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19 Ottobre 2025 - 22:51
Fulvio Croce (https://www.ordineavvocatitorino.it/)
Dopo quasi mezzo secolo, è tornata nella sua Torino la toga di Fulvio Croce, l’avvocato assassinato dalle Brigate Rosse il 28 aprile 1977 per aver difeso, da presidente dell’Ordine, i brigatisti imputati nel maxiprocesso contro l’organizzazione terroristica. La sopravveste nera, custodita per decenni a Venezia, è stata consegnata sabato sera, insieme al tocco, alla presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino, Simona Grabbi, durante il 36° Congresso nazionale forense in corso al Lingotto.
Il prezioso cimelio sarà d’ora in poi custodito presso la Fondazione dell’Avvocatura Torinese Fulvio Croce, simbolo della memoria e dell’impegno civile di un uomo che fece del diritto la sua missione.
A restituire la toga è stato l’avvocato veneziano Tommaso Moro, che ne era entrato in possesso attraverso un legame familiare. «È entrata in mio possesso per un solo merito: l’amicizia della mia famiglia con una signora, Franca Marchesi, figlia della moglie dell’avvocato. Lo chiamava papà, e ne custodì la toga per decenni con sacralità. Poco prima di morire, a Venezia nel 2019, decise di farmi questo dono eccezionale. Forse per far capire a me, e a tutti noi, cosa significava per l’Avvocatura e per la Nazione», ha raccontato Moro durante la cerimonia.
Il presidente dell’Ordine di Venezia, Tommaso Bortoluzzi, ha spiegato che «quando ci fu offerta, capimmo subito che il suo posto non poteva che essere Torino». Dopo settimane di ricerca, la data dell’incontro con Moro cadde — per una singolare coincidenza — proprio il 28 aprile, anniversario dell’assassinio di Croce.
Durante il congresso, la vicenda dell’avvocato torinese è stata più volte ricordata come esempio di vocazione civile e di fedeltà allo Stato di diritto. La vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, ha sottolineato che «il sacrificio di Croce ricordi a tutti che la professione forense non è solo un mestiere ma una vocazione civile».
Nato nel 1901 a Castelnuovo Nigra, Fulvio Croce era un civilista di grande fama e presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino dal 1968. Ex partigiano, aveva attraversato il fascismo e la guerra portando nella Repubblica un profondo senso delle istituzioni. Nel 1977, accettò di assumere la difesa d’ufficio dei brigatisti, che avevano revocato i loro legali di fiducia rifiutando di riconoscere il tribunale.
Nonostante le minacce, Croce non si sottrasse al dovere di garantire il diritto alla difesa, principio costituzionale che riteneva intoccabile. È a lui che si attribuisce la frase: «Il processo si deve fare. Costi quel che costi».
Cinque giorni prima dell’udienza, il 28 aprile 1977, Croce fu assassinato nell’androne del suo studio in via Perrone da un commando armato delle Brigate Rosse, che lo giustiziarono con colpi di pistola a bruciapelo. Aveva 75 anni.
Nel dicembre di quello stesso anno, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone gli conferì la Medaglia d’oro al Valor Civile, riconoscendone «l’assoluta fiducia nella forza della legge» fino al sacrificio della vita.
La toga, tornata oggi a Torino, rappresenta un simbolo tangibile di coraggio, giustizia e libertà, e continuerà a parlare alle nuove generazioni di avvocati dal luogo che porta il suo nome.
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