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Reperti archeologici o cassette dimenticate sotto il "ponte vecchio" di Ivrea?

Un cumulo di legno rimasto lì probabilmente dall’ultimo Carnevale campeggia sotto l’arcata del ponte più suggestivo della città

Reperti archeologici o cassette dimenticate sotto il "ponte vecchio" di Ivrea?

E poi, d’un tratto, spunta fuori una foto. Non un’opera d’arte contemporanea, non un nuovo allestimento di qualche installazione urbana, ma la testimonianza plastica – e in questo caso proprio lignea – del degrado made in Ivrea. Sotto un'arcata del ponte vecchio, che non è un luogo qualunque ma uno dei punti più spettacolari e suggestivi della città, giace una montagna di cassette di legno, residuato bellico, forse, dell’ultimo Carnevale. Una discarica sotto gli occhi di tutti che, però, evidentemente nessuno ha mai visto.

Eh sì, perché quelle cassette non ci sono arrivate ieri. Sono lì da chissà quanti mesi, probabilmente da febbraio, quando le squadre di aranceri hanno invaso le piazze lanciando tonnellate di agrumi. 

E qui entra in scena l’ironia amara. Possibile che i Tuchini del Borghetto non se ne siano mai accorti? 

ponte vecchio

Possibile che la SCS, la società incaricata della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, non abbia mai notato nulla durante i suoi giri?  E l’Amministrazione comunale? 

Nel frattempo, chissà quanti cittadini e turisti, passeggiando sul ponte e affacciandosi, hanno storto il naso. Non proprio lo spettacolo che ti aspetti da una città patrimonio Unesco e patria della grande cultura olivettiana.

Chi ha scattato la foto ci ha scherzato sopra, con la fantasia tipica dei canavesani che ridono per non piangere. 

“Dopo appena sei mesi di ricerca, gli archeologi canavesani erano sicuri della loro scoperta: ritrovati sotto un’arcata del Ponte Vecchio resti del famoso Carnevale d’Ivrea. Dopo questa scoperta sicuramente saremo una meta per molti turisti...”.

Una battuta, certo, ma che fa centro. Perché alla fine, di fronte a questo schifo sedimentato, l’unico modo per sopravvivere è riderci su.

La verità, però, è che non c’è niente da ridere. Perché queste cassette non sono solo rifiuti: sono la fotografia esatta di una città che troppo spesso si gira dall’altra parte. Insomma c'è la cartolina e il retro della cartolina. 

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