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Un Piemonte tra storia e incantesimi: “Il Talismano dell’Evo di Mezzo”

Medioevo piemontese tra storia e incanto: Il Talismano dell’Evo di Mezzo di Silvano Nuvolone, i maghi d'Iperborea e la lotta epica tra bene e male

Un Piemonte tra storia e incantesimi: “Il Talismano dell’Evo di Mezzo”

Silvano Nuvolone

C’è un Piemonte antico, avvolto dalla nebbia e dal mistero, in cui la storia incontra la magia e i confini tra realtà e leggenda si dissolvono come incantesimi dimenticati. È lì che Silvano Nuvolone, scrittore e poeta chivassese, ci accompagna con il suo nuovo romanzo, “Il Talismano dell’Evo di Mezzo”, secondo capitolo della saga “La stirpe d’Iperborea” edita da Baima & Ronchetti. Dopo il successo del primo volume, “Il libro del tempo perduto”, l’autore torna a tessere un racconto che affonda le radici nella terra piemontese, ma si apre alle grandi domande del mondo: il conflitto eterno tra il bene e il male, la luce e l’ombra, la caduta e la rinascita.

“Dopo le avventure ambientate nell’età dei Celti, questa volta si arriva al Medioevo: un periodo che amo profondamente”, racconta Nuvolone con quella passione calma che appartiene agli scrittori veri, quelli che non scrivono solo per inventare mondi, ma per abitarli. “Il tema principe resta la lotta tra bene e male, due forze sul cui equilibrio si regge l’universo. Mi diverte cimentarmi con il genere fantasy, ma resto legato alle mie origini di narratore storico. Anche in questa saga ho voluto fondere precisione documentaria e immaginazione. Non a caso ho dedicato molto tempo a cercare i nomi reali di alcuni Inquisitori, per dare verità e corpo alla finzione.”

Nel nuovo romanzo, le pagine profumano di pergamena e di fuoco. Si avverte il fruscio delle vesti dei maghi d’Iperborea, il passo dei pellegrini lungo le Vie Francigena e Micaelica, il sussurro dei venti che accarezzano la Sacra di San Michele. È un Medioevo dove il Male non è un concetto astratto, ma una forza che prende forma e cavalca il Dragone, tentando di conquistare il mondo con l’aiuto di un potente alleato. Solo la Discendenza dei Maghi, unita e fedele alla propria missione, può fermare l’ascesa di Lucifero e salvare la luce dal suo spegnersi definitivo.

Ma la forza di Silvano Nuvolone sta proprio qui: nel rendere vicine e credibili anche le battaglie tra angeli e demoni. La sua scrittura non è mai un esercizio di stile, ma un viaggio nella natura umana. Dietro le spade e gli incantesimi si nasconde l’eterna domanda sull’amore, unica energia capace di redimere il mondo. “È una sfida al limite dell’impossibile – scrive l’autore nella scheda del libro – combattuta con armi e arti magiche, cercando con forza di raggiungere l’unico traguardo possibile: quello dell’amore.”

Eppure Nuvolone guarda già avanti. Mentre il secondo volume approda in libreria, l’autore è al lavoro sull’ultima parte della trilogia, che cambierà tempo e atmosfera: “Sarà ambientato ai giorni nostri – anticipa – I maghi della stirpe d’Iperborea approderanno a Torino e avranno a che fare con la città sotterranea e i suoi misteri. Nel libro appariranno anche figure reali come il sensitivo Gustavo Rol e il pittore Lorenzo Alessandri, fondatore della Soffitta Macabra. È stato affascinante documentarmi su di loro: due uomini che hanno reso Torino una città intrisa di mistero e di spiritualità.”

E come in ogni incantesimo riuscito, l’immagine e la parola si fondono. Il romanzo è impreziosito dalle illustrazioni di Ilenya Querio, giovane artista diplomata all’Istituto Felice Faccio di Castellamonte, che ha dato vita a un’immagine capace di restituire l’essenza del racconto. “Per me è stato un onore realizzare la copertina del romanzo – racconta – Ho letto la storia in anteprima e mi sono lasciata trasportare dal suo mondo. Ho scelto di usare acquerelli e matite per rendere il disegno più morbido, quasi come fosse un sogno. Ho voluto rappresentare il momento della lotta tra bene e male, perché è il cuore pulsante del libro.”

La sua voce è quella di una giovane donna che disegna come si scrive una poesia: con la delicatezza del gesto e l’intensità del sentimento. “Disegnare è la mia grande passione – confida Ilenya – è il mio modo per evadere, per sfogarmi, per lasciare andare la fantasia. Quando disegno dimentico il resto, e se potessi continuare a illustrare libri come questo, ne sarei davvero felice.”

Dietro di loro, a fare da collante e custode del progetto, c’è Roberta Ronchetti, editrice di Baima & Ronchetti, che da anni porta avanti una linea editoriale coraggiosa, capace di valorizzare la narrativa piemontese, alternando romanzi storici e sperimentazioni letterarie.

Con “Il Talismano dell’Evo di Mezzo”, Silvano Nuvolone raggiunge il suo sedicesimo titolo. Sorride, con quella modestia che è spesso il segno dei grandi, e scherza: “So che non è facile convivere con uno scrittore. Ringrazio mia moglie per la pazienza, perché ci vuole tanta, tanta pazienza.”

Ma dietro la battuta c’è la serietà di un autore che non si è mai accontentato. Nei suoi libri convivono l’anima del cronista e quella del sognatore, lo storico e il poeta, l’uomo che cerca il senso profondo delle cose e quello che continua a stupirsi davanti a un tramonto sulle colline del Monferrato.

silvano

“Il Talismano dell’Evo di Mezzo” non è solo un romanzo fantasy. È una metafora del nostro tempo, un invito a non dimenticare che il male, anche quando sembra trionfare, trova sempre qualcuno disposto a combatterlo. È un inno al coraggio, alla conoscenza, all’amore. È la voce di un autore che ha scelto di credere ancora nei libri come ponti tra mondi, tra epoche, tra anime.

E così, nell’attesa del terzo capitolo della saga, i maghi d’Iperborea continuano il loro cammino, tra le pagine e nei cuori dei lettori. Perché, in fondo, la vera magia è proprio questa: trasformare una storia in una luce che resta accesa.

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