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22 Settembre 2025 - 23:12
Valter Martinetti
Sono passati sei anni. Sei anni di attesa, di lettere protocollate, di ricevute di consegna conservate con cura. Sei anni in cui Valter Martinetti, titolare della Genco srl, chiede una risposta al Comune di Ivrea. Una risposta che non arriva. “Adesso li denuncio. Chiedo i danni. Vado dagli avvocati…”, sbotta esasperato.
Tutto comincia il 27 novembre 2018, quando Martinetti trasmette al Comune la formale disdetta del comodato gratuito relativo a una parte del percorso del MAAM – Museo a cielo aperto dell’Architettura Moderna.
La PEC, regolarmente accettata e consegnata agli indirizzi istituzionali di sindaco, protocollo e settore urbanistica, recita: “La presente è inoltrata ai sensi dell’art. 3 del contratto di comodato gratuito (…) per comunicare la formale disdetta del comodato gratuito gravante sulla proprietà della scrivente ubicata nel parcheggio di via Di Vittorio, identificato catastalmente al foglio 44 mappale 246. (…) Il comodato cesserà in data 30/09/2019. Comunichiamo sin da ora che la scrivente richiede che entro tale data vengano rimossi tutti i manufatti, le pavimentazioni e qualunque altro elemento permanente installato e costituente tali installazioni”.
Da allora, nessuna risposta. Né una delibera, né un atto formale, né un confronto con il proprietario.
Per capire la vicenda bisogna tornare indietro di vent’anni, al 27 settembre 1999, quando il Comune di Ivrea e la Olivetti Multiservices firmano una scrittura privata per regolare il comodato delle aree destinate al MAAM, progettato dall’architetto Enrico Giacopelli. Il contratto, ventennale e rinnovabile salvo disdetta, fissava in modo inequivocabile gli obblighi delle parti: “Le aree vengono concesse in comodato affinché il Comune le utilizzi esclusivamente con funzione di Museo a cielo aperto”. E ancora: “Il Comune si impegna, a propria cura e spese, ad eseguire tutti i lavori atti alla realizzazione dell’opera di Museo a cielo aperto come dal progetto redatto dall’arch. Enrico Giacopelli”. Infine: “Il Comune assume a proprio carico tutte le spese relative all’esecuzione degli interventi sopra elencati e, più in generale, tutti gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture museali inserite”.
Il disegno era chiaro: Olivetti concedeva gratuitamente le aree, il Comune si accollava manutenzione e gestione. Un patto che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto garantire la cura e la funzionalità del percorso museale.
Poi le proprietà cambiano. Quando il parcheggio di via Di Vittorio passa alla Genco srl, Martinetti non accetta più che uno spazio equivalente a otto posti auto resti occupato dal Museo. Da qui la disdetta del 2018, mossa legittima e prevista dal contratto, rimasta però senza alcun seguito da parte dell’amministrazione.
Oggi il titolare è esasperato: “È da sei anni che la aspettiamo… Adesso vado per vie legali, mi sono stufato. Avrebbero dovuto fare loro le manutenzioni, anche della scala che conduce al parcheggio. Anche quella fa parte del Maam e invece ce ne siamo occupati noi. Abbiamo pagato di tasca nostra… Per me è un danno. ”
Per la cronaca - e non solo per quella - il MAAM, istituito ufficialmente nel 2001, è uno dei pilastri su cui si fonda il riconoscimento UNESCO di “Ivrea città industriale del XX secolo”: un museo diffuso che celebra il pensiero olivettiano, l’integrazione tra industria, urbanistica e welfare.
Alle polemiche si aggiunge anche l’ordinanza di sospensione dei lavori di risistemazione dell’area, in cui sono stati tagliati 16 alberi. Un altro fronte di tensione che alimenta il malcontento.
“E’ incredibile. Mi hanno detto di stare tranquillo, ma me lo hanno detto all’inizio della scorsa settimana - stigmatizza Martinetti - Li hai più sentiti. Di delibere non ne ho viste…”.
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