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Integrazione e sonnellino: il Comune aderisce alla Carta dei rifugiati

Dai 110 posti SAI allo Sportello Informastranieri: Settimo rafforza il suo impegno e ora sposa la Carta nazionale per l’inclusione

Integrazione, Settimo in prima fila: il Comune aderisce alla Carta dei rifugiati

foto archivio

A Settimo Torinese il tempo ha una sua elasticità. A luglio il Comune ha deliberato l’adesione alla Carta per l’integrazione delle persone rifugiate. Lo scrivemmo, lo raccontammo, lo leggemmo sull’albo pretorio. Oggi, fine settembre, ecco che l’ufficio stampa si sveglia e rilancia la notizia come fosse un annuncio fresco di giornata. Due le ipotesi: o in municipio c’è il fuso orario delle Isole Samoa oppure si sono accorti solo oggi della dimenticanza.

Perché l’integrazione è importante, ma anche il sonnellino post-estivo non è da sottovalutare. E così, nel dubbio, la notizia viene servita tiepida, come certi minestroni riscaldati: non fa male a nessuno, ma non entusiasma più nessuno.

Qui sotto riproponiamo il testo pubblicato a luglio...

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La Giunta comunale di Settimo Torinese ha approvato all’unanimità l’adesione alla Carta per l’integrazione dei rifugiati, documento promosso dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e da una rete nazionale di enti locali. Con la deliberazione n. 167, il Comune entra ufficialmente a far parte di un percorso collettivo che mira a rafforzare le politiche di inclusione e a coordinare a livello nazionale azioni e strategie per l’accoglienza, trasformando esperienze locali già consolidate in strumenti strutturati e condivisi.

La decisione della Giunta è accompagnata dal richiamo all’articolo 3 della Costituzione italiana, che sancisce il principio di uguaglianza e pari dignità sociale di tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione o condizioni personali e sociali. Un riferimento non casuale, che intende sottolineare come i principi costituzionali debbano orientare le scelte di governo locale anche su un tema complesso come quello dell’integrazione.

settimo

Per Settimo non si tratta di un passo isolato. Dal 2014 la città è titolare di un progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), autorizzato e finanziato dal Ministero dell’Interno, che mette a disposizione 110 posti. In oltre dieci anni di attività, il SAI ha rappresentato non soltanto una rete di accoglienza per i richiedenti asilo e rifugiati, ma anche un percorso per costruire opportunità concrete di inserimento nel tessuto sociale ed economico. L’amministrazione ha già avviato le procedure per prolungare il progetto nel triennio 2026-2028. A questo impegno si è aggiunto, a partire dal 2021, lo Sportello Informastranieri, concepito come punto di accesso unico per le persone migranti e diventato nel tempo una struttura di riferimento per centinaia di cittadini stranieri. Le richieste raccolte vanno dai documenti alla sanità, dalle pratiche abitative a quelle legali ed educative, segnalando come i bisogni siano sempre più articolati e interconnessi.

Il Comune ha poi ottenuto un finanziamento FAMI per il periodo 2025-2028, destinato a costruire piani individuali di inserimento socio-economico dei titolari di protezione internazionale che escono dai centri di accoglienza, con particolare attenzione ai giovani neomaggiorenni e alle famiglie. A marzo di quest’anno Settimo ha anche siglato un Protocollo d’intesa con Prefettura e Questura di Torino, Regione Piemonte, Città Metropolitana, Comune di Torino, INAIL, Croce Rossa Italiana, sindacati e associazioni, per facilitare l’ottenimento dei titoli di soggiorno e accompagnare in modo coordinato i cittadini stranieri residenti.

Con l’adesione alla Carta per l’integrazione, Settimo si allinea a un percorso già intrapreso da altre città italiane, che vede protagoniste metropoli come Milano, Roma, Torino, Napoli, Palermo e Bari, prime firmatarie del documento nel 2022.

Negli anni successivi hanno aderito anche Genova, Bologna, Padova, Ravenna e Brescia, rendendo evidente come la gestione dei flussi migratori e l’inclusione dei rifugiati siano diventati terreni di lavoro imprescindibili per le amministrazioni comunali.

La Carta prevede una serie di impegni concreti: la creazione di centri polifunzionali denominati Spazi Comuni, dove i servizi vengano raccolti in un unico luogo facilmente accessibile; l’attivazione di programmi di mentoring e volontariato per accompagnare i rifugiati nei percorsi di autonomia; lo sviluppo di strumenti comuni di monitoraggio degli arrivi e delle condizioni di accoglienza; iniziative specifiche dedicate ai gruppi più vulnerabili, come le donne con bambini e i minori stranieri non accompagnati. L’UNHCR garantisce supporto tecnico e metodologico, promuovendo lo scambio di buone pratiche e la nascita di reti locali.

barconi

Il quadro in cui si inserisce la scelta di Settimo è quello di un’Italia che, secondo i dati più recenti diffusi dall’UNHCR, solo nell’aprile 2025 ha visto l’arrivo via mare di 6.578 persone, con un incremento del 39% rispetto allo stesso mese del 2024. I principali Paesi di provenienza sono Bangladesh, Eritrea ed Egitto. Un quarto degli arrivi è composto da minori, e quasi la metà delle persone è giunta grazie a operazioni di soccorso in mare.

A livello globale, l’UNHCR segnala che ad aprile 2025 il numero di persone costrette a fuggire dalle proprie case ha raggiunto i 122,1 milioni, un record che fotografa la gravità delle crisi internazionali in corso.

La situazione socio-economica dei rifugiati in Italia rimane fragile. Un recente rapporto UNHCR–ISTAT ha rilevato che il 43,5% dei rifugiati vive in povertà assoluta, il 67% è sotto la soglia di povertà relativa e il 26% in grave deprivazione materiale e sociale. Solo un rifugiato su cinque ha un lavoro stabile a tempo pieno, mentre la stragrande maggioranza sperimenta occupazioni discontinue o precarie. Anche la conoscenza della lingua italiana è un ostacolo: il 53% ha competenze medio-basse, percentuale che sale al 62% tra chi è in Italia da due a cinque anni. In questo contesto, i Comuni diventano attori cruciali per offrire strumenti di integrazione reale, dall’accesso al lavoro all’abitazione, fino alla partecipazione alla vita sociale e culturale.

In Piemonte il sistema SAI dispone di 2.469 posti, pari al 6,4% del totale nazionale, distribuiti tra 36 titolari di progetto tra comuni, unioni, enti consortili e la Provincia. Numeri che collocano la Regione tra quelle con un’offerta significativa, seppur ancora insufficiente rispetto alla domanda di accoglienza. Settimo, con i suoi 110 posti, si conferma tra i comuni attivi e strutturati.

 

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