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01 Ottobre 2025 - 15:36
Agricoltura e montagna alleate, Coldiretti: "Diventino asset strategici per lo sviluppo"
Un’agricoltura che non si limita a produrre cibo, ma che diventa cerniera strategica tra la città e le montagne. È questa la sfida lanciata da Coldiretti Torino durante il seminario “La città incontra l’agricoltura di montagna”, appuntamento che ha messo attorno allo stesso tavolo istituzioni, amministratori, università e rappresentanti del mondo economico. L’obiettivo dichiarato è dare sostanza al concetto di rapporto metromontano, cioè un modello di integrazione tra il capoluogo subalpino e i sistemi agricoli delle vallate.
Al centro della discussione, l’idea che l’agricoltura montana non sia soltanto un settore produttivo ma anche un presidio sociale e territoriale, fondamentale per mantenere i servizi nelle aree periferiche e arginare lo spopolamento. Nel corso dei lavori, introdotti dal direttore di Coldiretti Torino Carlo Loffreda, è stato ribadito che la montagna e la sua agricoltura devono restare una priorità sindacale e politica.
Un messaggio rafforzato dall’intervento video del presidente nazionale Ettore Prandini, che ha sottolineato l’importanza della nuova legge sulla montagna, nella quale molte delle istanze proposte da Coldiretti sono state recepite. Una norma che, nelle intenzioni, dovrà favorire sperimentazione e innovazione nelle aree alpine, garantendo così prospettive concrete agli agricoltori.
Dalla discussione sono emerse convergenze significative. Filippo Barbera, docente dell’Università di Torino, ha ricordato come l’ateneo sia pronto ad avviare progetti di ricerca e collaborazione continuativa con le aziende agricole montane, per creare un collegamento diretto tra Torino come centro di consumo e la montagna come centro di produzione. Anche la Camera di Commercio di Torino, con l’intervento di Guido Bolatto, ha evidenziato il ruolo dell’imprenditoria di montagna, composta in gran parte da piccole imprese familiari agricole, come tassello essenziale per l’economia della provincia.
Sul fronte politico, il Comune di Torino, rappresentato dall’assessore Paolo Chiavarino, ha ribadito il valore dei mercati dei produttori, sottolineando come questi costituiscano un ponte quotidiano tra città e vallate. Una prospettiva che riguarda anche il turismo, da considerare leva di crescita integrata.
A sottolineare la dimensione più ampia del progetto è stata la consigliera metropolitana Sonia Cambursano, che ha rimarcato come “metromontano” significhi battersi per non perdere servizi, migliorare le reti di trasporto pubblico e soprattutto valorizzare i Distretti del Cibo, da integrare con il Distretto del Commercio del capoluogo.
Dal versante regionale, l’assessore alla montagna Marco Gallo ha lanciato l’idea di un sistema metromontano integrato, in cui Torino e le sue valli diventino il polo di riferimento per tutto il Piemonte. La Regione, ha assicurato, sosterrà il processo con progetti mirati e con l’applicazione della nuova normativa nazionale.
A chiudere i lavori, l’intervento del presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici, che ha ribadito la necessità di costruire un rapporto “alla pari” tra città e montagna. Per lui occorre un’alleanza per la digitalizzazione e i servizi, un riconoscimento del ruolo sociale della multifunzionalità agricola, ma anche misure di tutela contro la perdita dei terreni fertili, oggi sempre più minacciati da consumo di suolo e speculazioni. "L’agricoltura – ha concluso – deve essere inserita tra gli asset strategici di Torino, perché non riguarda solo chi vive e lavora in montagna, ma anche l’economia e la qualità della vita della città".
L’incontro ha dunque posto le basi per un lavoro condiviso, che vedrà nei prossimi mesi la traduzione di queste intenzioni in progetti concreti. Un banco di prova per capire se davvero il concetto di “metromontano” potrà passare dalle parole ai fatti, e se l’agricoltura saprà conquistarsi il posto centrale che rivendica nello sviluppo della città e delle sue valli.
Immagine di repertorio
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