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Valperga, l’inferno dei maiali a pochi metri da casa: “Aiutatemi, vi prego”

Da oltre dieci anni i cittadini denunciano miasmi e rumori dall’allevamento suino di strada vecchia per Cuorgnè. Clara, che vive a pochi metri, lancia un ultimo grido d’aiuto: “Mi siete rimasti solo voi”.

Valperga, l’inferno dei maiali a pochi metri da casa: “Aiutatemi, vi prego”

Allevamento maialini

Chiude la finestra con un gesto secco, quasi rabbioso, e resta immobile per qualche secondo. Poi si volta verso di noi, gli occhi gonfi, la voce spezzata. “Non ce la faccio più… è una vergogna… Non so più che cosa fare. Mi siete rimasti solo voi”. Sono parole che pesano come macigni. Lei è Clara Gallo Costa. Vive al civico 6 di strada vecchia per Cuorgnè, a Valperga. Una casa qualunque, se non fosse per la maledizione che la circonda: a poche decine di metri, sorge un allevamento di maiali.

"Mille, forse duemila" dice lei, alzando le mani come a sottolineare che il numero poco importa: basta il tanfo a togliere il respiro. “Aiutatemi, vi prego”, implora con un filo di voce.

Il dramma è quotidiano. “Quando fa caldo accendono le ventole e il rumore è assordante. Quando non sono accese, si muore dal fetore. Ho fatto già di tutto… mi sono anche messa nelle mani di un legale…”.

La sua vita è diventata una gabbia: finestre serrate, porte chiuse, ma l’aria non chiede permesso e entra in casa lo stesso. Una prigionia silenziosa e senza colpa.

maialini

Clara ricorda ancora i passaggi di proprietà di quella che, un tempo, era l’azienda di un certo Perrod. “Morti loro, fu venduta all’asta. Non so oggi di chi sia…”.

In Municipio però un nome c’è ed è quello di Maurizio Bergamin. È lui l’attuale titolare.

Il sindaco Walter Giuseppe Sandretto sa bene di che cosa stiamo parlando. Alza le braccia al cielo.

“Io cosa le posso dire. Parliamo di un’attività avviata da tempo – ci spiega – il Comune non può intervenire. La ditta è in piedi da anni. Tutto quello che possiamo fare, di fronte ai miasmi, è la segnalazione all’Arpa e all’Asl. Lo facciamo sempre, anche un paio di settimane fa. Ma io non ho altri poteri e di certo non quello di farla chiudere: quello lo fanno i Nas…”. Un’ammissione di impotenza che suona come resa.

In realtà, quella di Clara non è una storia nuova. È il capitolo più recente di una vicenda che da oltre dieci anni tormenta Valperga. Inizia tutto in una mattina del 2013, quando i cittadini vengono a sapere di quei 1000 maiali trasferiti senza preavviso in borgata Trucchi. Il Comune dichiara di non essere stato informato, e poco ci manca a far scoppiare una mezza rivoluzione. L’anno successivo, il consigliere comunale Corrado Marocco promette di dare battaglia e la fa, ma non cambia nulla.

Nel 2014 e nel 2015, tutti i giornali descrivono l’allevamento come un “inferno a cielo aperto”, dominato da lagoni mefitici, vasche di liquami che sprigionano odori insopportabili. L’Arpa Piemonte entra in azione, documentando le criticità ambientali. Il dito è puntato sulle coperture in eternit deteriorate e da smaltire, sulle bonifiche da avviare, sulle ordinanze comunali che intimavano interventi immediati. Ma i cittadini continuano a vivere tra puzze, mosche e disperazione.

Nel 2016, persino la Procura di Ivrea apre un fascicolo, arrivando a indagare l’allora sindaco Davide Brunasso per chiarire se il Comune avesse fatto davvero tutto il possibile. Ma anche l’intervento della magistratura non porta a soluzioni definitive: i maiali rimangono, i lagoni pure, e con loro i miasmi.

Oggi, dopo dieci anni di promesse, ordinanze, indagini e bonifiche a metà, la storia si ripete uguale, come un disco rotto. Clara resta prigioniera in casa sua, il sindaco allarga le braccia, gli enti fanno sopralluoghi e compilano verbali. Ultimamente, raccontano, si è interessato anche il consigliere regionale Sergio Bartoli. Ha visitato l’area accompagnato da un direttore regionale del settore ambiente. Ma al momento non c’è alcuna novità concreta.

Quella di Valperga non è solo una vertenza ambientale. È un caso emblematico di disperazione civile, di cittadini che si sentono traditi e dimenticati dalle istituzioni. Perché qui, lungo la strada vecchia per Cuorgnè, non ci sono solo maiali: ci sono famiglie, bambini, anziani che respirano quell’aria ogni giorno. E c’è una donna, Clara, che con voce tremante ci guarda negli occhi e sussurra: “Aiutatemi, vi prego”.

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