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29 Agosto 2025 - 17:12
Elena Piastra e Giorgio Zigiotto
Lavori fatti a metà. Erba lasciata alta e l’abitudine al brutto, allo squallore, al degrado che sommerge ogni cosa e che sta rimbambendo tanti cittadini, per fortuna non proprio tutti. Erba, marciapiedi e strade che diventano il capro espiatorio per le battaglie politiche sui social. Se ti lamenti sei fascista. Se fai i complimenti alla sindaca sei allineato. Eppure l’erba, il degrado, i lavori fatti male o fatti a metà non dovrebbero esserlo. Sono “oggettivi”.
Insomma, succede a Settimo Torinese e sotto gli occhi di chi, ogni giorno, vive la città. Il 6 agosto, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Giorgio Zigiotto segnala un modo di lavorare da “fagnan” o da “Scapa travaj che mi i/rivo” (Il lavoro scappa, arrivo io!) davanti alla sua abitazione, all’angolo tra via Leinì e via Fantina, proprio di fronte al muretto della scuola Galileo Ferraris. Arrivano gli addetti: tagliano qualcosina, lasciano quel che han tagliato sul posto e si volatilizzano. “Ma l’erba cresciuta a ridosso del muro, chi la taglia? Aspettiamo che i cammelli abbiano appetito?” si domandava con amara ironia Zigiotto.
Le fotografie parlano chiaro: operai impegnati nello sfalcio, ma il risultato non sembra all’altezza delle attese. Oltre all’erba lasciata crescere lungo il muro, cartacce e plastica sparse sul prato. “Se i risultati sono questi… boh! Forse era meglio quando l’assessore (l’ex assessore Giancarlo Brino, ndr) girava il metro in mano. Almeno lui faceva raccogliere erba e schifezze varie”, commentava.
La polemica continua. Il 28 agosto, a distanza di venti giorni, la scena si ripete. Gli addetti sono tornati a lavorare sull’area, ma il consigliere segnala ancora lo stesso problema: erba tagliata a metà, pezzi rimasti da tagliare, e sempre la stessa incuria sotto il muretto. “Questo è il risultato, uguale a inizio agosto. Dimmi se è una cosa normale. Poveri noi. L’erba vicino al muretto?” commenta con un misto di esasperazione e ironia.
Foto scattata il 26 agosto
Foto scattata il 5 agosto
A questo punto la domanda è inevitabile: come vengono spesi gli 850 mila euro all’anno dell’appalto per la manutenzione del verde pubblico? Perché se il servizio consiste nel tagliare “a metà”, lasciando i bordi a marcire e i rifiuti a far compagnia all’erba, allora non si tratta solo di un dettaglio trascurato, ma di un vero e proprio spreco.
I cittadini vedono e commentano, i consiglieri di opposizione denunciano, ma l’erba cresce, i bordi si riempiono di cartacce e la città continua a offrire lo spettacolo di una città da terzo mondo. E, in verità, ci sono città nel terzo mondo dove l’erba si taglia e si annaffia tutti i santi giorni.
Un film già visto troppe volte: il parco tagliato sì, ma non tutto per la pace degli impollinatori, le strade pulite ma non troppo, i marciapiedi sistemati a pezzetti e palate di catrame a secco sopra le buche che poi si riformano al primo temporale. La sensazione è che la cura del verde – e in generale la manutenzione ordinaria a Settimo – sia più un titolo di spesa che un servizio reale, buono per chi vince gli appalti.
La domanda alla sindaca Elena Piastra "visionaria" e all’assessore Raso che non rasa resta sul tavolo: se non è uno schifo questo, allora cos’è?
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