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17 Ottobre 2025 - 09:00
Da Pian Benot a Punta Lance: partiti i lavori per la nuova sciovia. Usseglio scommette ancora sulla neve
È un suono che non si sentiva da anni, quello dei motori accesi e dei mezzi d’opera che si muovono sul pianoro di Pian Benot, a Usseglio. Da qualche giorno il silenzio della conca, a 1.600 metri d’altitudine, è stato rotto dall’inizio dei lavori per la costruzione della nuova sciovia che collegherà il pianoro ai 2.200 metri di Punta Lance. Un progetto inseguito per quasi due decenni e ora, finalmente, avviato.
Si tratta di un investimento complessivo di circa un milione e mezzo di euro, di cui 1,2 milioni finanziati dalla Regione Piemonte e 300 mila euro coperti dalle Sciovie Usseglio, la società che da oltre mezzo secolo gestisce gli impianti della Val di Viù. L’opera è stata affidata alla C.C.M. Finotello S.r.l. di Pianezza, azienda con lunga esperienza nella costruzione di impianti a fune, e prevede la realizzazione di un nuovo skilift capace di trasportare fino a 800 persone l’ora.
Il nuovo tracciato ricalca in parte quello della storica sciovia del Colle delle Lance, chiusa dal marzo 2007 dopo anni di servizio e di stagioni altalenanti. Riaprirlo significa restituire un collegamento diretto con la quota più alta del comprensorio, ma anche riaccendere una speranza in un territorio che, come molti altri dell’arco alpino, sta cercando di non soccombere alla crisi del turismo invernale tradizionale.
Il progetto fa parte dell’Accordo di Programma tra la Regione Piemonte e l’Unione Montana Alpi Graie, dedicato al “miglioramento dell’offerta turistica invernale”. Un documento strategico che punta a sostenere le località minori, quelle che vivono di piccoli impianti, di scuole di sci, di alberghi familiari e rifugi, ma che negli ultimi anni hanno dovuto fronteggiare costi di gestione sempre più alti, neve sempre più scarsa e un progressivo calo di presenze.
I primi tentativi di riportare in vita il tracciato di Punta Lance risalgono addirittura al 2010. Poi, nel 2018, iniziarono i primi confronti tecnici fra la proprietà e gli enti locali. Da lì è partito un percorso lungo, fatto di progetti, autorizzazioni e stop burocratici. Il progetto definitivo è arrivato nel 2024, dopo che l’Unione Montana aveva risolto una serie di problemi legati agli usi civici e alla classificazione delle aree sciabili. A dicembre dello stesso anno la Regione ha approvato gli atti necessari per la fase esecutiva, che ora vede la luce.
I lavori si svolgono sotto la supervisione dell’ANSFISA (l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture a fune), che dovrà concedere il nulla osta tecnico definitivo. Secondo la documentazione ufficiale, il termine ultimo per completare e rendicontare l’intervento è stato prorogato al 31 dicembre 2026, dopo i ritardi accumulati nei passaggi urbanistici e ambientali.
L’opera include non solo la costruzione della nuova sciovia, ma anche la sistemazione idraulica e ambientale della pista “Colle delle Lance” (per un valore di 440 mila euro) e la fornitura di un mezzo battipista dal costo di 200 mila euro, già consegnato. Tutto ciò in un’ottica di rilancio complessivo dell’area, che non vuole limitarsi al solo sci alpino.
Oggi Pian Benot dispone di una seggiovia, due sciovie e due tapis roulant, ed è uno dei pochi comprensori rimasti pienamente attivi nelle Valli di Lanzo. È frequentato da sci club per gli allenamenti infrasettimanali e da famiglie che cercano un contesto accessibile, lontano dai grandi caroselli turistici. Lo scorso anno, inoltre, ha ospitato le gare del Pinocchio sugli Sci, la più importante competizione giovanile regionale, che ha riportato centinaia di ragazzi sulle sue piste.
La nuova sciovia non è soltanto un impianto in più: è una dichiarazione d’intenti. In un periodo in cui gli inverni si accorciano e le temperature continuano a salire, scegliere di investire in una struttura sciistica è un gesto di resistenza e fiducia nel futuro. Ma anche una scommessa. Gli ultimi rapporti meteorologici mostrano un trend inesorabile: neve sempre più irregolare, stagioni più brevi, e impianti che devono contare su sistemi di innevamento artificiale sempre più costosi.
È per questo che il progetto si accompagna a una strategia più ampia: diversificare l’offerta turistica. Accanto alle piste da discesa, sono previste iniziative per valorizzare lo sci di fondo, le ciaspolate, il pattinaggio su ghiaccio e il turismo estivo con percorsi escursionistici, trekking e attività naturalistiche. L’obiettivo è trasformare Pian Benot in una località viva tutto l’anno, in grado di attrarre visitatori non solo nei mesi invernali ma anche in primavera e in estate, quando i sentieri portano verso i laghi, le borgate e le antiche mulattiere che collegano la valle ai colli alpini.
Resta però evidente la fragilità del sistema. Nelle ultime stagioni, i gestori hanno dovuto affrontare spese crescenti per l’energia, manutenzioni sempre più onerose e la necessità di sostituire componenti ormai datate. In questo contesto, il contributo della Regione Piemonte è stato determinante per evitare la chiusura di impianti che, senza sostegno pubblico, non avrebbero potuto sopravvivere.
Anche la storia di Pian Benot è fatta di luci e ombre. Negli anni Settanta, la località era collegata da una seggiovia di arroccamento costruita dalla ditta Fratelli Marchisio, un simbolo di modernità per l’epoca. Poi arrivarono gli anni del boom dello sci, delle scuole, delle famiglie, della piccola ma vivace sciovia Scoiattolo, lunga 300 metri, che per decenni ha servito i campi scuola e i principianti. Oggi di quell’impianto resta solo la stazione di monte, memoria di un tempo in cui la neve era un fatto certo, non un lusso meteorologico.
In mezzo secolo, molto è cambiato. Pian Benot ha saputo adattarsi, introducendo l’innevamento artificiale e mantenendo viva un’attività che per molti altri comprensori delle Valli di Lanzo è ormai un ricordo. Ma i numeri parlano chiaro: senza investimenti strutturali e senza un ripensamento complessivo del turismo di montagna, anche questi luoghi rischiano di scivolare lentamente nell’abbandono.
Per ora, però, la comunità di Usseglio guarda avanti. Il nuovo impianto verso Punta Lance non è soltanto un’infrastruttura: è un simbolo di orgoglio locale, un modo per dire che la montagna vuole ancora contare. Se tutto procederà secondo i tempi previsti, entro l’inverno 2026-2027 gli sciatori potranno tornare a risalire quel pendio e a guardare dall’alto il panorama che abbraccia tutta la valle.
E forse, in quel momento, il rumore del nuovo skilift sarà anche un suono di rinascita.
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