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Ciriè celebra Nino Costa: studenti, musica e poesia per il poeta delle radici piemontesi

Commozione in città per il “Costa Dì”: la scuola, il Comune e il Centro Studi Piemontesi insieme per ricordare il grande autore dialettale, ottant’anni dopo la sua scomparsa

Ciriè celebra Nino Costa

Ciriè celebra Nino Costa: studenti, musica e poesia per il poeta delle radici piemontesi

La città di Ciriè ha reso omaggio a Nino Costa, uno dei più grandi poeti dialettali piemontesi del Novecento, in una giornata intensa di memoria, cultura e partecipazione popolare. Giovedì 2 ottobre, ottant’anni dopo la sua morte, il “Costa Dì” ha trasformato la città in un luogo di incontro tra generazioni, dove la poesia, la musica e la storia si sono intrecciate per restituire al pubblico l’eredità di un autore capace di raccontare la terra piemontese come pochi altri.

A inaugurare la giornata sono stati i ragazzi della scuola media “Nino Costa”, che porta il suo nome e che, per l’occasione, ha preparato un momento di lettura in sala consiliare. Gli studenti di terza media hanno interpretato con sensibilità e impegno alcuni dei testi più noti del poeta, recitati in dialetto e tradotti in italiano, in un passaggio simbolico tra le radici e il presente. Un gesto semplice ma profondo, che ha riportato alla luce la musicalità della lingua piemontese e la capacità della parola poetica di unire le generazioni.

L’iniziativa, promossa dal Comune di Ciriè in collaborazione con il Centro Studi Piemontesi – Ca dë Studi Piemontèis, è stata organizzata nell’ambito delle celebrazioni per gli ottant’anni dalla scomparsa del poeta e i centovent’anni del titolo di “Ciriè Città”. L’obiettivo, come hanno sottolineato i promotori, è stato quello di rendere vivo il lascito culturale di Costa, riportandolo al centro della vita cittadina.

Il legame del poeta con Ciriè è antico e profondo. Figlio di un padre originario della città, Costa scelse proprio qui il luogo del riposo eterno. Nel cimitero cittadino, accanto al figlio Mario, caduto partigiano a soli diciannove anni durante la battaglia del Monte Génévry nel 1944, riposa una figura che seppe fare della poesia dialettale uno strumento di verità e umanità.

La cerimonia commemorativa davanti alla tomba del poeta, ripulita per l’occasione grazie al lavoro degli uffici comunali coordinati dall’assessore Fabrizio Fossati, ha rappresentato uno dei momenti più toccanti della giornata. Il silenzio raccolto dei presenti e la lettura di alcuni versi, affidata all’attore Michele Chiadò, hanno restituito la forza di una voce poetica ancora viva nel sentimento collettivo.

Nel pomeriggio, il cortile di Palazzo D’Oria ha accolto un secondo appuntamento di grande suggestione, in cui la musica ha incontrato la poesia. Il Corpo Musicale di Barbania, diretto dal maestro Paolo Storti, ha interpretato una selezione di brani ispirati ai testi di Costa, trasformando la sua lingua in melodia. Le note delle bande e i versi del poeta hanno dialogato, rivelando ancora una volta come la cultura popolare piemontese sappia fondere la parola e il suono in un’unica espressione identitaria.

A chiudere la giornata, il convegno in sala consiliare ha offerto un’occasione di approfondimento sulla figura di Costa e sulla sua opera all’interno del panorama della poesia piemontese. Gli interventi di Albina Malerba, Giovanni Tesio e Franca Viglongo del Centro Studi Piemontesi hanno tracciato un ritratto preciso del poeta, evidenziando la sua importanza letteraria e la sua capacità di tradurre la lingua del popolo in arte.

Attraverso la lettura di testi come Nivole, interpretata da Chiadò con intensità, il pubblico ha potuto riscoprire la forza espressiva di una poesia che non appartiene solo ai libri ma al vissuto quotidiano di una comunità. Costa non è stato soltanto un poeta, ma un narratore dell’anima piemontese, capace di restituire emozioni e valori di una terra fatta di fatica, dignità e silenzi pieni di senso.

Il “Costa Dì” è stato anche un momento di riflessione sul valore della memoria culturale e sull’importanza di trasmetterla alle nuove generazioni. L’entusiasmo dei ragazzi e la partecipazione del pubblico hanno dimostrato che la poesia di Costa non è confinata al passato, ma continua a parlare al presente con parole di autenticità.

Il Comune di Ciriè ha espresso l’intenzione di fare di questa giornata un appuntamento stabile, un modo per rinnovare ogni anno l’impegno a raccontare ai più giovani la figura di un autore che ha saputo raccontare la vita attraverso il linguaggio delle emozioni e della natura.

A ottant’anni dalla sua morte, Nino Costa resta un punto di riferimento per la letteratura piemontese, ma anche per l’identità culturale di Ciriè, che continua a custodirne la memoria come parte viva della propria storia.

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