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Il Canavesano imbruttito
26 Settembre 2025 - 22:56
Il Leviatano è tra noi: dallo Stato assoluto di Hobbes alla democrazia addomesticata
Correva l'anno 1651 quando il filosofo inglese Thomas Hobbes, utilizzando la figura del “Leviatano”, mostro della mitologia biblica descritto da Giobbe e Isaia come un serpente tortuoso dotato di una forza spaventosa, descriveva il modello politico di Stato assoluto da lui auspicato. Un’entità politica che avrebbe voluto con un potere immenso, creata dagli uomini, secondo Hobbes, che intendeva lo Stato come un “Dio mortale”, per garantire la pace e l’ordine attraverso un patto sociale capace di imporre disciplina ed evitare la distruzione reciproca. Hobbesvedeva nel “Leviatano” la metafora di uno Stato sovrano assoluto, quasi un enorme “uomo artificiale”, indispensabile per costringere le genti al rispetto delle leggi e dei patti.
Cosa dire, nel “libero” Occidente e nella nostra “libera” Italia, un po’ alla volta, nel rispetto del “principio della rana bollita” tanto caro al filosofo statunitense Noam Chomsky, allo “Stato assoluto”, padrone delle vite e del futuro dei cittadini, ci si è arrivati da tempo, senza l’imposizione di cambiamenti improvvisi e immediati, che avrebbero potuto creare contestazioni e pericolose reazioni da parte dei popoli. Ci si è arrivati negli anni, attraverso il soffocamento dei diritti, l’aggravio della burocrazia, l’imposizione di stili di vita, la cancellazione delle tradizioni, la crescente censura sull’informazione, gli obblighi vaccinali, le “guerre giuste”, la lotta ai cambiamenti climatici, l’introduzione dell’intelligenza artificiale, lo smantellamento della famiglia tradizionale, l’impoverimento dei lavoratori, la “correzione” della storia, la droga libera per tutti, spacciata dentro e fuori le scuole, la lotta all’uso del contante, i cibi sintetici e le farine d’insetti. Ci si è arrivati così, incapaci di percepire il pericolo e di reagire a minacce e peggioramenti di vita, che si sono verificati in modo graduale, anno dopo anno, giorno dopo giorno, costantemente, sino ad essere accettati come inevitabili, come figli del “progresso”, della “scienza” e della “democrazia” evoluta ai massimi livelli. La democrazia che ha permesso all’uomo nessuno di diventare l’uomo qualcuno. La “democrazia” che rifiuta le menti pensanti, che è divenuta “Stato assoluto” grazie alle menti ubbidienti, grazie a quelli che aspettano con devozione il ritorno del “Grande fratello”; a quelli che cercano la scappatoia anche per diplomarsi; a quelli continuamente alla ricerca della raccomandazione giusta; a quelli che sanno tutto senza conoscere niente; a quelli, citando Leo Longanesi, capaci di tutto ma buoni a nulla; a quelli che lottano contro i cambiamenti climatici acquistando fiammanti auto elettriche, convinti che anche le guerre siano “green”; a quelli che inorridiscono all’abbandono di un cane ma che se ne fregano del genocidio del popolo palestinese; a quelli che sbirciano il cielo alla ricerca di un drone russo da immortalare col telefonino e grazie ai tantissimi che hanno fatto della cialtroneria il loro modus vivendi. E’ così che in Italia siamo arrivati ad avere schiere di politici incapaci, corrotti e disposti a tutto pur di compiacere Unione Europea, Stati Uniti e N.A.T.O..
Il “Leviatano” auspicato da Hobbes è ormai realtà, addirittura lo Stato è arrivato a dettare quanto si può prelevare dal conto corrente, quanto si può versare sul conto corrente ed anche i bonifici, a secondo dell’importo sono attentamente esaminati. Insomma, come la rana di Chomsky, che messa in una pentola di acqua fredda, poi riscaldata lentamente, accettava passivamente di morire bollita, nel “libero” Occidente e in Italia più che mai, si è accettato di vivere in condizioni sempre più insostenibili, senza reagire, grazie all’adattamento progressivo che ha reso impercettibile il pericolo.
Ora l’impoverimento della politica nostrana, che ha regalato al Paese gente come Di Maio, Calenda, Conte, Salvini, Schlein, Meloni, Tajani e tantissimi altri, uomini e donne, che meravigliosamente rappresentano la decadenza etica, culturale e sociale italiana, è giunto a livelli inaccettabili, così, mentre tutti gli anni ai nostri anziani, anche ultra ottantenni, l’I.N.P.S. invia una lettera nella quale chiede, minacciando nel caso la sospensione della rata pensionistica, di comunicare eventuali nuovi sopraggiunti redditi, paghiamo allegramente la pensione a migliaia di immigrati giunti in Italia grazie al ricongiungimento familiare e, in deroga alla legge 189/2002, a migliaia di Ucraini ai quali, immagino, sia anche difficile richiedere documentazione aggiornata di esistenza in vita.
In definitiva, in attesa che i nostri bravi politici ci portino in guerra contro i “cattivoni” russi, rei di aver impedito ai bravi ucraini di fare nel Donbass quello che le vittime per antonomasia, i caritatevoli israeliani, stanno facendo in Palestina, credo stia per scadere, se già non è scaduto, il tempo per convertirci in tutta fretta alla cultura del merito, che in politica dovrebbe significare: competenza, preparazione ed anche fedina penale pulita, diversamente e i segnali ci sono già tutti, si rimarrà schiacciati sotto il “Leviatano” parassitario della partitocrazia romanocentrica, dell’Unione Europea, degli U.S.A. e della N.A.T.O., sin qui caratterizzato dal commercio delle assunzioni, dalla lottizzazione dell’informazione, dal controllo del credito, da crescenti obblighi di ogni genere e da una burocrazia asfissiante, capace di togliere anche l’ultimo respiro alla democrazia e alla libertà dei popoli.
Aldous Leonard Huxley
Forse pochi se ne sono accorti, troppo impegnati a non vivere la vita, ma la stagione dei giochini dialettici è finita da tempo, a forza di parlare del nulla, di fascisti e comunisti, di democratici e populisti, di “pace giusta” e di pericolo russo, di sovranisti e globalisti, di guerra necessaria alla pace e cambiamenti climatici, di terribili virus e di nuovi agguati pandemici, ci stiamo condannando al degrado e all’irrilevanza internazionale, ma di questo non parla nessuno, né i partiti, né l’informazione ufficiale e quel che è peggio, pare che anche gli italiani non siano troppo interessati al ruolo politico e culturale dell’Italia così come alla sua sopravvivenza economica.
Era il 1932, quando profeticamente, Aldous Leonard Huxley, scrittore e filosofo britannico, scrisse, tratto dalla sua opera letteraria “Il nuovo mondo”: “La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia. Una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù”.
Era il 1932, sembra oggi.
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