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Cartoline da Ivrea. Benvenuti in corso Vercelli, terra di nessuno. "Bollengo è Svizzera!"

Tra erba tagliata abbandonata nei fossi, rifiuti al vento, panchine impraticabili e marciapiedi inesistenti, la principale via commerciale della città si presenta come simbolo del degrado urbano

Cartoline da Ivrea. Benvenuti in corso Vercelli, terra di nessuno. "Bollengo è Svizzera!"

Cartoline da Ivrea. Benvenuti in corso Vercelli, terra di nessuno. "Bollengo è Svizzera!"

Corso Vercelli dovrebbe essere il biglietto da visita di Ivrea. È l’arteria industriale e commerciale per eccellenza: fabbriche, supermercati, mobilifici, palestre, attività di ogni genere che ogni giorno richiamano centinaia di persone. Eppure, chi percorre questa strada ha davanti agli occhi non la vetrina di una città che vuole crescere, ma l’immagine sbiadita e sporca di un territorio dimenticato.

Il verde stradale, spiegano i residenti, viene tagliato quando va bene una volta al mese, in estate. Ma non è una manutenzione: è un rattoppo. “Passano col decespugliatore, tagliano e se ne vanno. Tutto quello che tagliano lo lasciano lì, nei fossi, ammassato”. E quei fossi – per la cronaca – sono canali che dovrebbero raccogliere l’acqua piovana per evitare allagamenti. Invece diventano discariche naturali, dove tra erba secca e sterpaglie spuntano rifiuti di ogni genere. Bottiglie, cartacce, sacchetti: la fotografia di un degrado che si stratifica e nessuno rimuove.

Il bordo strada, poi, non esiste: niente asfalto, sterrato sconnesso, impraticabile per chiunque osi avventurarsi a piedi o in bici. “Pedoni e ciclisti non se ne vedono. Questa strada fa schifo, è pericolosa. Non è un caso se si vedono solo auto… E poi in Comune parlano di città a misura d’uomo…”, sbotta chi la vive quotidianamente.

C’è anche l’effetto del vento. “Ogni tre per due – racconta la titolare di un bar – mi ritrovo i locali pieni zeppi di foglie e cartacce. Tocca a me pulire, come tocca ai supermercati ripulire i loro parcheggi. Qui ognuno si deve arrangiare”.

Eppure, i cittadini pagano. Pagano caro. Le tariffe della raccolta rifiuti a Ivrea sono considerate tra le più alte della zona. “Quasi 900 euro l’anno per mezzo bidone che riempio una volta a settimana”, racconta un commerciante. “Con queste tariffe uno si aspetterebbe che almeno le strade fossero tenute in ordine. Invece no. C’è una sproporzione enorme tra quello che chiedono e quello che fanno”.

Il problema non è solo di estetica, ma di vivibilità. Mancano cestini dell’immondizia. “Nell'area  a ridosso del parcheggio la sporcizia è ovunque, le panchine sono impraticabili e gli alberi sono lasciati al loro destino... Sono pure cascati dei rami sulle macchine...".

degrado

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Il confronto con i comuni vicini è impietoso. Basta attraversare la rotonda e guardare verso Bollengo. “Sembra di attraversare il confine e entrare in Svizzera... Il sindaco Luigi Sergio Ricca tiene il verde meglio di come lo tiene Ivrea. Tanto di cappello”, dicono i cittadini, sottolineando quanto la differenza sia visibile già a occhio nudo. Una contrapposizione che brucia ancora di più a chi ogni giorno vive e lavora qui, pagando tasse che non trovano riscontro in alcun servizio.

Alla fine, la denuncia è sempre la stessa: l’amministrazione comunale trascura la manutenzione ordinaria. Quella semplice, fatta di erba tagliata e rimossa, di fossi puliti, di bordi stradali sistemati, di cestini svuotati. Quella che rende una città vivibile. “Non chiediamo grandi opere, chiediamo solo che facciano il loro dovere”, sospira un residente.

Eppure a Ivrea la politica guarda altrove. Si parla di progetti milionari, di piani urbanistici ambiziosi, di grandi strategie. Intanto, Corso Vercelli – la strada delle fabbriche, dei supermercati e del lavoro – cade a pezzi. Ed è proprio lì, nel cuore produttivo della città, che il fallimento dell’amministrazione diventa evidente: incapace persino di garantire l’ordinario.

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