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Elena Piastra e l'arte di fare le cose a "metà"!

A Settimo Torinese hanno inventato l’asfalto parziale: metà strada liscia e nuova, metà vecchia e spelacchiata. Un capolavoro politico firmato Elena Piastra, dove l’unica certezza è che tutto resta incompiuto

Elena Piastra e l'arte di fare le cose a "metà"!

Elena Piastra

Lavori fatti a metà, polemiche a metà, soddisfazione a metà. Così tutti possono dire qualcosa e nessuno è contento davvero.

È questo il capolavoro politico della visionaria sindaca Elena Piastra: asfaltare una strada per intero sarebbe banale. Meglio lasciarla a metà, così c’è margine per futuri post Facebook, altre inaugurazioni, ulteriori tagli del nastro e relative foto con sorriso d’ordinanza. La strada, l'amministrazione della cosa pubblica, come reality show: puntata dopo puntata, mezza volta per volta.

Succede a Settimo Torinese, città laboratorio, città dell'inclusione, città dell'innovazione, città che tutto il mondo invidia all'Italia. Non più “smart city”, ma “half city”: metà verde manutenuto e metà erba alta, metà sicurezza e metà degrado, metà lampioni che funzionano e metà luci spente, metà igienizzata e metà coi topi che ballano, metà tombini otturati e metà acqua che scorre, metà promesse e metà risultati. E adesso, finalmente, anche metà asfalto.

Dito puntato su Via Belfiore, versione stradale del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: c’è chi dice “almeno un pezzo l’hanno fatto” e chi risponde “sì, ma l’altro pezzo?”.

Il cittadino, ingenuo come Fantozzi nell'arena (ben cosciente delle truppe cammellate che s'agitano su Facebook a difesa dell'indifendibile), pubblica la foto e domanda: “Perché metà sì e metà no? Forse l’altra metà era già a posto. Almeno credo. Ma anche no.”
Già, anche no. Perché a occhio nudo si vede che quel vecchio asfalto è tutto fuorché a posto.

Non ha ancora capito, il poveretto, che a Settimo il concetto di manutenzione è stato rivisitato: basta rimettere a nuovo il 50% per poter dire di aver fatto il 100%.

Via Belfiore è, in verità, una lezione di filosofia pratica: la perfezione non esiste, il compromesso sì.

Il nuovo modello settimese è questo: non tutto, ma un po’. Non bene, ma nemmeno troppo male. Un’arte della metà che va ben oltre i lavori stradali. Il parco? Sistemato a metà. La mensa? Funziona a metà. La sicurezza? Garantita a metà. E chi protesta, si consoli: anche l’ascolto dei cittadini è a metà.

Magari tra un anno rifanno anche l’altra metà. O forse no. Nel frattempo, i residenti si esercitano nello slalom sul gradino che separa le due sponde della strada: quella di chi ha già un piede nel futuro, col bitume fresco e uniforme, e quella di chi resta indietro, a sobbalzare sul catrame spelacchiato.

lavori a metà

La verità è che la metà è diventata un paradigma politico. La sindaca non governa, amministra a metà. Non promette, accenna. Non risolve, rattoppa. È la Settimo delle mezze misure, delle mezze risposte, delle mezze verità. Tutto a metà: abbastanza per dire “abbiamo fatto”, troppo poco per poter dire “abbiamo finito”.

E allora via Belfiore non è solo una strada asfaltata a metà: è la metafora di metodo. Di un’epoca in cui l’intero spaventa, perché vincola, mentre il mezzo lascia aperte infinite possibilità. Metà oggi, metà domani e poi si ricomincia. Intanto si tira a campare, che a Settimo l’intero non esiste: è un’esclusiva riservata alle visioni di Elena Piastra.

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