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"Museo della chimica". Piastra non sa usare la calcolatrice

Dal Comune si celebrano oltre 100 mila visitatori “sommati” dal 2022, ma i dati ufficiali dell’Osservatorio culturale del Piemonte raccontano un crollo del 14% nel 2024. Propaganda o calcolatrice rotta?

"Museo della chimica". Piastra non sa usare la calcolatrice

il report

SETTIMO TORINESE. Lo aveva già fatto lo scorso anno, più o meno di questi tempi. La sindaca Elena Piastra è tornata a dare i “numeri” sul MuCh, il Museo della Chimica.

“Oggi – scrive – insieme ai responsabili del MuCh - Museo della Chimica abbiamo fatto il punto rispetto agli ingressi del museo e ai nuovi progetti. I dati sono davvero molto positivi: dall’apertura siamo a 104.350 biglietti emessi, con visitatori e scuole che arrivano da quasi tutte le regioni italiane, incluse le più lontane (e anche dall’estero), ai quali si aggiungono circa 10.000 persone incrociate dal MuCh nelle attività esterne (Salone Internazionale del Libro, laboratori nelle scuole, ecc.). Il museo rappresenta un fiore all’occhiello per la Regione Piemonte e l’obiettivo è di farlo crescere ulteriormente nei prossimi anni, diventando un riferimento nazionale per la divulgazione scientifica e la chimica, nell’unico luogo al mondo visitabile in cui Primo Levi ha lavorato per gran parte della vita: l’ex SIVA di via Leinì. Un ringraziamento a Pleiadi, che fa funzionare così bene il MuCh, e alla Fondazione ECM, che collabora per lo sviluppo e la crescita di questo progetto…”

Che è più o meno un "copia e incolla" di quel che aveva scritto lo scorso anno. Stessa musica.

“Partiamo da qualcosa di molto raro nel mondo della cultura e delle concessioni pubbliche: il nostro Museo della Chimica si autosostiene – scriveva la nostra – Significa che non ha un contributo comunale, ma vive grazie ai biglietti venduti e al sostegno di alcune imprese. Ma quel che è più interessante credo sia leggere i numeri. Dal 2 luglio 2022, giorno di apertura, a fine giugno 2024, sono entrate nel MuCh 78.000 persone (77.896), di cui 20.158 studenti. I numeri sono altissimi, soprattutto pensando alle dimensioni ridotte dello spazio… E ancora più interessanti mi sembrano le provenienze: il 66% piemontesi, il 20% lombardi, il 5% dalla Liguria e il restante 8% circa dalle altre regioni. La quasi totalità dei visitatori (non appartenenti a comitive scolastiche) è composta da famiglie e l’età media è di 32 anni…”

Peccato che i numeri dell’Osservatorio culturale del Piemonte dicano ben altro.

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Nel 2022 (museo aperto solo 6 mesi) gli ingressi sono stati 14.367, nel 2023 31.100, e nel 2024 26.715, con un trend negativo del 14%.

Insomma sono "frottole" e non c’è nulla da gioire. Ci sarebbe - questo sì -  da mettersi a piangere, correre ai ripari, gridare allo scandalo. E invece la sindaca no. Lei fa la somma. Anziché leggere i dati anno per anno, fa il conto dal primo giorno di apertura: “più di 100 mila visitatori…” racconta.

dati

Immaginate quando, tra vent’anni, dirà “un milione”, gonfiando il petto come una cocorita.

Ora delle tre l’una: o l’Osservatorio (non certo noi de La Voce) ha preso lucciole per lanterne; o le ha prese Elena Piastra, quando insieme a chi si occupa del Museo si è messa a contare i biglietti; o peggio ancora, non sa usare la calcolatrice. E questo, considerando che è stata assessora al bilancio ai tempi del sindaco Aldo Corgiat, sarebbe davvero un dramma.

Insomma, qualcuno sta dando i numeri. Non certo noi.

E torniamo a bomba sulle necessità. Una città con le strade e i marciapiedi tutti scassati, una città con il commercio che sta boccheggiano, una città con impianti di illuminazione fatiscenti, topi che ballano e parchi con erba alta a misura d'uomo, può permettersi un museo e milioni sulla cultura come se piovesse? Probabilmente no! Anzi no! Massì!

Evviva il festival dell'innovazione, champagne e caviale per tutti, anzi no per quei pochi che riescono prenotarsi al click day.

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