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Ombre su Torino

27 agosto 1950. Cesare Pavese si suicida a Torino.

La fine della vita disperata di un genio della letteratura italiana

27 agosto 1950. Cesare Pavese si suicida a Torino.

Cesare Pavese

Domenica 27 agosto 1950.

Un uomo di circa 40 anni occupa dal venerdì precedente la stanza 346 dell’Hotel Roma in piazza Carlo Felice 60. È sceso in albergo nel centro di Torino, come ha già fatto altre volte, nonostante abiti in città: vuole stare da solo, senza nessuno intorno.

Quel giorno esce di mattina e rientra a mezzogiorno. Non essendo riuscita a rifare la camera al mattino una cameriera, intorno alle 21, prova a bussare alla porta senza ricevere risposta. Teodoro Cernuschi, il proprietario, decide allora di entrare col passpartout. Quel cliente silenzioso e riservato è sul letto, steso con un braccio sotto il petto e uno penzoloni quasi a toccare il pavimento. Non sta dormendo profondamente: è morto. Suicida, dopo aver ingerito un grosso quantitativo di sonniferi di cui vengono trovate le confezioni vuote sparse sul lavabo.

Le indagini della polizia sono brevi. Gli esami tossicologici confermano le ipotesi formulate nell’immediatezza del ritrovamento e la sua identità viene svelata subito.



perdono

Il morto è famoso in tutta Italia e, oltre per il mestiere che svolge, lo scrittore, è celebre per il suo carattere complesso e tormentato.
Un’esistenza segnata da gravi lutti (a poco più di 20 anni aveva già perso i genitori, una sorella e due fratelli) e da diverse storie d’amore finite male. Una personalità di grande romanticismo ma facile al delirio e alla depressione. Un uomo che insegue per tutta la vita la sua donna ideale pur sapendo di non poterla afferrare mai. Che viene lasciato e tradito, che soffre ma che sembra bramare solitudine e autoflagellazione.

Un letterato e un poeta nelle cui opere togliersi la vita non è un tabù ma quasi qualcosa di programmato e premeditato per molti anni. Come se fosse l’unica possibile soluzione a ogni turbamento.
Il suo addio viene affidato a poche parole scritte sulla prima pagina di una copia di un suo romanzo “Dialoghi con Leucò” che viene trovato sul comodino di fianco al letto in cui giace: “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”.

Il 27 agosto 1950, nella stanza 346 dell’Hotel Roma, si suicida Cesare Pavese.

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