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25 Agosto 2025 - 15:35
Giochi marci e pericolosi al Pertini. I bambini di Settimo giocano tra bulloni e schegge
La fotografia parla da sola: un pezzo di legno spaccato, un bullone che pende nel vuoto, il segno evidente di un gioco ormai pericoloso e dimenticato. Accade a Settimo Torinese, al parco Pertini, uno dei luoghi più frequentati dalle famiglie con bambini.
Una mamma ha deciso di alzare la voce, affidando ai social il suo sfogo.
“Buona sera, volevo solo reclamare questa struttura per bambini che si trova esattamente nel parco Pertini di Settimo dove porto mio figlio per giocare, sinceramente una cosa del genere non deve esistere per la sicurezza dei nostri bambini, se dovesse succedere qualcosa da chi andiamo!!!” scrive, accompagnando il messaggio con le immagini di una struttura visibilmente danneggiata.
Il tono è di chi non vuole fare polemica sterile, ma chiede buon senso.
“Purtroppo sono giochi che stanno all’aperto e si usurano, soprattutto in legno… quindi hanno bisogno della giusta manutenzione dato che si sta parlando di bambini da 1 anno in su, oltretutto non solo questa… ce ne sono 2 o 3 rovinati e pericolosi. Mi auguro che questo reclamo sia preso in considerazione”.
Parole semplici, ma che raccontano bene la realtà: le strutture ludiche non sono eterne e, se non vengono controllate periodicamente, finiscono per diventare una trappola anziché un divertimento. Basta poco, a volte, per trasformare un pomeriggio di gioco in un incidente.
La segnalazione della mamma non è rimasta isolata. Altre persone hanno raccontato situazioni simili nello stesso parco.
“Nel parco Pertini sotto il gazebo – fa notare un’altra cittadina – vi è una panchina dove mancano due traverse di legno. Non è quello il problema, ma il fatto che vi sono le staffe su cui dovrebbero essere fissate le traverse che sporgono e potrebbero essere pericolose”. Ancora una volta, non si tratta solo di decoro urbano, ma di sicurezza vera e propria: spigoli di ferro lasciati scoperti in un’area frequentata da bambini.
E non manca il richiamo alla memoria storica.
“Hai ragione – scrive un’altra signora – quei giochi hanno almeno 20 anni, ci portavo mia figlia grande che ora ha 24 anni quando ne aveva 3. Sono un pochino datati in effetti e andrebbero controllati periodicamente visto che si parla di bambini! Va bene fare parchi nuovi, ma guardiamo anche quelli vecchi che siano ancora in buone condizioni… poi al Pertini praticamente ci va tutta Settimo!”.
Una frase che dice molto: da un lato la constatazione che le strutture hanno ormai alle spalle due decenni di utilizzo, dall’altro l’invito all’amministrazione a non dimenticare i parchi “storici”, che sono punto di riferimento quotidiano per centinaia di famiglie. Insomma, non basta inaugurare e fare i tour nei cantieri per i social: serve garantire manutenzione e sicurezza a ciò che già esiste.
Non è la prima volta che dai cittadini arrivano segnalazioni di giochi rotti o pericolanti nei parchi di Settimo. Bulloni che saltano, tavole di legno spaccate, corde logorate: dettagli che, se ignorati, possono costare caro. In altre città si è intervenuti con verifiche programmate e sostituzioni regolari, qui invece ci si affida spesso alla denuncia dei genitori, che diventano così involontari “ispettori della sicurezza”.
La mamma che ha segnalato il caso lo ricorda bene: i bambini che frequentano questi giochi hanno dai 12 mesi in su, quindi si tratta dei più piccoli, di quelli che non possono valutare da soli un pericolo. Per loro ogni spigolo, ogni vite sporgente, ogni pezzo di legno scheggiato rappresenta un rischio concreto.
Il suo appello fa riflettere: “Se dovesse succedere qualcosa, da chi andiamo?”.
Una domanda che pesa come un macigno perché mette in discussione non solo la responsabilità morale, ma anche quella legale. In caso di incidente, chi paga? Chi risponde? Il Comune, l’amministrazione, i dirigenti competenti? Oppure, come troppo spesso accade, sarà scaricato tutto sul destino barbaro e sulla sfortuna cieca?
Intanto, la foto del gioco rotto al parco Pertini continua a girare online, e a fare il giro delle chat dei genitori. Un’immagine che vale più di tante parole e che, ancora una volta, ricorda come la sicurezza dei bambini non possa mai essere considerata un dettaglio. Resta da capire se in Municipio qualcuno si prenderà la briga di leggere queste denunce. O se basterà, ancora una volta, voltare pagina e aspettare il prossimo post celebrativo.
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