AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
19 Ottobre 2025 - 22:35
C’è un momento in cui le città si guardano allo specchio e decidono di riconoscersi, di fare i conti con ciò che sono state per capire cosa potranno diventare. A Ivrea, quel momento sta per arrivare dentro le mura scrostate dell’ex Istituto Cena, un edificio che per generazioni è stato scuola, luogo di formazione, spazio di vita. Ora, grazie al progetto “Trame” e all’occhio sensibile del fotografo Mino Di Vita, quel luogo sospeso nel tempo si prepara a tornare a respirare, a raccontarsi, a farsi memoria condivisa.
Il prossimo sabato 25 ottobre, alle ore 17, il Museo Civico P.A. Garda ospiterà l’incontro conclusivo della mostra “Trame”, un viaggio visivo e partecipativo che intreccia fotografie, parole e testimonianze di chi in quelle aule ha imparato a crescere, a sognare e a diventare cittadino. Non un addio, ma l’inizio di una nuova vita per uno spazio destinato a trasformarsi in un polo culturale e sociale, accanto allo stesso museo che oggi ne custodisce l’anima.
Le immagini di Di Vita – intense, piene di luce e di silenzi – restituiscono il volto più umano dell’ex Cena: corridoi vuoti, pareti ingiallite, finestre che si aprono su un tempo passato, ma anche figure che ritornano, ex studenti che attraversano le stanze della propria giovinezza. Sono fotogrammi che diventano narrazione collettiva, tessuti di una memoria che si rinnova ogni volta che qualcuno riconosce in quei muri un frammento di sé.
Durante l’incontro, moderato da Lucia Rossetti e curato insieme a Alessia Porpiglia, Luca Diotto e Paola Mantovani, direttrice del museo, le voci degli ex allievi daranno corpo a quelle fotografie: racconti di giornate fredde d’inverno, di campanelle che segnavano il tempo, di amicizie nate tra i banchi e di docenti che hanno lasciato un segno indelebile. Trame, in fondo, non è solo una mostra: è un atto di riconciliazione tra ciò che la città è stata e ciò che potrà diventare.
Fuori, tra le impalcature e i mezzi da cantiere, l’ex edificio sta già cambiando pelle. Le ruspe al lavoro sono il simbolo più concreto di questa rinascita. Le edere che si arrampicano sulle scale di cemento convivono con il rumore metallico dei lavori, come se la natura e la memoria si stringessero la mano prima di lasciare spazio al nuovo.
Il progetto non si concluderà con la mostra, ma continuerà nel mini-documentario di Damiano Dolando, che raccoglierà le immagini dell’incontro e le unirà alle riprese girate tra le stanze vuote del Cena. Sarà un archivio vivo, parte integrante del patrimonio del Museo Garda e della comunità eporediese, da cui potranno nascere nuovi percorsi condivisi, collaborazioni con scuole e istituzioni, riflessioni sul valore del tempo e della memoria.
Nella penombra delle sale del museo, le fotografie illuminate sembrano finestre aperte su un passato che non se ne vuole andare. E in quelle immagini – come scrive lo stesso Di Vita nel testo che accompagna la mostra – “c’è qualcosa di limpido e di profondo. Come se ogni crepa nei muri fosse un varco attraverso il quale il tempo ci invita a entrare.”
Tra qualche giorno, l’ex Cena tornerà così a essere parte viva del racconto di Ivrea. Non solo un edificio in trasformazione, ma un simbolo di continuità: perché le città non cambiano mai davvero se non imparano a portare con sé le proprie trame.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.