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27 Settembre 2025 - 16:08
foto archivio
A Settimo Torinese il tempo ha una sua elasticità. A luglio il Comune ha deliberato l’adesione alla Carta per l’integrazione delle persone rifugiate. Lo scrivemmo, lo raccontammo, lo leggemmo sull’albo pretorio. Oggi, fine settembre, ecco che l’ufficio stampa si sveglia e rilancia la notizia come fosse un annuncio fresco di giornata. Due le ipotesi: o in municipio c’è il fuso orario delle Isole Samoa oppure si sono accorti solo oggi della dimenticanza.
Perché l’integrazione è importante, ma anche il sonnellino post-estivo non è da sottovalutare. E così, nel dubbio, la notizia viene servita tiepida, come certi minestroni riscaldati: non fa male a nessuno, ma non entusiasma più nessuno.
Qui sotto riproponiamo il testo pubblicato a luglio...
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La Giunta comunale di Settimo Torinese ha approvato all’unanimità l’adesione alla Carta per l’integrazione dei rifugiati, documento promosso dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e da una rete nazionale di enti locali. Con la deliberazione n. 167, il Comune entra ufficialmente a far parte di un percorso collettivo che mira a rafforzare le politiche di inclusione e a coordinare a livello nazionale azioni e strategie per l’accoglienza, trasformando esperienze locali già consolidate in strumenti strutturati e condivisi.
La decisione della Giunta è accompagnata dal richiamo all’articolo 3 della Costituzione italiana, che sancisce il principio di uguaglianza e pari dignità sociale di tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione o condizioni personali e sociali. Un riferimento non casuale, che intende sottolineare come i principi costituzionali debbano orientare le scelte di governo locale anche su un tema complesso come quello dell’integrazione.
Per Settimo non si tratta di un passo isolato. Dal 2014 la città è titolare di un progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), autorizzato e finanziato dal Ministero dell’Interno, che mette a disposizione 110 posti. In oltre dieci anni di attività, il SAI ha rappresentato non soltanto una rete di accoglienza per i richiedenti asilo e rifugiati, ma anche un percorso per costruire opportunità concrete di inserimento nel tessuto sociale ed economico. L’amministrazione ha già avviato le procedure per prolungare il progetto nel triennio 2026-2028. A questo impegno si è aggiunto, a partire dal 2021, lo Sportello Informastranieri, concepito come punto di accesso unico per le persone migranti e diventato nel tempo una struttura di riferimento per centinaia di cittadini stranieri. Le richieste raccolte vanno dai documenti alla sanità, dalle pratiche abitative a quelle legali ed educative, segnalando come i bisogni siano sempre più articolati e interconnessi.
Il Comune ha poi ottenuto un finanziamento FAMI per il periodo 2025-2028, destinato a costruire piani individuali di inserimento socio-economico dei titolari di protezione internazionale che escono dai centri di accoglienza, con particolare attenzione ai giovani neomaggiorenni e alle famiglie. A marzo di quest’anno Settimo ha anche siglato un Protocollo d’intesa con Prefettura e Questura di Torino, Regione Piemonte, Città Metropolitana, Comune di Torino, INAIL, Croce Rossa Italiana, sindacati e associazioni, per facilitare l’ottenimento dei titoli di soggiorno e accompagnare in modo coordinato i cittadini stranieri residenti.
Con l’adesione alla Carta per l’integrazione, Settimo si allinea a un percorso già intrapreso da altre città italiane, che vede protagoniste metropoli come Milano, Roma, Torino, Napoli, Palermo e Bari, prime firmatarie del documento nel 2022.
Negli anni successivi hanno aderito anche Genova, Bologna, Padova, Ravenna e Brescia, rendendo evidente come la gestione dei flussi migratori e l’inclusione dei rifugiati siano diventati terreni di lavoro imprescindibili per le amministrazioni comunali.
La Carta prevede una serie di impegni concreti: la creazione di centri polifunzionali denominati Spazi Comuni, dove i servizi vengano raccolti in un unico luogo facilmente accessibile; l’attivazione di programmi di mentoring e volontariato per accompagnare i rifugiati nei percorsi di autonomia; lo sviluppo di strumenti comuni di monitoraggio degli arrivi e delle condizioni di accoglienza; iniziative specifiche dedicate ai gruppi più vulnerabili, come le donne con bambini e i minori stranieri non accompagnati. L’UNHCR garantisce supporto tecnico e metodologico, promuovendo lo scambio di buone pratiche e la nascita di reti locali.
Il quadro in cui si inserisce la scelta di Settimo è quello di un’Italia che, secondo i dati più recenti diffusi dall’UNHCR, solo nell’aprile 2025 ha visto l’arrivo via mare di 6.578 persone, con un incremento del 39% rispetto allo stesso mese del 2024. I principali Paesi di provenienza sono Bangladesh, Eritrea ed Egitto. Un quarto degli arrivi è composto da minori, e quasi la metà delle persone è giunta grazie a operazioni di soccorso in mare.
A livello globale, l’UNHCR segnala che ad aprile 2025 il numero di persone costrette a fuggire dalle proprie case ha raggiunto i 122,1 milioni, un record che fotografa la gravità delle crisi internazionali in corso.
La situazione socio-economica dei rifugiati in Italia rimane fragile. Un recente rapporto UNHCR–ISTAT ha rilevato che il 43,5% dei rifugiati vive in povertà assoluta, il 67% è sotto la soglia di povertà relativa e il 26% in grave deprivazione materiale e sociale. Solo un rifugiato su cinque ha un lavoro stabile a tempo pieno, mentre la stragrande maggioranza sperimenta occupazioni discontinue o precarie. Anche la conoscenza della lingua italiana è un ostacolo: il 53% ha competenze medio-basse, percentuale che sale al 62% tra chi è in Italia da due a cinque anni. In questo contesto, i Comuni diventano attori cruciali per offrire strumenti di integrazione reale, dall’accesso al lavoro all’abitazione, fino alla partecipazione alla vita sociale e culturale.
In Piemonte il sistema SAI dispone di 2.469 posti, pari al 6,4% del totale nazionale, distribuiti tra 36 titolari di progetto tra comuni, unioni, enti consortili e la Provincia. Numeri che collocano la Regione tra quelle con un’offerta significativa, seppur ancora insufficiente rispetto alla domanda di accoglienza. Settimo, con i suoi 110 posti, si conferma tra i comuni attivi e strutturati.
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