Cerca

Attualità

Ivrea, dal Carnevale alla discarica permanente: sotto il Ponte Vecchio ora spuntano pure i sacchi

Dopo le cassette di legno marce, sei sacchi arancioni buttati tra le erbacce completano il quadro del degrado. I cittadini ironizzano: “Altro che belvedere Unesco, qui abbiamo il magazzino comunale abusivo”.

Reperti archeologici o cassette dimenticate sotto il "ponte vecchio" di Ivrea?

Sacchi abbandonati

E poi, d’un tratto, ecco un nuovo capitolo della saga dal titolo “Degrado eporediese”. Dopo le cassette di legno accumulate sotto l’arcata del Ponte Vecchio – già immortalate come reperti archeologici del Carnevale – adesso spuntano fuori anche i sacchi arancioni. Sei, per la precisione. Abbandonati lì, nascosti tra l’erba e appoggiati al muro.

“È diventato il Magazzino Comunale”, ci dice ironicamente il cittadino che ci ha inviato la foto.

A guardarli bene, sembrano quei pesanti sacchi riempiti di sabbia usati per tenere in piedi i cartelli stradali mobili.

Che dire... Possibile che nessuno se ne sia accorto? Né gli aranceri del Borghetto (Tuchini), che il Carnevale lo vivono in prima fila, né la SCS che dovrebbe raccogliere e smaltire i rifiuti, né l’Amministrazione comunale che ama riempirsi la bocca di parole come decoro e valorizzazione del territorio.

Adesso, con questi nuovi sacchi, la fotografia del degrado si completa. Non è più solo un residuato del Carnevale, ma la dimostrazione che certi luoghi possono trasformarsi in vere e proprie discariche abusive senza che nessuno intervenga. Intanto, cittadini e turisti continuano a passare sopra quel ponte, a guardare giù e a vedere non l’incanto di un paesaggio che dovrebbe emozionare, ma l’ennesima ferita di una città patrimonio Unesco ridotta a pattumiera.

Il sarcasmo, come sempre, resta l’arma migliore per resistere all’assurdità. Prima l’idea della scoperta archeologica dei “resti del Carnevale d’Ivrea”, oggi il “magazzino comunale” nascosto sotto le arcate. Battute che fanno sorridere, ma che in realtà raccontano meglio di mille denunce la distanza siderale tra ciò che la città potrebbe essere e ciò che purtroppo è.

Perché, al netto dell’ironia, resta una verità che brucia: qui non c’è niente da ridere. Quelle cassette e quei sacchi non sono soltanto immondizia dimenticata. Sono la cartolina rovesciata di Ivrea, il retro sbiadito e sporco che nessuno vorrebbe vedere, ma che tutti, volenti o nolenti, si trovano davanti agli occhi. Insomma, Ivrea non solo continua a raccontarsi da sola: continua ad umiliarsi, smentendo ogni volta la sua retorica da città patrimonio Unesco.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • Sovietico Eporediese

    04 Settembre 2025 - 09:05

    Cioè se ne sono accorti ora? Ma quindi per mesi e durante il Carnevale quelli di tale zona non si sono accorti di nulla? Anche il/la cittadino/a deve darsi una sveglia e capire che è anche lui/lei che ha il compito di collaborare con le istituzioni e se possibile impedire tali situazioni o comunque avvisare tempestivamente il fatto e non dopo 6 mesi e oltre.

    Report

    Rispondi

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori