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A Settimo Torinese un cavalcavia che cade a pezzi. Abbattiamolo!

I residenti delle case di corso Piemonte ci riprovano: “Qui sotto è sempre peggio”

Il sogno: “Abbattiamo questo brutto cavalcavia: cade a pezzi”

Cresce la preoccupazione tra i residenti di corso Piemonte a Settimo Torinese, costretti a convivere con la struttura fatiscente del ponte che attraversa la linea ferroviaria.

Un’infrastruttura vitale per la viabilità cittadina, ma ormai piagata da evidenti cedimenti strutturali. Il ponte, opera strutturale il cui lunghissimo iter era cominciato nel 1974 per poi essere ultimato oltre la metà degli anno Ottanta, più di dieci anni dopo, fu poi raddoppiata negli anni Novanta durante il mandato di Giovanni Ossola. Tutti i sindaci, da Corgiat a Puppo, ci hanno poi messo mano.

L’ultimo intervento risale al 2021, in piena giunta Piastra: l’azienda incaricata si era occupata di installare le reti anticaduta calcinacci, applicare dei dissuasori antipiccioni, rattoppare le parti danneggiate dal tempo e pulire il guano dei piccioni. Infine, sono stati tracciati i posti auto e camper, mettendo fine a discussioni e proteste. A distanza di quattro anni, però, i residenti osservano con preoccupazione le crepe dei pilastri del ponte e piccoli pezzi che ogni tanto saltano via e piombano a terra. 

Il ponte è attraversato ogni giorno e a tutte le ore da un flusso ininterrotto di traffico, migliaia di auto e, soprattutto, di mezzi pesanti. E adesso c’è anche un problema di incuria: le reti metalliche installate al di sotto del ponte sono diventate un ricettacolo di immondizia. Cartacce, sporcizia organica, lattine: tutto sospeso sulla testa di famiglie che convivono quotidianamente con questo disagio.

corso piemonte

Il sogno dei residenti è l’abbattimento del ponte, realizzando un sottopasso meno impattante a livello visivo. “E’ brutto, cade a pezzi - dicono preoccupati i cittadini - ed è un problema di sicurezza per le case e le auto”. L’abbattimento del ponte consentirebbe di eliminare per sempre i problemi di convivenza con un’opera che risale a più di quarant’anni fa.  Eppure uno degli argomenti delle recenti e sfavillanti campagne elettorali del centrosinistra era proprio l’abbattimento  del ponte, successivo all’interramento della ferrovia.

Era una delle visioni di Elena Piastra, applaudita dai suoi tanti elettori per questa suggestione. Ma tra il dire e il fare ci son di mezzo attori più importanti, un po’ come è successo con la fermata della metro al Pescarito: sogni che si infrangono di fronte a decisioni prese più in alto. Ma magari, chissà: un sottopasso per cancellare il ponte, potrebbe essere un progetto a portata di Comune. 

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