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02 Ottobre 2025 - 14:59
Francesco Giglio
“La salute non aspetta. Non rinunciare a curarti.” Non è solo uno slogan, ma il grido d’allarme con cui il Partito Democratico rilancia la sua battaglia contro le liste d’attesa, un’emergenza che sembra aggravarsi di anno in anno.
La verità è che in Piemonte, prenotare una visita specialistica o un esame diagnostico attraverso il servizio sanitario pubblico è ormai una sfida quasi impossibile: sei mesi di attesa, se non di più, persino per le prestazioni più basilari. Chi può permetterselo si rivolge al privato, chi non può spesso rinuncia alle cure. Una rinuncia che, sottolineano i democratici, non è soltanto ingiusta ma anche pericolosa: la salute, ricordano, è un diritto fondamentale e non può dipendere dal reddito.
Per questo il PD ha deciso di passare dalle parole ai fatti, offrendo ai cittadini un sostegno concreto per accedere al cosiddetto percorso di tutela, un meccanismo che consentirebbe di ricevere la prestazione in regime privato o intramoenia senza costi aggiuntivi rispetto al ticket. Una procedura, però, talmente complicata e farraginosa da scoraggiare molti malati prima ancora di iniziare.
Nel mese di settembre, ogni sabato mattina, la sede del circolo di Ivrea e Cascinette ha aperto le porte a chi cercava assistenza per districarsi tra moduli, documenti e passaggi burocratici. Volontari formati ad hoc, con computer, stampante e scanner a disposizione, hanno accolto decine di cittadini. I numeri parlano chiaro: 9 persone hanno chiesto direttamente supporto per avviare la pratica, 11 si sono limitate a ricevere istruzioni per poi procedere autonomamente, mentre moltissime altre hanno chiesto informazioni generali, anche telefonicamente.
Eppure, denunciano i democratici, non sono mancate le storture: “Molte richieste sono state respinte perché si trattava di visite di controllo e non di primo accesso. È un’assurdità – spiegano – che tradisce lo stesso principio della medicina preventiva, la quale dovrebbe intervenire prima che i problemi si aggravino. In un caso addirittura è stata respinta una visita di controllo post-operatoria di un paziente cardiologico: una situazione che anche senza essere specialisti appare rischiosa per la salute.”
Il PD annuncia che non intende fermarsi. La campagna proseguirà sia nelle sedi politiche che nelle istituzioni regionali e nazionali, con un obiettivo preciso: riaffermare il diritto alla salute per tutti, senza eccezioni. Perché la sanità pubblica – sostengono i democratici – non può essere lasciata scivolare verso un sistema in cui chi ha soldi si cura e chi non li ha resta indietro.
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