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Punto Rosso
16 Settembre 2025 - 07:14
Alberto Cirio
“Autonomia differenziata”, coppia di parole oscura ai più, eppure avrà pesanti conseguenze, se non fermata, su ampia parte della popolazione. Il Piemonte è in prima fila nella corsa all’AD, quello sciagurato progetto che abbaglia autonomisti e separatisti tanto da renderli ciechi al punto di non vedere che rinunciare al principio di solidarietà nazionale è una forma di autolesionismo. L’attuazione dell’autonomia differenziata, infatti, accentua e contribuisce a creare ed accrescere disuguaglianze sia a livello territoriale sia in relazione alle condizioni personali e sociali delle persone. Mi aspetterei, dunque, una particolare attenzione in chi amministra i Comuni a questa spada di Damocle che Cirio, accodato al Governo, sta puntando sul Piemonte.
A che punto siamo? L’estate scorsa vi fu una straordinaria raccolta firme per l’abolizione totale della legge n. 86 del 2024 (cosiddetta “Calderoli”): 1.300.000 sottoscrizioni raccolte in pochi mesi. Nella nostra regione furono più di 30.000 i piemontesiche in pochissimo tempo han messo una firma contro l’autonomia differenziata. Il referendum, sappiamo, venne dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzione (motivazioni tecniche), ma la campagna dimostrò la volontà diffusa e maggioritaria nel Paese di contrarietà ad una Autonomia che, se attuata, intaccherebbe la garanzia dei diritti, e i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà. D’altronde la stessa Corte Costituzionale con la sentenza n. 192 del dicembre 2024 ha definito illegittime ampie parti della legge Calderoli, riconoscendo, di fatto, i pericoli denunciati dai promotori del referendum.
Ma il ministro leghista, ignorando la sentenza, ha deciso di rilanciare il suo deleterio progetto. Prontamente si è mosso Cirio avviando la trattativa con il Governo per gestire a livello regionale le materie considerate non-LEP, cioè non appartenenti a quei servizi essenziali che devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. Ma chi decide cosa è Lep e cosa no? Dovrebbe essere la Costituzione, ma i governi a suon di decreti han messo fuori dai Lep anche servizi che invece andrebbero trattati uniformemente in tutto il paese. Oggi le materie che le regioni possono trasferire sotto la propria gestione sono: Rapporti internazionali con l’UE; Commercio con l’estero; Professioni; Protezione civile; Previdenza complementare e integrativa; Coordinamento finanza pubblica e sistema tributario; Casse di risparmio rurali e aziende di credito a carattere regionale; Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; organizzazione della giustizia di pace. Salta agli occhi di tutti che non si tratta di temi territoriali, ma decisamente nazionali, da affrontare in maniera univoca in tutto il paese.
A fronte di questa decisione della giunta Cirio, il Comitato regionale per il ritiro di ogni Autonomia differenziata, che vede al suo interno liberi cittadini e associazioni, sindacati e partiti, tra i quali Volere la luna, Attac, Comitati per l’acqua pubblica, Coordinamento antifascista torinese, Tribuna Libera, FLC-CGIL Torino e Piemonte, ha lanciato a metà luglio una petizione per chiedere alla Regione che tali azioni si fermino e si apra una reale discussione pubblica che coinvolga davvero tutta la popolazione.
I promotori e sottoscrittori della petizione chiedono che la Regione Piemonte segua la strada dell’Emilia-Romagna che ha fatto, con grande chiarezza e coraggio un passo indietro, revocando il consenso all’accordo preliminare d’intesa già raggiunto col Governo nel 2018.
Anche in Piemonte, la smania di autonomia parte dal 2018 con la delibera della Giunta Chiamparino n. 319-38783 del 6/11/2018, seguita dalla delibera della Giunta Cirio n. 1-501 del 15/11/2019 fino alle trattative Cirio-Governoodierne. Bipartisan…
L’invito è a tutte le cittadine e tutti i cittadini piemontesi è quello di mettere una firma per fermare l’Autonomia Differenziata in Piemonte. È possibile firmare fino al 22/12/2025 on line a questo indirizzo: http://openpetition.eu/!vngtv oppure presso i banchetti presenti in varie località piemontesi. A breve anche a Ivrea, il locale Circolo di Rifondazione Comunista organizzerà una raccolta firme della quale sarà data opportuna pubblicità.
In chiusura, mi chiedo perché un tema che può avere impatti così devastanti per le cittadine e i cittadini di tutto il Piemonte, Ivrea inclusa quindi …, non sia all’ordine del giorno nei consigli comunali e non venga ritenuta materia da approfondire e discutere con la cittadinanza. Se fossi in consiglio comunale un ordine del giorno contro l’Autonomia Differenziata, l’avrei già proposto, per informare e prendere una posizione, dalla parte dei cittadini.
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