Cerca

Attualità

Daniele Volpatto nuovo presidente di SAT. A Settimo le poltrone non vanno mai in vacanza

L’ex assessore e consigliere comunale prende il posto di Nino Daniel, dimessosi per incompatibilità. Cambiano i nomi ma il copione resta lo stesso: stipendi generosi, silenzi imbarazzanti e partecipate usate come poltronificio.

Daniele Volpatto nuovo presidente di SAT. A Settimo le poltrone non vanno mai in vacanza

Daniele Volpatto

Non c’era bisogno della sfera di cristallo, bastava conoscere i meccanismi della politica settimese. È ufficiale: Daniele Volpatto, ex assessore e consigliere comunale, è il nuovo presidente di SAT – Servizi Amministrativi Territoriali Scarl. La nomina era nell’aria da settimane, chiacchierata nei corridoi, sussurrata nei bar e data ormai per scontata, tanto che il bando con scadenza settembre 2025 sembrava più una formalità da compilare che una vera selezione trasparente.

L’uscita di scena di Nino Daniel, costretto alle dimissioni per incompatibilità di incarichi, si era trasformata in una liberazione solo a metà. L’ex socialista, o forse ancora socialista a seconda delle convenienze, resta infatti ben saldo al timone di Patrimonio Città di Settimo Torinese, l’altra società municipale che – almeno sulla carta – dovrebbe occuparsi di strade, marciapiedi e cimitero. In pratica, una società che con quelle competenze ci fa i conti solo in parte, e spesso male. Ma il vero nodo era il doppio incarico, che non poteva durare: incompatibilità scritta, prevedibile, inevitabile.

Eppure, anche dietro l’atto dovuto, si nasconde l’ennesima puntata del teatrino settimese delle partecipate: un sistema che da anni funziona come un gigantesco poltronificio. Le facce cambiano, i nomi ruotano, ma lo schema resta identico. Da Alessandro Scopel a Daniel, da Daniel a Volpatto: la giostra continua a girare senza mai fermarsi.

Nino Daniel , presidente Patrimonio

Vale la pena ricordare che il doppio incarico fruttava a Daniel circa 65 mila euro l’anno, 25 mila lordi da SAT e una quarantina da Patrimonio. Non noccioline, soprattutto se rapportati ai numeri della SAT: nel 2023 la società ha incassato 3,29 milioni di euro e ne ha spesi oltre 2 solo per il personale, una ventina di dipendenti. Ecco perché i 25 mila euro rimasti “liberi” facevano gola, e la domanda non era “chi?” ma semplicemente “quando?”.

La risposta è arrivata: Volpatto prende il posto di Daniel e, con ogni probabilità, inaugura un nuovo capitolo della saga. Lui, ex amministratore esperto e volto già noto in città, diventa ora l’uomo chiamato a guidare una società che dovrebbe fornire supporto tecnico e amministrativo ai Comuni del territorio, sviluppare progetti di ingegneria, consulenza e gestione di bandi. In teoria, un centro strategico per i Comuni soci. In pratica, agli occhi dei cittadini, l’ennesimo esempio di come le partecipate vengano trattate più come strumenti politici che come leve di efficienza.

A sorprendere non è certo il nome, ma il silenzio. Stavolta la sindaca Elena Piastra, solitamente pronta a commentare qualunque questione pubblica (tanto da meritarsi l’ironico nomignolo di “chiacchierona”), non ha detto una parola. Nessuna dichiarazione sulle dimissioni di Daniel, nessuna spiegazione sul futuro di SAT, nessun cenno a quella “autoproduzione di servizi” che a dicembre 2023 veniva rivendicata come modello virtuoso. Un silenzio assordante, che lascia spazio a più di un sospetto.

Il finale sa di déjà vu: SAT non è un’anomalia, ma il simbolo perfetto del sistema settimese. Non si tratta di singoli nomi che tornano in scena, ma di centri di potere che si spostano da una partecipata all’altra, in un gioco che sembra infinito. Patrimonio, Fondazione Ecm, Seta, Saapa (oggi in liquidazione), Fondazione Comunità Solidale, Fondazione Fenoglio: strutture diverse, stesso copione. In teoria dovrebbero garantire servizi ed efficienza, in pratica finiscono per diventare cassaforti di stipendi, incarichi e influenze politiche.

Insomma, la musica non cambia. SAT ha un nuovo presidente, Daniele Volpatto. Il sipario cala, il pubblico applaude distrattamente, ma tutti sanno che presto ricomincerà un altro atto della commedia. Perché a Settimo le partecipate – SAT compresa – più che strumenti al servizio dei cittadini somigliano a un grande bancomat politico: soldi pubblici che si trasformano in poltrone, potere e continuità di sistema.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori