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Per chi suona la campana

Dal re di Hannover al podestà

Dalla lettera pastorale di monsignor Daniele Salera emergono inviti al dialogo e alla sinodalità, ma anche la fotografia impietosa di una diocesi in crisi vocazionale

Monsignor Salera rompe gli schemi: un diacono come segretario e una Chiesa più vicina alla gente

Monsignor Salera

L'assemblea di presentazione della lettera pastorale del vescovo di Ivrea, monsignor Daniele Salera, dal titolo «Vivere e annunciare la riconciliazione», ha avuto un discreto successo di pubblico. Essa è un invito accorato, denso di citazioni scritturistiche e magisteriali, a superare le polarizzazioni, e cioè le divisioni tra il clero e i cristiani, senza analizzare troppo a che cosa siano dovute. Da incentivare è la cultura del dialogo secondo le indicazioni di Leone XIII: «perché solo dove c'è ascolto può nascere comunione, e solo dove c'è comunione la verità diventa credibile».

La strada indicata è quella di promuovere la spiritualità sinodale (concetto piuttosto oscuro), l'accesso a posti di responsabilità di laici e laiche, la pratica del discernimento ecclesiale e la sperimentazione di «forme appropriate di trasparenza, rendiconto e valutazione» con lo svolgimento di assemblee ecclesiali locali e regionali.

A tal proposito, in allegato alla lettera, vengono proposti una batteria di incontri, ritiri spirituali per tutte le categorie di fedeli e sacerdoti senza però che vi sia stata almeno una mezza consultazione, prassi che non poco urta con quello che dovrebbe essere uno stile sinodale.

Monsignor Edoardo Cerrato

La situazione vocazionale della diocesi di Ivrea è preoccupante perché a tutt'oggi vi è un solo ragazzo che inizia l'anno propedeutico al seminario di Torino e, di questo passo, l'esistenza di molte parrocchie si farà problematica, tenuto conto che la diocesi conta numerosi parroci in età avanzata chiamati ad occuparsi di più parrocchie. Come ha detto il vescovo: «siamo su di un crinale: quando non ci saranno più questi parroci sarà un problema e andiamo incontro a otto anni di "buco" a causa dell'assenza di seminaristi. Vuol dire che in tutto questo tempo non ci saranno sacerdoti».

La prima impressione è che se monsignor Cerrato sembrava il sovrano di uno di quei piccoli staterelli tedeschi del XIX secolo prima di Bismarck, tipo il re di Hannover, che non stavano mai nei propri domini e se ci stavano era per poco e ben nascosti, per evitare di farsi disturbare dagli oneri legati al ruolo anche a costo di rinunciare a qualcuno degli onori, monsignor Salera ha come modello il podestà puntiglioso, di carattere rigido e con l'ansia di portare ordine nella circoscrizione – in questo caso ecclesiastica – che gli è stata affidata.

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen

Tutti gli articoli di Fra' Martino qui

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