priorità 2 che arriveranno nelle prossime settimane.
Il linguaggio tecnico del comunicato nasconde una scelta politica: la Regione rivendica il ruolo di gestore diretto della ricostruzione. Non più attesa di decreti, ma pianificazione. I 5 milioni annunciati ad aprile e sbloccati ora diventano il segnale di una programmazione che prova a superare la logica dell’emergenza.
I numeri restituiscono la geografia dei danni.
Alla Provincia di Alessandria spetta un intervento da 400 mila euro sulla provinciale di Novi Ligure, dove le piogge avevano interrotto la viabilità.
Per la provincia di Asti, due interventi nei Comuni di Asti e Berzano San Pietro per 123.300 euro, più altri due, da 285 mila, affidati alla Provincia per lavori a Monastero Bormida e Olmo Gentile.
Nel Biellese, Benna riceverà 60 mila euro e la Provincia di Biella 290 mila per Graglia.
Nel Cuneese, quattro Comuni — Castino, Cortemilia, Monasterolo Casotto, Trezzo Tinella — avranno complessivamente 86 mila euro, mentre la Provincia gestirà 311 mila euro per lavori su strade provinciali a Cortemilia, Guarene e Pocapaglia.
Nella Città Metropolitana di Torino sono previsti due interventi da oltre 400 mila euro ad Ala di Stura e Condove. Ai Comuni del Torinese vanno 18 interventi, da Barbania a Vidraccio, per 1,6 milioni di euro complessivi. Un elenco che copre buona parte del Canavese e delle valli di Lanzo, dove le frane di aprile avevano colpito duramente.
Nel Verbano-Cusio-Ossola, Beura-Cardezza, Domodossola, Montescheno e Varzo avranno 210 mila euro per lavori di consolidamento e ripristino.
Nel Vercellese, l’Aipo riceve 500 mila euro per un intervento ad Arborio, la Provincia di Vercelli 411 mila per Casanova Elvo, mentre la Regione Piemonte realizzerà direttamente un’opera sul Canale Poetto a Trino, da 120 mila euro.
Alluvione di aprile a Lauriano
Dietro ogni cifra ci sono settimane di verifiche e relazioni tecniche. Ogni sindaco ha compilato le schede di somma urgenza, allegato fotografie, stimato costi. È il lessico della burocrazia post-disastro, ma anche il primo passo verso la normalità. L’alluvione di aprile aveva colpito oltre 570 Comuni, con strade interrotte, argini crollati, aziende agricole distrutte e una vittima a Monteu da Po.
Il Consiglio dei Ministri, il 30 giugno, aveva dichiarato lo stato di emergenza nazionale, assegnando risorse per le opere più urgenti. La Regione, in parallelo, ha avviato la ricognizione dei danni e la selezione degli interventi immediatamente cantierabili. I 5 milioni sbloccati oggi sono quindi il frutto di un lavoro tecnico già concluso, non un annuncio di facciata.
Il punto politico è nella continuità dell’azione.
Cirio e Gabusi vogliono dimostrare che il Piemonte non delega la gestione dell’emergenza. Che le risorse regionali non sono un gesto simbolico, ma un investimento stabile nella prevenzione. La fragilità idrogeologica del territorio è un dato strutturale, non un imprevisto.
Per questo, il comunicato parla di “rafforzare la sicurezza dei territori” e “ridurre la vulnerabilità delle aree più esposte”. Significa finanziare opere di consolidamento, drenaggio, protezione dei versanti e ripristino della viabilità montana. L’obiettivo è evitare che le stesse strade e gli stessi torrenti crollino a ogni stagione di piogge intense.
Negli ultimi anni la Regione ha costruito un sistema di monitoraggio più capillare, ma resta il problema dei tempi tra la stima dei danni e l’arrivo effettivo dei fondi. I 5 milioni di oggi sono un tentativo di ridurre quel divario: dare liquidità subito ai Comuni, senza attendere i trasferimenti statali.
Le risorse arriveranno a Province, Città Metropolitana, Comuni e altri enti territoriali che hanno già sostenuto costi di somma urgenza. In molti casi i lavori sono stati completati: sistemazioni stradali, muri di sostegno, canali di scolo. Si tratta quindi di un rimborso postumo, che consente agli enti di chiudere i bilanci senza lasciare debiti aperti.
L’approccio è: finanziare chi ha agito, non chi promette di agire. Da qui la sottolineatura di Gabusi sul “sostegno a chi ha mostrato rapidità e responsabilità”.
Dal punto di vista amministrativo, la delibera di oggi chiude la prima fase dell’emergenza.
La seconda — quella legata agli interventi di priorità 2 — sarà gestita con i fondi nazionali e riguarderà opere più complesse, in particolare il ripristino degli argini del Po e dei suoi affluenti, la messa in sicurezza delle aree agricole e il consolidamento dei versanti collinari.
Il Piemonte, in questo, è un laboratorio permanente. Ogni evento estremo aggiorna la mappa del rischio, ma anche la capacità di risposta. Le piogge del 15-17 aprile hanno superato i 500 millimetri in alcuni punti, con punte record nel Torinese e nel Biellese. L’acqua ha trascinato con sé strade, campi, interi tratti di viabilità minore. In 48 ore si è concentrato un mese di precipitazioni.
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