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Le sorelle che guidano la tradizione calusiese: Ilaria e Marta Salvetti tengono viva la leggenda dell’Erbaluce

Dalla tradizione contadina di famiglia alla produzione biologica e alla promozione culturale: due sorelle che intrecciano impresa e racconto, innovazione e memoria, per far conoscere al mondo la magia del Canavese

Il valore del territorio

Ilaria Salvetti

C’è un filo sottile che unisce la leggenda della Ninfa Albaluce alla terra morenica di Caluso. Oggi, quel filo passa tra le mani di due sorelle, Ilaria e Marta Salvetti, che tengono viva una tradizione antica trasformandola in un progetto moderno e sostenibile. In un territorio dove il vino è parte dell’identità collettiva, l’azienda agricola di Ilaria Salvettirappresenta la continuità di una storia contadina radicata e allo stesso tempo aperta al futuro. Accanto a lei, Marta, presidente dell’Ordine delle Ninfe Albaluce di Caluso, custodisce la leggenda e promuove il racconto simbolico che lega la mitologia al vitigno dell’Erbaluce.

«L’azienda nasce dal desiderio di mio padre, Carlo Maria Salvetti, di portare avanti la tradizione di suo padre Talin», racconta Ilaria, che ha scelto di dare il proprio nome a un’impresa fondata sull’autonomia e sulla qualità. «Ho voluto fare un passo in più, produrre vino in prima persona e non soltanto conferire le uve», spiega. È la decisione che segna il passaggio da una consuetudine familiare a un’attività imprenditoriale strutturata, orientata alla vinificazione completa e alla valorizzazione del territorio.

Oggi l’azienda coltiva tre ettari dedicati all’Erbaluce di Caluso DOCG — nelle versioni fermo, spumante e passito — nel cuore dell’anfiteatro morenico. «I nostri vigneti si trovano nella morena frontale, la parte di collina esposta a sud-ovest», precisa Ilaria. È una zona particolare, diversa dalla maggior parte dei vigneti calusiesi che guardano verso Mazzè, e questa esposizione regala alle uve caratteristiche uniche.

Il rispetto per la terra si accompagna alla ricerca: «Non è stato solo impiantare, ma recuperare vecchi vigneti, ristrutturare appezzamenti invasi dal bosco», racconta la vignaiola. Un lavoro paziente, che restituisce valore alla biodiversità e al paesaggio agricolo del Canavese. Accanto all’Erbaluce, Ilaria sperimenta varietà inconsuete come il Riesling Renano, coltivato nei terreni più freddi, e propone vinificazioni innovative, come il Macerato, un’interpretazione “in rosso” delle uve Erbaluce. Segni di una curiosità che non tradisce la tradizione, ma la rinnova.

Ilaria Salvetti

Il momento della celebrazione della nuova Ninfa Albaluce 2025: in primo piano, da sinistra a destra, il Sindaco Maria Rosa Cena, la nuova Ninfa Arianna Sanna e la Presidente dell'Ordine delle Ninfe Albaluce di Caluso Marta Salvetti. Foto di Mauro Minetti. 

La forza dell’azienda non risiede soltanto nel rigore biologico o nella precisione tecnica, ma nella sinergia familiare che lega due percorsi complementari. Se Ilaria rappresenta l’anima produttiva, capace di portare il nome dell’Erbaluce fino ai progetti internazionali come “Heroic Women in Organic Wine” di Bvlgari Hotels and Resorts, Marta ne custodisce l’aspetto culturale, mantenendo viva la narrazione che rende unico questo territorio. È una doppia presenza femminile che intreccia impresa e racconto, tradizione e immaginario, facendo del vino un simbolo identitario.

«La qualità del territorio si sta alzando. Più è alta, più cresce la richiesta e il nome viaggia in Italia e nel mondo», osserva Ilaria. Il successo personale, con l’esportazione negli Stati Uniti, diventa così un motore per l’intera denominazione. Ma la vignaiola non nasconde le difficoltà: i cambiamenti climatici, la diffusione della Popilia Japonica, la fragilità delle piccole aziende agricole. «È proprio lì il valore dell’Italia: nelle realtà contadine e artigianali che resistono», afferma.

Il suo sguardo si apre poi al territorio: «Il Canavese, con i suoi paesaggi, le ville d’epoca e i castelli, può e deve diventare una meta turistica. Ma serve una rete di accoglienza», sottolinea. «Noi produttori possiamo offrire qualità e un prodotto curato, ma le istituzioni devono garantire ordine e pulizia». È un invito alla collaborazione tra chi produce e chi amministra, per trasformare l’eccellenza agricola in leva turistica.

Il cammino di Ilaria e Marta Salvetti non è un punto d’arrivo, ma un modello. La loro storia dimostra che tradizione e innovazione possono convivere, e che la passione, se radicata nella terra, diventa racconto collettivo. Il loro vino è più di un prodotto: è il riflesso di un territorio che si riscopre attraverso il lavoro, la memoria e lo sguardo di due sorelle che hanno scelto di restare, crescere e credere nel Canavese. Cin cin!

Per chi fosse interessato, può visionare il sito https://www.ilariasalvetti.com e la sua sede centrale è in Via Marconi 7 a Caluso.

I prodotti del territorio calusiese

Le vigne di Ilaria Salvetti

La sede interna in Via Marconi 7 a Caluso

Ilaria Salvetti DOCG 

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