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11 Ottobre 2025 - 22:59
Cinquanta anni di Martinetti: una fucina di sapere, passione e libertà
Una serata densa di emozioni, ricordi e riflessioni ha celebrato i cinquant’anni del Liceo “Piero Martinetti” di Caluso, un traguardo che è insieme memoria del passato e promessa di futuro. Nell’aula magna dell’istituto, gremita di ex studenti, docenti e cittadini, dalle 18 alle 20 si è svolto l’incontro dedicato alla presentazione del libro di Marilena Pedrotti, “La fucina del sapere – I primi cinquant’anni del Martinetti”. Un titolo che racchiude perfettamente l’essenza di questa scuola: un laboratorio di idee, esperienze e innovazione educativa che, fin dagli anni Settanta, ha saputo distinguersi come modello sperimentale in un panorama formativo spesso rigido e convenzionale.
A moderare la serata, con intelligenza e leggerezza, l’ex allievo Davide Motto, che ha saputo orchestrare interventi e ricordi con tono brillante, alternando riflessione e sorriso. Momenti di intensa commozione hanno accompagnato le letture di testimonianze tratte dal volume, rese ancor più suggestive dalla voce e dalla musica di Elia Blanchietti.
Marilena Pedrotti, oggi presidente dell’ANPI di Caluso e per molti anni docente del liceo, ha spiegato di aver scritto il libro per recuperare la memoria collettiva di un’esperienza pionieristica: “Quando sono tornata a insegnare, ho sentito che quella storia si stava perdendo. Ho deciso di farmela raccontare da chi l’ha vissuta”. La Pedrotti ha ricordato gli anni dei primi esperimenti didattici, quando entrare in aula significava “entrare in un frullatore”, con una carica di novità e libertà che rendeva ogni giorno un’avventura intellettuale. Ha poi ribadito i principi che segnarono la nascita del Martinetti: laicità, unitarietà del sapere, superamento della divisione tra discipline, centralità della persona e legame con il territorio.
Ad aprire l’incontro è stata Maria Rosa Cena, sindaca di Caluso e già prima cittadina negli anni della fondazione del liceo. Visibilmente emozionata, ha ricordato: “Questa scuola è nata quando ero al mio primo mandato, nel ’74-’75. All’inizio era una succursale del liceo Gramsci di Ivrea e non fu facile. Serviva trovare abbastanza studenti per formare le classi, ma abbiamo creduto in quel progetto e oggi vediamo i frutti di quella scelta coraggiosa”. La sindaca ha voluto ringraziare i docenti di allora, i dirigenti e figure chiave come l’allora presidente della Provincia Giorgio Salvetti, riconoscendo nell’attuale dirigente Katia Milano la continuità di quello spirito innovativo: “Il Martinetti è oggi una scuola di riferimento per tutto il Canavese, e non solo”.
Moderatore Davide Motto, da sinistra a destra : la sindaca Maria Rosa Cena, l'assessora Gianna Pentenero,l'autrice Marilena Pedrotti, l'ex sindaco Marco Suriani , la preside Katia Milano e la rappresentante Lo Zodiaco Simona Salvetti
Il musicista, allievo e attore Elia Blanchietti
La professoressa Ilda Curti, figlia di Loredana Curti
L'intervento di Sonia Cambursano, sindaca di Strambino e una delle prime allieve del Martinetti
Sono intervenuti anche numerosi ex allievi che hanno legato la propria formazione al liceo calusiese. Marco Suriani, già sindaco di Caluso, ha parlato con gratitudine e affetto: “Dalla professoressa Pedrotti all’amica Marilena, sono grato per ciò che mi ha insegnato. Il mio rapporto con il Martinetti è 70 per cento sentimento e 30 per cento razionalità”.
Anche Sonia Cambursano, consigliera metropolitana ed ex studentessa, ha sottolineato l’importanza civica del percorso educativo: “In questa scuola non si formavano solo studenti, ma cittadini. Se oggi faccio la sindaca, è anche grazie a quello che ho imparato qui dentro”.
Tra gli interventi istituzionali, quello di Gianna Pentenero, assessora regionale all’Istruzione, ha posto l’accento sulla capacità del Martinetti di accogliere le sfide dell’autonomia scolastica: “È una scuola che ha saputo restare aperta, dialogante, capace di rispondere alle richieste degli studenti e delle istituzioni”. Tuttavia, l’assessora non ha mancato di ricordare anche le difficoltà ancora presenti: precarietà del personale, strutture da migliorare, problemi concreti come “bagni allagati, porte che non si chiudono, muri che aspettano manutenzione”. Un richiamo forte a non dimenticare che la qualità della scuola passa anche dalle condizioni materiali in cui si vive ogni giorno.
A portare lo sguardo sul presente è stata Katia Milano, dirigente scolastica, che ha sottolineato come l’eredità sperimentale del Martinetti sia ancora oggi la sua forza: “Ho scelto di guidare questo liceo proprio per la sua vocazione innovativa. Dal territorio al mondo: è questo il cammino che stiamo percorrendo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”. La preside ha poi ricordato i progetti internazionali e le collaborazioni che hanno consolidato la reputazione dell’istituto ben oltre i confini del Canavese.
Uno dei momenti più toccanti è stato quello dedicato al ricordo della professoressa Loredana Curti, rappresentata dalla figlia, che ha letto un messaggio carico di affetto: “Mia madre non ha potuto essere qui, ma ha amato questa scuola come le sue figlie”. La donna ha poi ricordato il docente Giuliano Reggio, insegnante di biologia e pianista, scomparso prematuramente: “Io e mia sorella vorremmo donare un suo dipinto al liceo, per onorare la memoria di un uomo che tanto ha dato alla scuola”.
Nel suo intervento conclusivo, Marilena Pedrotti ha rievocato con emozione l’ultimo incontro con Reggio: “Ricordo l’ultima volta che lo vidi: uscì con il sole che lo illuminava e mi disse ‘che bello stare qua con i ragazzi’”. L’aula insegnanti del liceo porta oggi il suo nome.
Cinquant’anni di storia raccolti in La fucina del sapere non sono solo una ricostruzione del passato, ma un atto d’amore verso una comunità che ha creduto nella forza dell’educazione. Il Liceo Martinetti continua a dimostrare che la vera sperimentazione non è nei regolamenti, ma nello spirito di chi fa scuola con passione, visione e coraggio. E che, ancora oggi, quell’antica scommessa sul sapere come libertà è pienamente vinta.
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