Cerca

Attualità

Massimo Moratti ricoverato per polmonite: migliorano le condizioni dell’ex presidente dell’Inter

Moratti, 80 anni, polmonite: quadro stabile all’Humanitas, Galliani rassicura

Massimo Moratti ricoverato per polmonite: migliorano le condizioni dell’ex presidente dell’Inter

Massimo Moratti

Ore di apprensione e di attesa per Massimo Moratti, l’uomo che ha legato indissolubilmente il suo nome a quello dell’Inter, ma anche simbolo di un’epoca industriale e imprenditoriale italiana che oggi sembra lontana. L’ex patron nerazzurro è stato ricoverato il 28 agosto all’Istituto Humanitas di Rozzano, vicino a Milano, a causa di una polmonite che ha richiesto un intervento immediato dei medici. Le condizioni sono state giudicate serie ma non critiche, tanto da rendere necessaria l’intubazione per supportare la respirazione. Da subito, l’intera comunità sportiva e non solo si è stretta attorno alla famiglia Moratti, in un’ondata di messaggi di vicinanza che testimoniano quanto la sua figura sia ancora oggi centrale nel cuore degli italiani.

Le notizie che giungono in queste ore, però, lasciano intravedere un barlume di ottimismo. Pur restando intubato, Moratti ha mostrato segnali incoraggianti, aprendo gli occhi e riconoscendo i familiari al suo fianco. Un gesto semplice ma potente, che ha portato un sospiro di sollievo tra i parenti e gli amici presenti accanto a lui. “Massimo non sta male, non dovrebbe essere niente di preoccupante. Tra qualche ora sapremo qualcosa in più”, ha dichiarato la moglie Milly Moratti, provando a rassicurare i tanti che, in queste ore, non smettono di chiedere aggiornamenti.

La notizia del suo ricovero ha avuto l’effetto di una scossa emotiva non solo a Milano, ma in tutta Italia. Perché Moratti non è stato soltanto il presidente che ha riportato l’Inter sul tetto d’Europa, conquistando il leggendario Triplete del 2010 con José Mourinho, ma anche l’uomo che ha incarnato uno stile di gestione calcistica quasi romantico, più vicino alla passione di un tifoso che al freddo calcolo di un imprenditore. La sua storia alla guida dell’Inter iniziò nel 1995 e durò fino al 2013, anni in cui la squadra alternò momenti di difficoltà a trionfi memorabili, sempre accompagnata dalla sua presenza discreta ma ferma.

Durante la sua presidenza, Moratti ha investito risorse e cuore, acquistando campioni che hanno fatto sognare generazioni di tifosi: da Ronaldo “il Fenomeno”, che con la maglia nerazzurra incantò il mondo negli anni ’90, a Christian Vieri, bomber simbolo della sua Inter, fino a Zlatan Ibrahimović, trascinatore in anni complessi. Ma soprattutto costruì un legame profondo con figure che sono diventate emblemi della storia nerazzurra: Javier Zanetti, capitano instancabile e uomo di fiducia, considerato quasi un figlio adottivo, o Marco Materazzi, guerriero di campo che non ha mai nascosto l’affetto per il presidente.

Massimo Moratti

Il rapporto con José Mourinho resta scolpito nella leggenda. Fu Moratti a portarlo a Milano nel 2008, intuendo che solo un tecnico di quel carisma e di quella intelligenza avrebbe potuto trasformare l’Inter in una squadra vincente in Europa. L’abbraccio tra i due a Madrid, il 22 maggio 2010, dopo la vittoria in Champions League contro il Bayern Monaco, è ancora oggi una delle immagini più iconiche della storia del calcio: due uomini commossi, consapevoli di aver scritto la pagina più gloriosa dell’Inter.

Moratti non era soltanto un presidente: era il tifoso numero uno, capace di gioire e soffrire come la curva Nord, di emozionarsi davanti a un gol e di commuoversi di fronte a una sconfitta. Diverso dagli altri, forse anacronistico, ma proprio per questo amato. Lontano dal business esasperato che domina il calcio di oggi, il suo stile rimane un esempio di passione autentica. Non a caso, molti lo considerano l’ultimo “presidente romantico” del nostro calcio.

Dietro al dirigente sportivo, resta comunque il volto dell’imprenditore: erede di una delle famiglie più influenti d’Italia, con radici nel colosso Saras, attivo nel settore petrolifero ed energetico. Una famiglia che ha sempre intrecciato la sua storia con quella del Paese, e che oggi, attorno a Massimo, si stringe in un momento delicato, affrontando con dignità e discrezione le ore più difficili.

L’immagine che trapela dall’Humanitas è quella di una vigile attesa, scandita dai bollettini medici e dai piccoli segnali di miglioramento che ridanno fiducia. Intorno a Rozzano, nel frattempo, si respira un clima di rispetto e silenziosa solidarietà. Non c’è il clamore delle grandi partite, ma la stessa intensità di emozioni che si viveva a San Siro nelle notti di Champions League. Questa volta, però, la partita si gioca tutta su un campo diverso: quello della salute.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori