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Progetto Rispetto, alleanza nazionale contro la violenza di genere

Polizia di Stato e Fondazione Conad ETS lanciano Progetto Rispetto: portale, docufilm e materiali educativi per scuole e famiglie contro la violenza di genere

Progetto Rispetto

Progetto Rispetto, alleanza nazionale contro la violenza di genere

Una rete insolita ma potente: la Polizia di Stato e la Fondazione Conad ETS hanno scelto di unire competenze e risorse per lanciare Progetto Rispetto, un’iniziativa nazionale che affronta la violenza di genere non solo con gli strumenti della repressione e della tutela, ma soprattutto con quelli dell’educazione e della prevenzione. L’idea alla base del protocollo è chiara: cambiare il linguaggio, i comportamenti quotidiani, la capacità di riconoscere e fermare in tempo segnali di abuso e discriminazione. Non un semplice accordo formale, ma un vero e proprio “patto di responsabilità”.

Il cuore del progetto è il portale ProgettoRispetto.it, già attivo e gratuito, pensato per docenti, studenti e famiglie. All’interno si trovano materiali didattici, guide pratiche, infografiche e attività formative che affrontano in modo chiaro e accessibile temi complessi come il consenso, l’uguaglianza, il rispetto reciproco e le varie forme di violenza: fisica, psicologica, sessuale, economica e assistita. Il valore aggiunto è la garanzia della Polizia di Stato: tutti i contenuti sono stati vidimati dagli uffici competenti, assicurando affidabilità e autorevolezza agli insegnanti che li utilizzeranno in classe.

L’ambizione è trasformare le scuole in laboratori di cambiamento, con workshop, incontri guidati da esperti e attività esperienziali capaci di stimolare riflessioni profonde nei ragazzi. Ma il progetto non si limita ai banchi: il coinvolgimento delle famiglie diventa parte integrante, perché solo un dialogo intergenerazionale può costruire comunità consapevoli e capaci di prevenire dinamiche di violenza.

La Polizia di Stato porta in questa alleanza non solo competenze investigative, ma anche campagne consolidate come “Questo non è amore”, misure preventive dei Questori e dispositivi di protezione immediata per le vittime. L’accordo con Conad ETS amplia la portata del messaggio, trasformando la rete capillare dei supermercati in una cassa di risonanza mediatica: materiali informativi nei punti vendita, iniziative social, comunicazione diretta con milioni di cittadini.

Per rafforzare l’impatto educativo, il 25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – sarà lanciato un docufilm inedito di trenta minuti, pensato come strumento per le scuole e disponibile gratuitamente sul portale. Un racconto che, attraverso testimonianze e linguaggi adatti ai ragazzi, vuole diventare punto di partenza per discussioni e percorsi educativi.

«La cultura del rispetto e dell’uguaglianza deve essere promossa a partire dai più giovani» ha spiegato Maria Cristina Alfieri, segretaria generale di Fondazione Conad ETS, sottolineando il ruolo delle scuole come luoghi privilegiati per educare al consenso e alla libertà di espressione. Per Luca Signorini, presidente di Fondazione Conad ETS, il progetto rappresenta «un passo concreto per contrastare stereotipi e cultura patriarcale che sono spesso all’origine della violenza di genere». Dal fronte istituzionale, il dirigente superiore della Polizia di Stato Marco Martino, direttore del Servizio Centrale Anticrimine, ha ribadito come questa intesa rafforzi l’impegno congiunto tra istituzioni e terzo settore per una società fondata su rispetto, equità e sicurezza.

Accanto a Polizia e Fondazione Conad ETS, anche Campus è partner divulgatore, pronto a garantire la massima visibilità al progetto attraverso il Salone dello Studente e le attività editoriali rivolte al mondo scolastico. Un tassello che conferma la volontà di dare a Progetto Rispetto una dimensione nazionale, capace di raggiungere le nuove generazioni con linguaggi e strumenti diversificati.

Quello che emerge è un modello che mette insieme prevenzione, educazione e comunicazione di massa. Una strategia che prova a incidere davvero sul tessuto sociale, non solo fornendo strumenti alle vittime, ma agendo alla radice, con l’idea che un ragazzo educato al rispetto oggi sarà un adulto capace di relazioni sane domani.

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