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In via Torino a Ivrea il buco diventa una fioriera

L’ex sindaco di Cascinette Davide Guarino denuncia una voragine aperta da luglio davanti al civico 126: transenne, disagi e nessun intervento. “Forse è un esperimento di politica green per farci andare a piedi?”

In via Torino a Ivrea il buco diventa una fioriera

In via Torino a Ivrea il buco diventa una fioriera

A Ivrea l’arredo urbano è ormai una questione di creatività. C’è chi decora le rotonde, chi si occupa dei giardini pubblici e chi, con un pizzico di ironia, scopre che le buche sull’asfalto possono diventare installazioni artistiche spontanee. È il caso di via Torino, nei pressi del civico 126, dove da luglio troneggia una voragine che in pochi mesi è riuscita a evolversi più di certi progetti comunali: prima buco, poi fioriera, ora addirittura vaso ornamentale. Un’opera d’arte urbana, in continuo divenire, protetta da transenne che ormai fanno parte del paesaggio come le strisce pedonali o i tombini saltati.

via torino

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A denunciare la situazione è Davide Guarino, ex sindaco di Cascinette, che ha deciso di trasformare la sua esasperazione in un atto ufficiale. Nella sua PEC inviata al Comune di Ivrea, Guarino scrive con tono garbato ma deciso: “Dal mese di luglio è stata più volte segnalata la pericolosità del buco presente sulla sede stradale. Ad oggi, tuttavia, non risulta sia stato effettuato alcun intervento risolutivo.” E aggiunge: “Da circa tre mesi sono inoltre presenti le transenne che, oltre a non risolvere il problema, rendono difficoltoso l’accesso al passo carraio del condominio San Remo.”

Chi vive in questa zona ormai conosce ogni centimetro di quella buca. È diventata quasi una presenza familiare: la si saluta la mattina, la si evita con delicatezza quando piove, la si fotografa quando cresce. C’è chi la chiama “la voragine del 126”, chi propone di darle un nome ufficiale e magari iscriverla tra i beni immateriali del patrimonio eporediese. Altri, più pragmatici, suggeriscono di piantarci un ulivo, visto che la buca ormai si presta anche alla riforestazione urbana.

Guarino, con un’ironia amara che nasconde una sincera preoccupazione, osserva: “Che i buchi sulle strade siano un’opportunità per la politica green di far abbandonare l’automobile e andare a piedi?”.

Una provocazione che suona come un campanello d’allarme (sperando che almeno quello funzioni), perché le buche non sono solo un fastidio estetico: sono un rischio per la sicurezza. Un motorino che slitta, una ruota che si incastra, un pedone che inciampa. Ma evidentemente a Ivrea l’asfalto è diventato un’opinione.

E così, mentre l'assessore e il sindaco illustra "Peba" e "Piani sulla mobilità sostenibile", in questa parte di città si inaugura il concetto di smart buca: autogestita, resiliente e ormai riconoscibile da Google Maps. Un monumento al tempo che passa e ai lavori che non partono. Le transenne — vecchie, piegate, sbiadite — fanno da cornice all’opera, come se fossero parte di un’installazione museale a cielo aperto.

Nella sua lettera l'ex sindaco di Cascinette chiede di conoscere “i tempi previsti per l’esecuzione dei lavori di ripristino e di voler intervenire quanto prima per garantire la sicurezza e la piena fruibilità della strada”. Una richiesta legittima, che però rischia di finire nel limbo delle risposte standard: “stiamo valutando”, “abbiamo preso atto”, “l’ufficio tecnico è al lavoro”. Parole che, in certe amministrazioni, servono più a riempire il vuoto delle buche che a ripararle davvero.

Il problema, come sottolinea Guarino, non è solo di via Torino. “Anche altre strade di Ivrea meriterebbero più attenzione, come la pista ciclabile di via De Gasperi.”

E infatti c'è un tema  più generale: quello di una città che sembra aver smarrito il senso della manutenzione, dove il degrado urbano è diventato la normalità e dove la cura del territorio si misura ormai a colpi di transenne e nastro bianco-rosso.

Insomma, la buca di via Torino non è solo un cratere nell’asfalto, ma il simbolo di una città che — nonostante il passato glorioso di efficienza e innovazione — oggi fa fatica a tappare anche i buchi più elementari. Una città che si dice “intelligente” ma inciampa su se stessa, dove l’ironia è l’unico strumento rimasto per non cadere… letteralmente.

Chissà, forse il Comune aspetta che qualcuno adotti la buca, le dia un nome e ne faccia un’attrazione turistica: “La voragine di Ivrea, aperta dal 2025 e ancora visitabile”. Con tanto di cartello esplicativo, panchina e QR code per scoprire la storia dell’asfalto scomparso. A quel punto, sarebbe davvero un capolavoro.

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