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05 Settembre 2025 - 22:55
Daniele Volpatto
Fiato alle trombe, rullo di tamburi, l'ex socialista (o forse ancora lo è... boh?) Nino Daniel ha rassegnato le dimissioni da amministratore unico di SAT – Servizi Amministrativi Territoriali Scarl. Una liberazione? Nemmeno per sogno. Daniel resta ben saldo al timone di Patrimonio Città di Settimo Torinese, la società che – almeno sulla carta – dovrebbe occuparsi di strade, marciapiedi e cimiero, ma che in realtà se ne occupa poco e male. Sia Sat che Patrimonio sono due aziende "municipali".
Per la cronaca, Daniel era subentrato ad Alessandro Scopel, oggi consigliere comunale, costretto a lasciare l’incarico per incompatibilità. Stesso copione, stesso finale: il doppio incarico di Daniel non poteva durare. L’incompatibilità era scritta, inevitabile, quasi scontata. Eppure, dietro l’atto “dovuto”, si nasconde l’ennesima puntata della saga settimese delle partecipate: poltrone che si spostano, facce che cambiano, ma il copione resta sempre lo stesso.
Vale la pena ricordare che il doppio incarico di Daniel fruttava circa 65 mila euro l’anno: 25 mila lordi per SAT, una quarantina per Patrimonio. Non bruscolini, soprattutto se confrontati con i conti della SAT, che nel 2023 ha incassato 3,29 milioni di euro e ne ha spesi più di 2 per il personale, una ventina abbondante di dipendenti.
Ora la domanda che aleggia è quasi retorica: a chi andranno i 25 mila euro lasciati sul tavolo da Daniel? Non serve essere veggenti: il nome circola da settimane.
Daniele Volpatto, ex assessore e consigliere comunale, è l’indiziato numero uno. Certo, c’è un bando ufficiale, con tanto di scadenza fissata al 23 settembre 2025. E ci sono i requisiti di rito: titoli di studio, esperienza amministrativa, assenza di conflitti d’interesse, fedina penale pulita. Un elenco da manuale della buona governance. Peccato che sembri più un esercizio di stile che un vero concorso.
Non è un’impressione: solo un anno fa, quando fu nominato Daniel, l’assemblea specificò che la scelta non era frutto di una selezione aperta, ma pescata dai curricula già presentati in bandi precedenti. Un espediente da campagna elettorale, per tirare avanti senza troppi scossoni. Oggi lo schema si ripete: formalmente c’è un bando, nella sostanza si prepara il tappeto rosso per un nome già scritto.
Colpisce il silenzio della sindaca Elena Piastra. Lei, che di solito non perde occasione per commentare ogni questione cittadina, al punto da meritarsi il soprannome di “chiacchierona”, stavolta tace. Nessuna parola sulle dimissioni di Daniel, nessuna spiegazione ai cittadini sul ruolo strategico di SAT, nessuna dichiarazione per ribadire la centralità della società. Strano, se si pensa che proprio a dicembre 2023 la stessa Piastra difendeva SAT come esempio virtuoso di “autoproduzione di servizi” da parte dei Comuni soci.
Ma di cosa si occupa davvero SAT? Una società consortile con sede in piazza della Libertà, partecipata da diversi Comuni dell’area nord-est torinese, che offre supporto tecnico e amministrativo, progetti di ingegneria, consulenza e gestione di bandi. In teoria, un contenitore utile per accentrare competenze. Nella pratica, agli occhi dei cittadini, il simbolo di quel sistema di partecipate che a Settimo funziona come un immenso poltronificio.
Non è certo un’anomalia locale: in Italia le partecipate sono da sempre terreno fertile per la redistribuzione di incarichi e favori. Ma a Settimo il fenomeno assume proporzioni grottesche. Patrimonio, SAT, Fondazione Ecm, Seta, Saapa (oggi in liquidazione), Fondazione Comunità Solidale, Fondazione Fenoglio: sempre gli stessi nomi, sempre gli stessi volti, sempre gli stessi partiti. Così, invece di garantire efficienza, finiscono per alimentare sospetti e continuità politica.
Insomma, la storia di SAT è la storia di Settimo. Dimissioni annunciate, bandi di facciata, stipendi generosi e silenzi imbarazzanti. Un teatrino che si ripete da anni. Alla fine, il cittadino non si chiede più chi guiderà SAT, ma quando la politica smetterà di trattarla come l’ennesimo bancomat per la sua classe dirigente.
PS. Se tutto andrà come si racconta, si tratterebbe di un film già visto, quello del sindaco Giovanni Ossola che dà ad Aldo Corgiat la presidenza di ASM preparandogli il terreno per la candidatura a sindaco. Abemus sindaco, insomma. Altro che Luca Rivoira e Caterina Greco
Luca Rivoira
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